domenica 31 agosto 2008

I somari dell'Impero



Lo stato maggiore del Partito Democratico è tutto a Denver al Pepsi Center per la Convescion democratica. Da Walter Veltroni a Francesco Rutelli, da Piero Fassino a Guglielmo Epifani, con una folta schiera di amici, parenti e collaboratori, son tutti lì a spellarsi le mani (ma è da escludere che almeno Rutelli capisca quello che dicono). In Italia nel loft non è rimasto nessuno; altri tempi rispetto a quando qualcuno al Bottegone restava pure a ferragosto.

Ovviamente Veltroni si è affrettato a spiegare che va bene il Pepsi Center, ma anche la Coca-Cola gli piace e va bene Barak Obama, ma anche su John McCain non ha nulla da dire. Appunto.

Tanto schieramento del PD non ha rivali. Non ci sono infatti (almeno a questo livello) delegazioni né del PSOE spagnolo, né del New Labour inglese (e vorrei vedere visto che quattro anni fa Tony Blair fece campagna per George Bush!) né dei socialisti francesi o dei socialdemocratici tedeschi.

Solo i nostri vanno. A far cosa non si sa bene. Forse a imparare come si fa a fare un congresso senza farlo (questo è in fondo una Convescion), con i delegati trasformati in ragazze pon-pon. Yes we can… andare in vacanza in Colorado.

Riapro alle 12.35 del 29 agosto. Mi rendo conto di aver commesso un errore. PSOE, New Labour, PSF e SPD sono almeno membri dell’Internazionale Socialista. PD e PD sono membri dell’internazionale del nulla.


... Non ci credete, date retta ancora al Veltroni che assicura «non sono mai stato comunista»? Gustatevi un paio di citazioni: «Si esalta nell’originale elaborazione italiana l’affermazione di Lenin secondo la quale la democrazia e il socialismo si saldano fortemente e la rivoluzione democratica apre la strada a quella socialista».

Vi risparmiamo quella su Ho Chi Minh e «il piccolo popolo che ha sconfitto il grande colosso americano», anche quella sull’«asservimento della Democrazia Cristiana e dell’Italia stessa al soldo ed al volere degli americani», per passare a questa che farà la gioia dei nuovi partner coi quali ha fondato il Pd: «Occorrerebbe, per svolgere un’opera di reale rinnovamento, che la Dc condannasse se stessa per il suo passato, per l’espulsione dei comunisti dal governo dopo la guerra, per aver venduto agli americani il proprio partito, e il nostro Paese, per aver giocato la carta della legge truffa», quella del premio di maggioranza. Non è Massimo D’Alema questo, e nemmeno Oliviero Diliberto. È Veltroni del 1976, annata memorabile. È più trasformista di Fregoli, più camaleontico di Zelig, più versatile di Noschese. Non vi stupite se si togliesse gli occhiali, due o tre lampade al viso ed eccolo a intercalare «mi consenta», con la «e» stretta di Berlusconi. Che tutto sommato, pur coi suoi 71 anni, è politicamente più giovane di lui.

