I dati diffusi oggi sulla povertà dall’Istat (otto milioni di poveri, 5 italiani su 100 “poveri tra i poveri”, quasi tre milioni gli indigenti assoluti) sono crudeli, nella loro realissima drammaticità, ma sono anche i peggiori a livello europeo perché la spesa sociale complessiva (pensioni comprese) del nostro Paese è la più bassa, tra i paesi della Ue. E l’attuale crisi economica, contro la quale il governo non fa nulla, non farà altro che aggravare questa già drammatica situazione.
Per combattere la povertà bisogna introdurre il salario sociale per tutti i disoccupati, aiutando così soprattutto i più giovani, vittime del precariato e dello sfruttamento. Chiediamo al governo di introdurre questa misura, seria e forte, e di rispondere così anche alla crisi sociale ed economica che attanaglia in particolare il nostro Mezzogiorno, come dimostrano i dati dell’Istat sulla povertà, in fortissima crescita soprattutto nelle regioni del Sud. Questa, peraltro, è l’unica risposta sinceramente democratica e socialmente utile alle richieste clientelari e affaristiche di cui si sta facendo portavoce, in queste settimane, il cosiddetto “partito del Sud”, uno schieramento ambiguo e oligarchico che risponde al razzismo e alla xenofobia della lega Nord con logiche territoriali e clientelari che non sono altro che l’altra faccia della medaglia dell’egoismo peloso e razzista dei leghisti.
Paolo Ferrero
Per combattere la povertà bisogna introdurre il salario sociale per tutti i disoccupati, aiutando così soprattutto i più giovani, vittime del precariato e dello sfruttamento. Chiediamo al governo di introdurre questa misura, seria e forte, e di rispondere così anche alla crisi sociale ed economica che attanaglia in particolare il nostro Mezzogiorno, come dimostrano i dati dell’Istat sulla povertà, in fortissima crescita soprattutto nelle regioni del Sud. Questa, peraltro, è l’unica risposta sinceramente democratica e socialmente utile alle richieste clientelari e affaristiche di cui si sta facendo portavoce, in queste settimane, il cosiddetto “partito del Sud”, uno schieramento ambiguo e oligarchico che risponde al razzismo e alla xenofobia della lega Nord con logiche territoriali e clientelari che non sono altro che l’altra faccia della medaglia dell’egoismo peloso e razzista dei leghisti.
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