Personalmente ho sempre trovato
i dossi artificiali un’assurdità, questo perché un dosso in natura è un
ostacolo pericoloso, e costruire artificialmente pericolosità mi sembra
illogico. Ma questo è solo un mio pensiero, una mia personale valutazione.
Diverso è l’aspetto politico, di progettazione urbanistica della città, o
quello normativo. Mentre pensavo che viale Trento rimane un percorso unico in
tutta Fermo, arteria principale di collegamento a 4 corsie, unico ingresso alla
città percorribile dai mezzi di soccorso e di pronto intervento quali ambulanze
e camion dei Vigili del Fuoco, ho voluto verificare la fattibilità di questi
dossi artificiali. Pur non essendo un legale, ho subito notato qualcosa di
strano nel leggere questo: “Dossi artificiali: responsabilità civile e penale
di chi effettua errata collocazione”; e: “I dossi artificiali di rallentamento
non possono essere posizionati lungo le corsie preferenziali”. Inoltre: “I
dossi artificiali sono trattati dall'articolo 179, commi da 4 a 9, del
Regolamento di Esecuzione e di Attuazione del Nuovo Codice della Strada (DPR n.
495/1992); il loro uso è consentito solo su strade residenziali, in parchi
pubblici e privati, nei residences, e simili; esso è invece vietato su strade che costituiscono itinerari
preferenziali dei veicoli normalmente impiegati per i servizi di soccorso e di
pronto intervento”. Ora, è innegabile che viale Trento sia itinerario
preferenziale per i servizi di soccorso e di pronto intervento, sia in entrata
verso il centro che in uscita verso santa Petronilla. E’ impensabile che i
Vigili del Fuoco possano intervenire in centro non passando per viale Trento,
quindi incappando in ben due rallentatori, che potrebbero causare ritardi
pericolosi per l’incolumità dei cittadini. Ma anche le ambulanze in uscita
verso il mare riconoscono in viale Trento la strada più veloce per intervenire,
ed in quest’ultimo caso incapperebbero in ben tre rallentatori. Non v’è dubbio
che tutto questo è pericoloso ed in contrasto con la norma succitata. Tra
l’altro, qualche legale mi faceva notare che i rallentatori posizionati in viale Trento sono del tipo C, tra quelli previsti dal comma 6 (larghezza
di almeno 120 cm e altezza non superiore a 7 cm), quindi prevedono un limite massimo
di velocità di 30 km/h. Su quella strada il limite era normalmente di 50 km/h, ma
è stato ridotto a 30 km/h proprio per poter posizionare i rallentatori. Ed
anche questa è una irregolarità. Detto ciò, è impensabile che non si sia
considerato viale Trento per quello che è, cioè itinerario preferenziale per i
servizi di soccorso e di pronto intervento, quindi non idoneo per il collocamento
di dossi artificiali che ne rallenterebbero la marcia, causando così pericolosi
ritardi che potrebbero costare vite umane.
Tutto
questo sembra figlio di un’improvvisazione urbanistica, della difficoltà
conclamata di avere un’idea globale di città. Ma anche di un’assoluta incapacità di educare il
cittadino al Codice della Strada, di predisporre i vigili urbani lungo le
strade, di multare chi sorpassa in prossimità delle strisce pedonali o usa il
telefonino mentre guida. E se ricorderemo la passata
amministrazione anche per le rotonde, questa la ricorderemo per i dossi
artificiali. Nel mezzo una somiglianza quasi assoluta su tutto, ma questa è un’altra
storia.
Chiudo
riflettendo sul fatto che molti mezzi che oggi circolano sulle nostre strade
sono, ahinoi, SUV o fuoristrada in genere, cioè mezzi di trasporto che non
risentono minimamente di alcun dosso artificiale. Oggi viale Trento si è
trasformato in un’immensa pista di autocross, con mezzi pesanti che s’alzano a
mezz’aria sui dossi, sbandando pericolosamente verso i lati della strada, verso
gli ignari passanti.
Simone
Tizi, Segretario del Circolo del PRC di Fermo e P.S. Giorgio
P.S. Le
cause degli incidenti sono principalmente riconducibili a svagatezza e
sbadataggine, ed un’auto fuori controllo ammazza un pedone anche alla velocità
di 30 km/h. La disattenzione fa più danni di ogni altra cosa, e non ci sono
norme o rallentatori di velocità in grado di responsabilizzare la gente che
ogni giorno si mette al volante. Di contro, un ritardo di pochi minuti dei
mezzi di soccorso e di pronto intervento può causare la morte di molte persone
e la propagazione poi incontrollabile degli incendi.