Da Giornalismo partecipativo e Dagospia

venerdì 29 agosto 2008

Un plebiscito per Evo Morales in Bolivia


Ha governato per 30 mesi avendo tutti i media del paese contro. Ha governato per due anni e mezzo con l’Ambasciata degli Stati Uniti tramandogli contro e con un’opposizione eversiva e razzista che considera intollerabile che lui, un indio, governi il paese. Gli hanno impedito di fare campagna elettorale, e minacciandolo costantemente di morte, perfino di entrare in varie regioni. Eppure lui, Evo Morales, il presidente indigeno della Bolivia, ha aumentato di quasi mezzo milione i voti presi nel 2005, passando da un già straordinario 54% a un plebiscitario 64% di consensi.
Se si pensa che, nel solo anno 2007, l’agenzia governativa statunitense USAID ha speso 124 milioni di dollari per destabilizzare il governo boliviano, finanziare l’opposizione, e fomentare la secessione, il risultato del referendum revocatorio di domenica in Bolivia, che ha visto riconfermare Evo Morales addirittura aumentando del 10% i propri voti, rappresenta un risultato storico per il paese e per tutta l’America latina integrazionista. Ancora una volta nel Continente, il potere dei soldi, la volontà delle multinazionali e di governi come quello statunitense o spagnolo e il controllo totale dei media da parte delle oligarchie locali, non ha potuto trionfare.
Evo Morales perciò esce dal referendum revocatorio indubbiamente rafforzato sia politicamente che come leader nazionale e regionale. L’opposizione, che ha fatto dell’autonomismo la foglia di fico dietro la quale conservare i privilegi delle minoranze bianche e ricche, ha perso due dei sei prefetti (governatori ) che aveva, vedendo circoscritta almeno parzialmente la sua area di influenza.
Tuttavia, l’opposizione stessa ha immediatamente rilanciato, dimostrato che non intende fare un solo passo indietro e che il lugubre slogan di “tumbar el indio”, “seppellire l’indio”, continua ad essere il cuore, se non l’unico punto, del proprio programma politico. Mentre il presidente Morales tende la mano ai prefetti confermati, invitandoli a garantire la legalità e a trovare la maniera di conciliare gli statuti autonomisti (illegali) con la nuova Costituzione approvata dall’Assemblea costituente, dall’opposizione i toni sono tutt’altro che concilianti. Il prefetto di Cochabamba, che è tra i revocati dal voto popolare, si rifiuta di riconoscere il risultato e apre una crisi potenzialmente violenta per la propria rimozione. Quello di Santa Cruz, che invece è stato riconfermato, prepara un corpo di polizia autonomo imperniato sulle bande neofasciste della Unión de la Juventud Cruceña (UJC) e intima al governo di non fare alcun passo per far entrare in vigore la nuova costituzione. Sarebbe la secessione strisciante.
A questo punto è evidente che la maggioranza è di fronte alla necessità di ristabilire comunque la legalità repubblicana rispetto all’eversione rappresentata da un’opposizione che lavora per il Re di Prussia statunitense per dividere il paese e impedire il cambiamento democratico. E’ necessario far valere il risultato straordinario del referendum revocatorio, che dimostra che Evo Morales è il presidente di tutti i boliviani e che ha dalla sua uno straordinario appoggio popolare, e avanzare con l’entrata in vigore della nuova Costituzione che sposterà gli equilibri e permetterà la riforma agraria e la redistribuzione delle rendite delle principali ricchezze del paese.
Un presidente che di fronte alla violenza generalizzata della destra rinuncia a poter viaggiare in varie regioni del paese (che è quello che è successo in questa campagna elettorale) resta un presidente dimezzato. I movimenti sociali, le grandi maggioranze, la piazza è con Evo. Il revocatorio ha dimostrato che è giunto il momento della controffensiva.
Fonte: www.gennarocarotenuto.it

Star me kitten



All'interno della prima colonna sonora di X-Files, Songs in the key of X, sono inserite diverse stranezze musicali, che si possono etichettare come vere e proprie perle. Da un inedito dei Soul caughing, Unmarked helicopters, fino alla prima ed unica collaborazione tra Elvis Costello e Brian Eno, My dark life. Ma il brano più sorprendente ed inatteso è Star me kitten dei R.E.M., per l'occasione "cantato" (in realtà è una sorta di spoken word) dall'indimenticato scrittore de Il pasto nudo, William S. Burroughs. Il risultato è veramente straniante ma assolutamente meraviglioso. La crudezza della voce spezzata dall'età del maestro della beat generation si sposa perfettamente con l'angelico brano (originariamente presente nell'album Automatic for the people) del gruppo di Athens, Georgia.
In una parola: magico.

Parole, colori, luci, suoni, pietra, legno, bronzo appartengono all'artista vivente. Appartengono a chiunque sappia usarli. Saccheggiate il Louvre!

William S. Burroughs

martedì 26 agosto 2008

Tainted love



Versione claustrofobica firmata Coil del brano di Ed Cobb, inciso per la prima volta da Gloria Jones. Per me, la versione definitiva.

