Con
alcuna sorpresa, sono apparse ieri sui giornali le esternazioni riguardo l’apertura
sconsiderata ed acritica all‘UdC da
parte di Samuele Biondi, neosegretario Provinciale del PD, in tutte quelle che
saranno le prossime amministrative nel fermano. In altri tempi, quelli
caratterizzati da una vivacità politica riguardevole, si sarebbe gridato allo
scandalo, le forze di sinistra ed i loro elettori avrebbero protestato ed organizzato
una coalizione che tenesse fuori proprio questo nuovo progetto centrista, di
restaurazione della vecchia Democrazia Cristiana, iniziata nelle sedi dello
stesso PD ove si può notare la foto di Aldo Moro primeggiare nei confronti di
quella di Enrico Berlinguer. E ci sarebbero riuscite. Invece così non è, con le
macerie della “sinistra che non c’è” in preda alla più paradossale Sindrome di Stoccolma: innamorati del proprio carnefice, quel PD che prova in tutti i
modi a liquidarli, e che li ha anche scacciati dal Parlamento attraverso uno
sbarramento ad hoc, senza manco uno straccio di peccato originale. Quella “sinistra
che non c’è” tace ed acconsente. E guarda Bersani e Casini come figurine della
politica (ce l’ho, non ce l’ho, quella o quell’altra poltrona), l’uno residuato COOPerativo dopo la caduta del muro, l’altro
inossidabile fariseo per tutte le stagioni. Fintamente a favore del popolo,
verosimilmente sostenitori dei poteri forti che non notano differenze con le
destre berlusconiane. Sempre pronti ad osteggiare ogni lotta popolare per poi
cavalcarne gli esisti, se convenienti al mantenimento del loro status quota. D’altronde, le menzogne
diventano facilmente verità, se c’è un qualche potere a sostenerle, e si
troveranno comunque masse di disattenti votanti, sempre più complici. Che poi
questo fantomatico “modello Marche” a cui si riferiscono è mera invenzione,
puro marketing politico, una sorta di mostro di Loch Ness con tanto di gadget e
turismo partitico. Un modello ipotetico da sbattere in faccia ai cittadini per
vedere l’effetto che fa, con l’unico scopo di far fuori le forze della sinistra,
quella già dispersa di suo ma che aspetta come tanti pulcini pigolanti le
molliche da spartirsi. O forse è un modello reale, sono loro, i brontosauri
della politica, che si nascondono, poco e male, dentro il lago dell’opportunismo
politico, mostrandosi ai curiosi come animali preistorici sopravvissuti alla
glaciazione.
In
tutti i casi i cittadini posso ucciderli idealmente questi mostri, con l’arma
del voto. Altrimenti ne sarebbero corresponsabili, anch’essi mostruosi. Noi del
PRC abbiamo intrapreso un altro percorso nel fermano, ove sia possibile,
indicando una nuova strada, sicuramente tortuosa e scomoda, ma l’unica che può
arrivare in cima e scoprire il massimo d’orizzonte.
Simone
Tizi, Segretario del Circolo del PRC di Fermo e P.S. Giorgio