La caduta di Icaro
Essendo cresciuto, come molti, nel bel mezzo dello strano insieme di premesse e promesse che chiamiamo religione, ho piena consapevolezza di cosa rappresentino per l’uomo il misticismo e la preghiera. Per questo, e perché mi sento agnostico più che ateo, semplicemente credendo di non credere, respingendo ogni religione umana, per questo, dicevo, sento il dovere civile e laico di tornare sulla questione della statua di Cristo “miracolosamente” riapparsa in via Roma.
Evitando di commentare il particolare momento usato per riposizionarla, cioè a ridosso delle ferie estive, in linea con le leggi approvate furbescamente dai peggiori governi, e non commentandone nemmeno il colore giallino utilizzato, mi preme ricordare che un comandamento, poi oscurato dalla Chiesa per convenienza, recita così: "non farti scultura, né immagine alcuna delle cose che sono lassù in cielo".
Si potrebbe chiudere qui l’argomento, ma non sarebbe giusto. C’è da aggiungere un altro aspetto di non poco conto. In questo modo infatti il culto privato della preghiera viene violentato dalla mercificazione dell’esibizione, dell’ostentazione. Viene svilito in pubblica via. Diventa spettacolarizzazione. Paradossalmente, come spiega Carmelo Bene, un cattolico non può essere cristiano, proprio per queste ragioni, per aver sequestrato Cristo, desacralizzandolo attraverso l’aspetto liturgico e spettacolare - non più privato - del peggior cattolicesimo, che questi signori si fregiano di esibire in uno Stato laico.
Detto ciò, di sicuro la prossima settimana si organizzerà una campagna di raccolta firme per far togliere questa statua che non rappresenta la totalità dei fermani, una statua che ci ricorda solamente che se sei ricco e con amicizie influenti puoi deturpare a tuo piacimento il paesaggio nobile e antico della città di tutti, altro che religione, preghiere e voto di povertà.
(comunicato stampa)
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