martedì 1 dicembre 2009

Pacifisti


Afghanistan: Roma promette ulteriori truppe ad Obama*. Sarà la spesa sociale a pagarne il conto?

Gli USA si aspettano che gli “alleati”/subalterni NATO mandino 10.000 soldati in Afghanistan. Berlusconi avrebbe promesso di incrementare il nostro contingente di 4-500 soldati, forse ritirandone altri da Libano o Kosovo, riferisce La Stampa (27 novembre 2009).

Ma chi pagherà il conto? Il quotidiano italiano riferisce che la missione in Afghanistan brucia oltre 500 milioni di euro all’anno, per giunta al netto di stipendi e usura dei mezzi. Ogni soldato costa circa 220 mila euro in termini di equipaggiamento, cibo e acqua, munizioni, carburante (solo di gasolio se ne bruciano 30 tonnellate al mese), che per via degli assalti della resistenza costano molto di più dei normali “pezzi di mercato”. Se il governo deciderà di inviare 500 soldati, serviranno altri 100 milioni di euro ogni anno.

Guarda caso, 500 milioni di euro sono l’entità dei tagli alla scuola del governo Berlusconi. Si taglia dunque l’istruzione per servire gli USA in Afghanistan?

Non si creda che il centrosinistra avrebbe fatto diversamente. Un’interpellanza del 2 luglio 2009 del sottosegretario di Stato per l’istruzione Giuseppe Pizza ha posto l’attenzione sulla cosiddetta “clausola di salvaguardia” introdotta dal governo Prodi nella legge finanziaria 2007. Il comma 620 dell’art. 1 della legge n. 296/07 aveva previsto per la scuola i seguenti risparmi: euro 448,20 milioni per l'anno 2007, euro 1.324,50 milioni per l'anno 2008 e euro 1.402,20 milioni per l'anno 2009. Risparmi da ottenere tramite taglio di docenti e personale amministrativo. Se il risparmio previsto non fosse stato realizzato, ecco la clausola per realizzare i detti risparmi tagliando i finanziamenti diretti alle scuole. Per l’impraticabilità politica di realizzare tutti i tagli previsti, il governo Prodi la dovette sospendere. Ora è il centrodestra ad usare la mannaia sulla scuola. Ed a buttare in mezzo alla strada lavoratori di questa nazione per pagare il conto delle guerre di Washington.

(*) Premio Nobel per la Pace

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