lunedì 25 agosto 2008

Firmiamo per Dante De Angelis


Le FS hanno licenziato il macchinista/RLSDante De Angelis. L'aver esercitato il diritto di critica ed il ruolo di scrupoloso RLS è costato, ancora una volta, il posto di lavoro a Dante De Angelis, macchinista in forza al deposito locomotive di Roma S. Lorenzo. Con questo atto la Società vorrebbe chiudere la bocca ad un delegato che ha osato mettere in evidenza le possibili lacune, ammesse anche dallo stesso AD Moretti, che hanno determinato lo spezzamento di due Eurostar nell'arco di 10 giorni. Con questa azione, che segue quella degli 8 licenziamenti di Genova ai danni di operai che avevano già terminato l'attività di manutenzione programmata il gruppo dirigente delle FS spa apre uno scontro senza precedenti contro i lavoratori delle FS, ai quali si chiede di tacere anche quando, nel ruolo di RLS, hanno l'obbligo di segnalare ogni possibile elemento di rischio che possa pregiudicare la sicurezza dei lavoratori, dei treni e dei cittadini che ogni giorno li usano con fiducia.Dopo le abbuffate di ipocrisia (precedenti la stesura del Testo Unico) che lo volevano al centro di un sistema virtuoso tendente al progressivo miglioramento delle condizioni di sicurezza nei luoghi di lavoro, il ruolo del RLS, col licenziamento di Dante De Angelis, torna a essere quello delle origini: scomodo e, quindi, da ridurre al minimo, al silenzio. In più, Dante è stato licenziato perchè ha posto al servizio della collettività, dei cittadini-viaggiatori, la propria esperienza, una sorta di garanzia che, per qualità del servizio ferroviario, si potesse contare soprattutto sui diretti artefici: i ferrovieri stessi.Per questo abbiamo tutti il dovere di rispondere in modo adeguato a questa sfida, richiedendo il reintegro immediato di Dante De Angelis.
Firmate qui:

sabato 23 agosto 2008

Can, outtake



La storia musicale della Germania non può prescindere dai Can. Holger Czukay, bassista ed ingegnere del suono, fonda il gruppo alla fine degli anni sessanta insieme ad un manipolo di cavalieri cosmici allievi del maestro Karlheinz Stockhausen, un gruppo destinato a custodire e glorificare la Luce...


Oggi sono disponibili 4 cd di outtake che vanno dal 1969 al 1977. Qui si possono scaricare.

venerdì 22 agosto 2008

Il Pd spara



No, tranquilli, non sono tornate le Br, men che meno il terrorismo, non esiste neanche quello internazionale, se non di Stato. No, non ce l'hanno con il capo della Dc, quello che Gaber indicava come il responsabile maggiore di trent'anni di cancrena italiana. No, niente di tutto questo. In realtà è successo che il ministro ombra del Pd, tal Tenaglia Lanfranco, prenda posizione a favore del tabaccaio di Aprilia che ha sparato a dei ladruncoli uccidendone uno. Poco importa se avevano rubato solo un centinaio di stecche di sigarette ed erano voltati di spalle perché stavano scappando, poco importa. L'essenziale, ciò che rende "giustizia", è aver freddato uno di questi pericolosi delinquenti che rovinano il buon nome dell'Italia più razzista ed ignorante dai tempi del fascismo, quello originale, docg, in camice nere, olio di ricino ed eia eia, alalà!.

E se non ci può stupire che La Russa difenda il tabaccaio pistolero, in sintonia con quel fascismo d'antan che si differenziava da quello d'oggi solo per essere meno sofisticato, di certo si rimane basiti nel leggere le dichiarazioni di questo sedicente uomo di sinistra che svolge il ruolo farsa di Ministro ombra della Giustizia. E se non bastasse questo ad intristirci, ci si può fare dell'ulteriore male leggicchiando quelli de Il Foglio, che elogiano Tenaglia parlando di piccola ma significativa rivoluzione copernicana del Pd. Vomitevole. Che schifo.

Purtroppo questo è il Pd, questi sono i suoi uomini e queste sono le presunte idee che vorrebbero portare avanti, facendo finta di fare opposizione. Ma opposizione a cosa? credo che l'unica opposizione riuscita perfettamente sia quella alle uniche forze di sinistra, che ha contribuito ad estromettere dal Parlamento.

Spero che gli elettori di sinistra abbiano finalmente aperto gli occhi.

giovedì 21 agosto 2008

Briatore low cost



«La crisi c’è e si sente a tutti i livelli. Ma a dimostrazione che il mio locale non è un’esclusiva per ricchi, abbiamo deciso di riservare un menu turistico a 200 euro».

Flavio Briatore

Serve un commento?... e poi vogliono dichiarare fuorilegge i partiti ed i simboli che sono per l'equità e la redistribuzione in un mondo dove poche persone possiedono ricchezze equivalenti a quelle di interi Stati. In quello stesso mondo ove i due terzi della popolazione vivono di stenti.

