domenica 5 dicembre 2010

Prima poesia

Peter Orlovsky and Allen Ginsberg in Lee Forest's room, Hotel de Londres, Paris, December 1957. c. Harold Chapman


PRIMA POESIA

Un arcobaleno viene a versarsi nella mia finestra, sono elettrizzato.
Erompono canzoni dal mio petto, il mio primo pianto si ferma, il mistero riempie l'aria.
Cerco le mie scarpe sotto il letto.
Una grassa donna negra diventa mia madre.
Ancora non ho denti falsi. Improvvisamente dieci bambini mi sie-
dono in grembo.
Mi faccio crescere la barba in un sol giorno.
Bevo un'intera bottiglia di vino a occhi chiusi.
Disegno sulla carta e sento di essere ancora due. Voglio che tutti mi
parlino.
Rovescio l'immondizia sul tavolo.
Invito migliaia di bottiglie nella mia camera, le chiamo insetti di
giugno.
Adopero la macchina da scrivere come cuscino.
Un cucchiaio diventa forchetta davanti ai miei occhi.
I mendicanti mi danni tutti i loro soldi.
Non ho bisogno di altro che di uno specchio per il resto della mia
vita.
I miei primi cinque anni li ho vissuti in pollai senza abbastanza bacon.
Mia madre mostrava la sua faccia da strega di notte e raccontava
storie di barbe blue.
I miei sogni mi sollevano dal mio letto.
Ho sognato che saltavo nella canna di una rivoltella per far la lotta
con un proiettile.
Ho incontrato Kafka e lui è saltato sopra una casa per fuggire da me.
Il mio corpo è diventato zucchero, versato nel tè ho trovato il signifi-
cato della vita.
Non avevo bisogno d'altro che di inchiostro per essere un negro.
Cammino per la strada in cerca di occhi che accarezzino la mia faccia.
Ho cantato negli ascensori credendo di andare in paradiso.
Sono sceso all'86° piano, ho camminato per il corridoio in cerca di mozziconi freschi.
Il mio sperma diventa un dollaro d'argento sul letto.
Guardo fuori dalla finestra e non vedo nessuno, vado giù nella strada,
guardo verso la mia finestra e non vedo nessuno.
Allora parlo all'idrante dei pompieri, e gli chiedo "Hai delle lacrime
più grandi delle mie?"
Nessuno in giro piscio dove capita.
Mie trombe di Gabriele, mie trombe di Gabriele: spiegate i canti di
gioia, il mio gaio giubilo.


(peter orlovsky)

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