Afghanistan, strage Nato a Kunduz
L'aviazione colpisce un'autobotte di gasolio rubata dai talebani: uccise decine di civili
L'aviazione colpisce un'autobotte di gasolio rubata dai talebani: uccise decine di civili
"Tutto quello che sappiamo al momento è che un gran numero di insorti è stato ucciso nel bombardamento aereo condotto la notte scorsa da velivoli Isaf a Kunduz. Abbiamo ricevuto informazioni su possibili vittime civili sulle quali ora stiamo investigando assieme alle autorità afgane".
C'è chi parla di 200 morti. Al telefono con PeaceReporter, la soldatessa statunitense dell'ufficio stampa della Nato a Kabul non si sbilancia nemmeno sulla nazionalità degli aerei che la notte scorsa hanno bombardato due autocisterne di gasolio sequestrate dai talebani uccidendo 95 persone, di cui solo 45 guerriglieri secondo il governatore provinciale, 65 secondo il capo della polizia locale. Gli altri erano tutti civili, residenti nel villaggio di Haji Aman, nel distretto di Chahar Dara, che al momento del raid aereo si trovavano con taniche e secchi attorno a uno dei due camion rubati che si era impantanato nel greto di un fiume. Hadschi Amanullah e altri abitanti del villaggio hanno raccontato che i talebani avevano chiesto loro di aiutarli a svuotare il prezioso carico, consentendo loro di tenersene una parte. Verso le due e mezza di notte, il comando militare tedesco di Kunduz, dopo aver saputo del sequestro delle due cisterne di gasolio destinato ai Tornado della Luftwaffe, ha chiesto l'intervento dell'aviazione, che ha subito individuato e colpito gli obiettivi indicati. E' probabile che il raid sia stato condotto da cacciabombardieri dell'aviazione Usa.
Secondo fonti anonime della sicurezza afgana, i morti sarebbero addirittura 200, e altrettanti i feriti.
7.500 civili uccisi finora da Usa e Nato. Se confermata, questa ennesima strage di innocenti infliggerebbe un durissimo colpo alla credibilità della tanto pubblicizzata ‘nuova strategia’ degli Stati Uniti volta a minimizzare i ‘danni collaterali’, ovvero le perdite civili causate delle operazioni militari contro gli insorti, limitando il ricorso all’aviazione e all’artiglieria pesante.
Dall’inizio dell’anno, secondo i dati ufficiali dell’Onu, sono tra 300 e 400 i civili afgani uccisi dalle forze d’occupazione occidentali (seicento quelli vittime di attacchi talebani). Ma si tratta di cifre ampiamente sottostimate, poiché la maggior parte dei civili uccisi dalla Nato rimangono classificati ufficialmente come ‘insorti’. Quelli singolarmente conteggiati nel database del professor Marc Herold, dell’Università del New Hampshire sono almeno 600.
Nel 2008 erano stati 800 per l’Onu, quasi mille per il professor Herold, ancora di più secondo l’organizzazione non governativa Afghanistan Rights Monitor (Arm).
Nel 2007 la cifra ufficiale era 600 secondo le Nazioni Unite, il doppio secondo l’accademico statunitense.
Dall’invasione dell’Afghanistan nel 2001 a oggi, secondo le stime più attendibili, le vittime civili delle azioni militari straniere sono state oltre 7.500.
C'è chi parla di 200 morti. Al telefono con PeaceReporter, la soldatessa statunitense dell'ufficio stampa della Nato a Kabul non si sbilancia nemmeno sulla nazionalità degli aerei che la notte scorsa hanno bombardato due autocisterne di gasolio sequestrate dai talebani uccidendo 95 persone, di cui solo 45 guerriglieri secondo il governatore provinciale, 65 secondo il capo della polizia locale. Gli altri erano tutti civili, residenti nel villaggio di Haji Aman, nel distretto di Chahar Dara, che al momento del raid aereo si trovavano con taniche e secchi attorno a uno dei due camion rubati che si era impantanato nel greto di un fiume. Hadschi Amanullah e altri abitanti del villaggio hanno raccontato che i talebani avevano chiesto loro di aiutarli a svuotare il prezioso carico, consentendo loro di tenersene una parte. Verso le due e mezza di notte, il comando militare tedesco di Kunduz, dopo aver saputo del sequestro delle due cisterne di gasolio destinato ai Tornado della Luftwaffe, ha chiesto l'intervento dell'aviazione, che ha subito individuato e colpito gli obiettivi indicati. E' probabile che il raid sia stato condotto da cacciabombardieri dell'aviazione Usa.
Secondo fonti anonime della sicurezza afgana, i morti sarebbero addirittura 200, e altrettanti i feriti.
7.500 civili uccisi finora da Usa e Nato. Se confermata, questa ennesima strage di innocenti infliggerebbe un durissimo colpo alla credibilità della tanto pubblicizzata ‘nuova strategia’ degli Stati Uniti volta a minimizzare i ‘danni collaterali’, ovvero le perdite civili causate delle operazioni militari contro gli insorti, limitando il ricorso all’aviazione e all’artiglieria pesante.
Dall’inizio dell’anno, secondo i dati ufficiali dell’Onu, sono tra 300 e 400 i civili afgani uccisi dalle forze d’occupazione occidentali (seicento quelli vittime di attacchi talebani). Ma si tratta di cifre ampiamente sottostimate, poiché la maggior parte dei civili uccisi dalla Nato rimangono classificati ufficialmente come ‘insorti’. Quelli singolarmente conteggiati nel database del professor Marc Herold, dell’Università del New Hampshire sono almeno 600.
Nel 2008 erano stati 800 per l’Onu, quasi mille per il professor Herold, ancora di più secondo l’organizzazione non governativa Afghanistan Rights Monitor (Arm).
Nel 2007 la cifra ufficiale era 600 secondo le Nazioni Unite, il doppio secondo l’accademico statunitense.
Dall’invasione dell’Afghanistan nel 2001 a oggi, secondo le stime più attendibili, le vittime civili delle azioni militari straniere sono state oltre 7.500.
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