Fuori legge!


Il Partito della Rifondazione Comunista e i Giovani Comunisti di Catania esprimono sconcerto per la notizia appresa dal quotidiano “La Repubblica” secondo la quale la militanza dentro il PRC sarebbe stata una delle cause per le quali un giudice del tribunale di Catania ha deciso di affidare un minore al padre togliendolo alla madre con la quale viveva. Ci sembra innanzi tutto gravissimo che i servizi sociali, sulla cui relazione la sentenza si fonda, abbiano ricollegato la militanza politica dentro Rifondazione all'utilizzo di sostanze stupefacenti ed alcoliche e che abbiano descritto la nostra comunità come un gruppo di pericolosi estremisti dal quale le istituzioni devono allontanare i giovani. A nostro avviso trattasi di dichiarazioni di una gravità senza precedenti che dimostrano innanzi tutto un'allarmante carenza di imparzialità da parte delle istituzioni pubbliche coinvolte nella vicenda che dovranno dare spiegazioni in tutti i luoghi deputati sul discredito che hanno gettato sul Partito della Rifondazione Comunista. Teniamo inoltre a chiarire che il Circolo Tien An Men al quale sono iscritti gli studenti delle scuole superiori, costituisce un oasi felice nella realtà giovanile di Catania. Passione politica, impegno sociale, antimafia, antifascismo costituiscono le basi sulle quali si fonda la comunità che il circolo rappresenta nel Partito, nelle scuole e nella città.

Infine vogliamo ricordare che essere comuniste e comunisti significa, soprattutto in Sicilia, essere dalla parte dei più deboli e degli sfruttati, dei lavoratori, dei migranti e degli studenti. Dalla parte degli esclusi ed emarginati da questa società. Iscriversi a Rifondazione Comunista significa quindi scegliere di appartenere ad una comunità che continua a battersi contro le ingiustizie di questa terra, contro un potere mafioso sempre più potente che continua a mortificarla dentro e fuori le istituzioni . Militare nei Giovani Comunisti significa, poi, per i giovani scegliere di battersi contro i mali di una generazione che tra precarietà, disoccupazione e disgregazione sociale vede il proprio futuro sempre più incerto e insicuro. Invitiamo quindi i servizi sociali catanesi ad esprimere giudizi solo dopo aver conosciuto la realtà di cui parlano, per non correre il rischio di apparire o come i servi sciocchi di chi combatte le comuniste e i comunisti perché troppo scomodi in una realtà come Catania, o come un organo politicamente orientato e pertanto non obiettivo e discriminatorio.

Infine esprimiamo la massima solidarietà ad una famiglia che ha visto la propria vita privata sbattuta sui giornali e ad una madre che se dovesse definitivamente perdere l'affidamento di suo figlio per le ragioni riportate da Repubblica sarebbe vittima di un'ingiustizia giuridica senza precedenti.


Il segretario del Partito della Rifondazione Comunista di Catania Pierpaolo Montalto

Il Coordinatore Provinciale dei Giovani Comunisti Valerio Marletta

Il Segretario del Circolo "Tien An Men" Emanuele Saluzzo

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Quello che è accaduto a Catania è un fatto di una gravità inaudita. Sulla base di una relazione dei servizi sociali (cioè di una struttura pubblica), il Tribunale di Catania ha motivato la sottrazione dell'affido di un ragazzo sedicenne alla madre con l'argomentazione, tra le altre, che egli è iscritto ai Giovani Comunisti del Prc.Delle due l'una: o l'ordinanza viene immediatamente ritirata oppure si accetta il principio per il quale aderire ad un partito comunista costituisce fattispecie di reato. Facciamo appello alla sensibilità democratica del Paese e alle istituzioni: serve un segnale forte, immediato, una denuncia politica e una grande mobilitazione sociale. Altrimenti ne dovremmo dedurre che in Italia non c'è più democrazia e che tutti noi, facenti parte di "gruppi di estremisti" - come ci definisce il Tribunale di Catania - saremo a breve nelle condizioni di essere posti fuori legge e, perché no?, condannati da un nuovo Tribunale speciale.


