L’altra sera, mercoledì 24 ottobre, l’amministrazione comunale ha convocato la cittadinanza fermana al Caffè Letterario per una discussione sul Progetto di riqualificazione di viale Ciccolungo. All’assemblea pubblica erano presenti il Sindaco e gran parte della Giunta, più i tecnici del Comune. La partecipazione da parte dei cittadini è stata discreta e molto sentita. Gli assessori ai Lavori Pubblici ed alla Viabilità, supportati dai tecnici, hanno illustrato diverse soluzioni adottabili. La discussione, decisamente accesa, ha evidenziato diverse questioni interessanti ed alcuni punti fermi. Anzitutto i residenti si sono trovati in maggioranza d’accordo sull’accettazione del senso unico in via definitiva e nello stesso senso di marcia attuato pro tempore, ma alla condizione di invertire l’altro senso di marcia in via Mercantini, altrimenti chiunque si servisse del viale (non solo i residenti) dovrebbe fare il giro dell’orto per tornare indietro, con consumi impropri ed inquinamento superfluo. Si sono trovati altresì d’accordo, in larga parte, sulla realizzazione del marciapiede verso il verde della scarpata come logica prosecuzione di quello già iniziato, che gira attorno alla “Madonnina”, e che consentirebbe una continuità per una passeggiata che arrivi direttamente in Piazza del Popolo, oppure per chi vuole andare comodamente a prendere le “scalette” o l’ascensore inclinato, affrontando un unico attraversamento pedonale (contestata, invece, la soluzione illogica e pericolosa del marciapiede verso i palazzi, che diventerebbe un percorso ad ostacoli tra le macchine che entrano ed escono dai rispettivi garage). Questo accompagnato da una reale riqualificazione del viale risistemando in maniera ordinata i parcheggi esistenti (che potrebbero attestarsi intorno ai 100 posti auto con almeno due riservati agli invalidi, come da norma) e rifacendo il manto stradale, oggi assolutamente gibboso, dissestato e pericoloso. Queste si sono dimostrate come le richieste più logiche ed effettivamente attuabili, e potrei finire qui l’articolo. Ma ieri si sono evidenziate altre questioni, dato che alcuni di noi hanno anche contestato la rampa in cemento oramai realizzata, perché sovradimensionata rispetto alla cabina montata e perché, come avevo scritto diverse volte, il costo delle penali (giustificazione adottata da questa amministrazione per la realizzazione dell’opera appaltata da quella precedente) non è stato valutato assieme al costo della manutenzione. Ho avuto modo di capire a fine serata, parlando con alcuni assessori, che la scelta dell’ascensore è stata solo ed unicamente una scelta politica, non voluta da tutti, cioè votata a maggioranza da questa Giunta – e coloro che si sono trovati in minoranza hanno democraticamente accettato tale scelta. Dico questo perché la mia denuncia fatta più volte sui costi di manutenzione di quest’opera ieri ha avuto conferma, dato che gli stessi costi si sono verificati assai maggiori di quelli che si sarebbero andati a sostenere se si fosse deciso di non realizzarla pagando le penali. Detto chiaramente, le penali ammontavano a 130 mila euro mentre manutenere l’ascensore costa, considerando la tassazione ed i prezzi attuali, 15 mila euro l’anno, quindi in soli dieci anni noi cittadini andremo a pagare 150 mila euro di manutenzione, 20 mila in più della penale stessa, e considerando una vita media dell’impianto di circa quarant’anni, noi cittadini pagheremo all’incirca 600 mila euro, cioè 470 mila euro in più – questo senza considerare che l’amministrazione comunale poteva accordarsi con la Ditta appaltatrice, concedendo ad essa lavori equivalenti da svolgersi in altri luoghi, evitando di fatto le penali stesse.
In ultima analisi, ci troviamo
di fronte ad un eclatante esempio di malapolitica, di spreco del danaro
pubblico, di approssimazione ed incapacità, che, come al solito, andremo a
pagare noi cittadini.
Simone Tizi, residente e
politico disarmato
P.S. Mi preme ricordare che non
è vero che questo ascensore è servito a far sì che si parlasse del marciapiede
e della riqualificazione in viale Ciccolungo. Nulla di più falso. E’ dalla mia
nascita, nell’anno 1966, che vivo nel viale e che sento parlare dell’esigenza di
un marciapiede e di una riqualificazione reale. Come mi sento di aggiungere
anche che, in una carreggiata ridotta ed a doppio senso di marcia senza riga di
mezzeria, a memoria di residente non si siano mai verificati incidenti gravi o
frontali pericolosi. Questo va detto perché, quando si parla di pericolosità
delle strade, bisognerebbe verificarne puntualmente la veridicità, di tali
affermazioni. Questo non toglie il fatto che il viale abbisogna di un
marciapiede per renderlo percorribile dai pedoni, quindi vivibile, ed il senso
unico ne agevola la realizzazione.