In questa città - ma vale anche per il resto d’Italia, di questi tempi -, quando pensi d’aver raggiunto il fondo esso si sfalda per scoprire un altro fondo, decisamente più nascosto. Infatti quando un cittadino vede la sua città invasa dal cemento, amministrata in maniera approssimativa attraverso sprechi e buchi di bilancio non si aspetta di assistere anche all’ospitalità data ad un “politico” condannato in primo grado a nove anni per concorso esterno in associazione mafiosa* (oggi condannato a sette anni in via definitiva, illustrando così, irrefutabilmente, un quadro che rappresenta il nostro Paese consegnato ad un partito ideato dalla mente di un mafioso di lungo corso). Ma poi questo accade veramente, ed il nostro primo cittadino ha accolto un presunto - oggi non più tale - mafioso che era venuto a parlarci di certi falsi Diari di Mussolini, che ci descrivevano un sanguinario gerarca fascista - stante alla storia letta nei libri e tramandata dai nostri nonni - poi stranamente gentile nell’animo dei suoi scritti più intimi. Ed in quel momento tutti ci siamo guardati negli occhi e ci siamo detti: ecco, abbiamo toccato il fondo. E ci siamo indignati, ed avevamo ragione. Invece no, quello non era il fondo, ancora non lo era. Il fondo doveva ancora venire. E proprio l’altro ieri, addì 7 luglio, pare sia stato definitivamente toccato, oltrepassando ancora il limite della decenza. Capita infatti di apprendere da amici in rete una notizia aberrante, poi confermata dalla lettura dell’agenzia Adnkronos. Ebbene, pare – ma in realtà è certo – che il nostro beneamato Sindaco abbia consegnato ad Augusto Minzolini, durante il “Premio internazionale per l’Adriatico”, un riconoscimento nientepopodimeno che per il coraggio e lo spirito di rinnovamento con cui dirige il Tg di Rai uno. E qui qualcuno potrebbe pensare che sia un tentativo dei soliti burloni comunisti di canzonare il nostro povero Saturnino. Invece no, è tutto vero. Ed è avvenuto a Roma, proprio dove i nostri connazionali aquilani venivano picchiati a sangue dalle forze dell’ordine dello stesso Governo che fece picchiare a sangue i bambini e gli anziani della rete Lilliput, in quell’infausto giorno a Genova. Proprio quando il signor Minzolini, direttore di un telegiornale di una rete pubblica, si permetteva di censurare l’accaduto, non dandone notizia nei titoli d’apertura, per poi parlarne in maniera del tutto fuori luogo, facendo passare dei poveri terremotati per facinorosi, come fece passare dei pacifisti morti ammazzati in acque internazionali da semi-delinquenti. E così si premia la censura, spacciandola per rinnovamento, coraggioso rinnovamento, per di più. Purtroppo la maggior parte della gente sa solo quello che l’informazione ci racconta, e non sa ciò che non viene raccontato. Quello che non passa nei Tg non esiste, anche se è fondamentale. E’ il vecchio discorso sul conflitto d’interessi di chi detiene tutta l’informazione televisiva in Italia, di chi ci fa pagare multe milionarie ogni giorno per mantenere la servile Rete 4, ma tant’è. E li premiano pure, questi censori di regime.
Se ancora qualcuno era alla ricerca della famosa goccia che fa traboccare l’altrettanto famoso vaso, beh, oggi l’ha trovata. E non c’è da andarne fieri, d’averla trovata. La nostra città ha toccato il fondo, e lo fa insieme alla sua Patria, bruttata per sempre da cialtroni, piduisti e mafiosi al potere, votati dal popolo, quello stesso popolo che in altre nazioni ed in altri tempi votò un certo Hitler. Corsi e ricorsi storici...
*« Vi è la prova che Dell’Utri aveva promesso alla mafia precisi vantaggi in campo politico e, di contro, vi è la prova che la mafia, in esecuzione di quella promessa, si era viepiù orientata a votare per Forza Italia nella prima competizione elettorale utile e, ancora dopo, si era impegnata a sostenere elettoralmente l’imputato in occasione della sua candidatura al Parlamento Europeo nelle file dello stesso partito, mentre aveva grossi problemi da risolvere con la giustizia perché era in corso il dibattimento di questo processo penale. »
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