Claudio Grassi :: Coordinatore naz.le di Essere comunisti - Area politica del PRC

mercoledì 20 agosto 2008

Nuovo Fascismo Italiano



L’esercito dichiara guerra al kebab. Il panino, e il suo sfortunato possessore, sono stati colti in flagranza di ordinanza a San Zeno, nei giardinetti di piazza Corrubio. Ma se l’uomo se l’è cavata solo con una reprimenda da parte delle pattuglie miste esercito-carabinieri, il kebab ha concluso i suoi giorni in anticipo in un cestino dell’immondizia, accanto alla bottiglia di birra semivuota che il suo possessore teneva nell’altra mano.
Uomo e panino sono finiti nel mirino della ronda voluta dal ministro Maroni incaricata di garantire una migliore sicurezza in quei luoghi della città che potrebbero essere a rischio. Sono stati accusati di disturbare il decoro dei poco decorativi giardini e quindi, entrambi, sono stati allontanati sotto gli occhi di alcuni testimoni. L’unica colpa dell’uomo, uno straniero forse nordafricano, è stata quella di assopirsi al fresco dei giardini con il kebab in una mano e la birra nell’altra. «Non un grande spettacolo, d’accordo», racconta uno dei presenti, «ma non faceva nulla di male. Secondo me non era neppure ubriaco».
Ma tant’è, all’inflessibile pattuglia mista appiedata il potenziale pericolo non è sfuggito. «Si sono avvicinati e lo hanno costretto ad alzarsi e ad allontanarsi. E fin lì lo possiamo anche capire. A me l’esercito in città non piace, però sono favorevole alle iniziative del sindaco per migliorare la sicurezza». Quello che non è piaciuto tanto, ai testimoni presenti, è stata l’insistenza dei militari che hanno costretto l’uomo a gettare il panino, seguito dalla birra, nel cestino: «Che bisogno c’era? Lo stava mangiando, era roba sua. Se non volevano che mangiasse lì, potevano dirgli di spostarsi. Passi per la birra, se temevano che fosse ubriaco. Ma perché fargli buttar via il panino? Sembrava più un gesto di disprezzo che un’esigenza di sicurezza».
Cose che accadono là, a due passi da dove il vescovo moro aiutava i veronesi poveri e dove oggi si conclude la sfilata del carnevale più antico d’Italia.

Purtroppo, stavolta, non si è trattato di uno scherzo.

Da l'Arena del 14 agosto 2008

sabato 16 agosto 2008

Avrei preferenza di no



Disquisendo su quali siano quelle letture che si abbandonano e si riprendono per tutta la vita, difficoltose ed impervie, spesso insormontabili, mi è tornato alla mente un racconto che è l'esatto contrario: lo leggi tutto d'un fiato, e ti rimane da subito dentro, per sempre. Parrà strano che tra balene bianche e capitani Achab, trascinati nell'abisso dalla loro stessa ossessione, di un autore come Melville si ricordi con più fervore un piccolo libro di appena un centinaio di pagine. Eppure è così.

Raramente mi è capitato di innamorarmi senza scampo del personaggio di un libro. Raramente mi sono sentito elettivamente così vicino ad una creatura che abita il mondo cartaceo dei sogni. E raramente premendo le mani sul viso, ho rivisto attraverso quel buio, come impressa indelebilmente, una sola e laconica frase pronunciata e reiterata fino alla nausea.

La frase è "avrei preferenza di no" (I would prefer not to), e ad enunciarla è Bartleby, lo scrivano.

In risposta ad un'inserzione, un immobile giovanotto comparve un bel mattino sulla soglia del mio ufficio, essendo la porta aperta perché s'era d'estate. Rivedo ancora quella figura, scialba nella sua dignità, pietosa nella sua rispettabilità, incurabilmente perduta! Era Bartleby.

L'apologia del "disattivismo", la ribellione ai ritmi della Wall Street dell'epoca, l'irrazionalità contagiosa, l'ingenuo nichilismo.

Immaginate la mia sorpresa, meglio la mia costernazione, quando senza muoversi dal suo privato, Bartleby con voce singolarmente mite, ma ferma, replicò: "Avrei preferenza di no".

Uno dei libri dell'ottocento fondamentali per il novecento, assieme a Memorie del sottosuolo di Fëdor Dostoevskij.

venerdì 15 agosto 2008

Capri batterie


Joseph Beuys
Capri-Batterie (Capri Battery)
1985

Questa "scultura sociale" dell'artista protagonista dell'avanguardia Joseph Beuys è frutto del suo amore per Capri, e sottolinea che le risorse energetiche e i materiali organici sono limitati. Il limone dà l'energia che non è rinnovabile. E richiama immediatamente alla mente la corrispondenza tra tecnologia e natura, tra sfruttamento e risorse limitate. E' semplicemente un'opera assoluta: geniale e bellissima.

giovedì 14 agosto 2008

Gli eserciti segreti della Nato



Nel 1990 Giulio Andreotti rivelò al pubblico l'esistenza in Italia dell'esercito segreto Gladio. All'epoca si vociferava che Gladio avesse legami con il terrorismo, e che la CIA e i servizi britannici avessero organizzato eserciti segreti molto simili in tutti i paesi dell'Europa occidentale. Si diceva, inoltre, che questi fossero coordinati dalla NATO e che avessero l'obiettivo di bloccare sia le invasioni comuniste sia ogni tentativo delle sinistre di conquistare il potere. In Inghilterra la stampa ne parlò come del «segreto politico-militare meglio conservato e più pericoloso dalla Seconda Guerra mondiale». La vicenda fu poi sotterrata e, almeno fuori d'Italia, non se ne parlò più. Quindici anni dopo, questo libro presenta il primo dettagliato e sconvolgente studio sugli eserciti segreti della NATO in tutta Europa, raccontando come i soldati fossero armati di esplosivi e armi, addestrati in centri non ufficiali su remote isole del Mediterraneo, nonché in Inghilterra dal SAS, le forze speciali dell'aeronautica, e negli Stati Uniti dai Berretti Verdi. Eserciti segreti analoghi a Gladio sono esistiti non solo in Italia, ma anche in altri undici paesi NATO e persino in quattro paesi neutrali (Svezia, Finlandia, Svizzera, Austria), e in alcuni casi erano tragicamente legati al terrorismo, alla "strategia della tensione", a colpi di Stato e all'utilizzo della tortura.

«Questo attento, sistematico e incisivo studio racconta, per la prima volta, la fosca storia degli eserciti segreti creati dalla NATO, rivelandone la portata e le minacciose implicazioni: pur creati originariamente a scopo di difesa, la "difesa", come la storia dimostra, spesso può coprire azioni terroristiche, aggressioni e manipolazioni delle popolazioni nazionali. Nel clima attuale, in modo particolare, è necessario che i cittadini siano più vigili del solito. L'importante libro di Ganser dovrebbe essere letto immediatamente da quanti sono preoccupati da queste istanze cruciali». Noam Chomsky

Daniele Ganser, Gli eserciti segreti della Nato. Operazione Gladio e terrorismo in Europa occidentale. Fazi Editore.

mercoledì 13 agosto 2008

A change is gonna come



A Change is Gonna Come nasce da una serie di circostanze che investirono la vita di Sam Cooke nel 1963.
Il confronto con alcuni studenti impegnati in una manifestazione per i diritti civili, a Durham nel North Carolina; la morte del figlio Vincent, appena diciottenne, avvenuta nel giugno dello stesso anno; l’arresto subìto in ottobre a Shreveport, in Louisiana, per il solo fatto di aver chiesto una stanza in un motel “per soli bianchi”; l’ascolto di “Blowin’ in the wind” di Bob Dylan… tutti questi fatti determinarono l’urgenza di Cooke di esprimere un concetto molto chiaro: non sappiamo cosa ci sia dopo la morte e, proprio per questo, ad ogni essere umano deve essere garantita giustizia, una vita degna su questa terra. Dylan chiedeva: "how many years can some people exist, before they're allowed to be free?". Cooke rispose: “Soon”. “A change is gonna come”.
La canzone fu registrata il 21 dicembre 1963, ma la RCA, disturbata dal suo esplicito messaggio politico, la mise da parte.
L’11 dicembre 1964, Sam Cooke fu ucciso in un motel di Los Angeles, in circostanze mai del tutto chiarite. Solo a questo punto la RCA si decise a pubblicare “A change is gonna come”, che divenne subito l’inno del Movimento per i Diritti Civili. Purtroppo, a causa di una lunga e penosa disputa legale tra case discografiche, questa bellissima canzone non poté per molti anni essere riproposta dopo la sua prima pubblicazione. Nel 1992, Spike Lee l’aveva prevista nella colonna sonora del suo “Malcolm X” ma alla fine non fu possibile includerla...

Tratto da Canzoni contro la guerra e da Wikipedia.

Strange fruit di Billie Holiday è un brano crudo e spietato, una denuncia diretta che è un pugno allo stomaco. Ma la canzone di Sam Cooke è inarrivabile. Il lirismo, il soul, e quell'apertura unica, I was born by the river, che rimarrà per sempre. Sam ha influenzato tutto il movimento venuto dopo, dal soul al rock. E poi fu uno dei primi neri a fondare un'etichetta propria. Era un cantante, compositore e produttore. E questo dava fastidio ai bianchi, a tal punto che in molti pensano che Sam sia stato fatto fuori (una morte molto controversa) da chi vedeva nella sua emancipazione un esempio pericoloso che altri neri potevano seguire, la dimostrazione che non esistono razze inferiori.

A change is gonna come

P.s. Due sono i dischi di Sam Cooke da avere assolutamente: Night beat (1963) e Ain't that good news (1964), in quest'ultimo c'è A change is gonna come. Lo stesso brano è inserito anche in Otis blue/Otis Redding sings soul, l'immortale disco di Otis Redding del 1966. Poi ci sono decine di cover fatte fino ad oggi, ma quella di Otis rimane la migliore.

Avere coraggio



Volevo che tu imparassi una cosa: volevo che tu vedessi cosa è il vero coraggio, tu che credi che sia rappresentato da un uomo col fucile in mano. Aver coraggio significa sapere di essere sconfitti prima ancora di cominciare, e cominciare egualmente e arrivare fino in fondo, qualsiasi cosa succeda. E' raro vincere, in questi casi, ma qualche volta succede...

Tratto da Il buio oltre la siepe di Harper Lee, pagina 120. Un libro che è uno dei più grandi insegnamenti: educativo e ironico, antiborghese e pietoso, antirazzista ed innocente. Un capolavoro assoluto da tramandare alle nuove generazioni, ma soprattutto da inculcare a quelle attuali, che sono diseducate sentimentalmente e dovrebbero crescere quelle future con furore antico.

martedì 12 agosto 2008

Strange overtones



Nuova collaborazione tra David Byrne (già leader dei Talking Heads) e Brian Eno (maestro della sperimentazione). Il disco si chiama Everything that happens will happen today e dal sito si può scaricare il brano Strange overtones.

Qui

By this river di Eno, tanto per riascoltarla

lunedì 11 agosto 2008

Strange fruit



Corre l’anno 1939, Billie Holiday si esibisce al Cafè Society di New York, uno dei pochi locali che permette anche alla gente di colore di entrare. Un posto molto speciale dove si incontrano intellettuali e musicisti. Nel locale di Sheridan Square, la Holiday incontra per la prima volta Abel Meeropol, poeta, scrittore, compositore e fervido attivista politico-marxista.
Su un tavolo del Cafè Society, Meeropol, sotto lo pseudonimo di Lewis Allen, e la Holiday scrissero i versi di Strange Fruit.
Una canzone bellissima, drammatica, agghiacciante sui linciaggi dei neri negli Stati Uniti del Sud: “gli alberi del Sud producono uno strano frutto, sangue sulle foglie e sangue sulle radici, un corpo nero che ondeggia nella brezza del Sud, uno strano frutto che pende dai pioppi… qui c’è un frutto che i corvi possono beccare, che la pioggia inzuppa, che il vento sfianca, che il sole marcisce, che l’albero lascia cadere, qui c’è uno strano e amaro raccolto”. Gli strani frutti sono i corpi degli impiccati che penzolano dai pioppi.
Strange Fruit è una canzone durissima, le tragedie del razzismo e del Ku Klux Klan, naturalmente, allora non erano i migliori temi da mettere in musica. Un brano di denuncia sociale quando le battaglie per i diritti civili non erano neanche all’orizzonte. Nessuna casa discografica, infatti, all’inizio accetta di pubblicare il brano. La cantante, però, crede molto nel brano e continua a cantarlo. Lentamente il brano sconfigge censure e paure.
La Holiday ha la voce ideale per cantare i versi di Allen. Una voce rotta, dolente, spezzata, fortemente evocativa e fiera. Nelle sue interpretazioni sensualità e tragedia si combinano secondo un’espressione intensa che difficilmente pare obbligata ad assecondare i gusti del pubblico. Tecnicamente si ispira allo stile sassofono di Lester Young, anticipa le battute, avvolge la melodia di base con tante piccole note, sospiri o pause.
Billie Holiday fu condannata ad essere una donna ai margini infelice, prima bimba povera e molestata, dopo, da giovane cantante aveva visto i corpi neri penzolare dagli alberi; più volte, soprattutto negli Stati del Sud, le era stata negato l’uso della toilette dei locali nei quali si esibiva. A causa del colore della sua pelle fu costretta ad abbandonare diverse orchestre...

Tratto da Billie Holiday eseguirà... Strange fruit. La storia e il mito di una canzone all'origine del Movimento per i diritti civili di David Margolick, Edizioni Arcana (2000).

Video

Shaft



E' morto Isaac Hayes, icona del soul, nonché la pelata più groovy del pianeta. Autore di dischi immortali come Hot buttered soul e colonne sonore d'eccezione come Shaft. Negli ultimi anni aveva prestato la voce a Chef, il personaggio nero dell'irriverente serie animata South Park. Aveva 65 anni, e le circostanze della sua dipartita non sono state spiegate dalle autorità.

Per ricordarlo nel migliore dei modi, una traboccante e sensuale rilettura della Walk on by di Burt Bacharach.

Rip

domenica 10 agosto 2008

My heart, my life



Maestro indiscusso del Qawwali, la musica devozionale sufi, Nusrat Fateh Ali Khan ha collaborato con Michael Brook (chitarrista, compositore ed inventore canadese) in un un disco spettacolare come Night song. Nusrat è scomparso poco dopo a soli 49 anni (era il 1997) lasciando un'eredità infinita e un vuoto incolmabile. Il suo Pakistan e tutti coloro che hanno avuto la fortuna di ascoltarne l'innodia orbicolare attraverso la sua voce piena, fluttuante e mistica oggi soffrono l'assedio dell'assenza.

Video My heart, my life

Download brano My heart, my life

Download album Night song

sabato 9 agosto 2008

Un luna park del cuore



25

Il mondo è un gran bel posto
per nascerci
se non date importanza alla felicità
che non è sempre
tutto questo spasso
se non date importanza ad una punta d'inferno
qua e là
proprio quando tutto va bene
perché anche in paradiso
non è che cantino
tutti i momenti
Il mondo è un gran bel posto
per nascerci
se non date importanza alla gente che muore
continuamente
o è soltanto affamata
per un po'
che in fondo poi fa male la metà
se non si tratta di voi

Oh il mondo è un gran bel posto
per nascerci
se non vi state troppo a preoccupare
di qualche cervello morto
su ai posti di comando
o di una bomba o due
di tanto in tanto
contro le vostre facce voltate
o di consimili scorrettezze
cui va soggetta la nostra
società di Gran Marca
con i suoi uomini che si distinguono
e i suoi uomini che si estinguono
e i suoi preti
e altri scherani

e con le varie congregazioni
e congressuali investigazioni
e altre costipazioni
che sono il retaggio
della nostra carne demente

Sì il mondo è il posto più bello del mondo
per un sacco di cose come
fare la pantomima della farsa
e fare la pantomima dell'amore
e fare la pantomima della tristezza
e cantare in sordina e avere ispirazioni
e andare a zonzo
guardando tutto
e odorando i fiori
toccando il culo alle statue
e persino pensando
e baciando la gente e
facendo figli portando pantaloni
e agitando cappelli e
ballando
e andando a bagnarsi nei fiumi
e fare dei picnic
in piena estate
o solo genericamente
"godendosi la vita"
ma poi proprio in mezzo a tutto quanto
arriva sorridente il
beccamorto

(lawrence ferlinghetti)

"La poesia che si è fatta udire di recente è ciò che potrebbe essere chiamata 'poesia di strada'. - Afferma Ferlinghetti - Perché consiste nel far uscire il poeta dal suo interiore santuario estetico dove troppo a lungo è rimasto a contemplare il suo complicato ombelico. Consiste nel riportare la poesia nella strada dove era una volta, fuori dalle classi, fuori dalle facoltà e in realtà fuori dalla pagina stampata. La parola stampata ha reso la poesia silenziosa. Ma la poesia di cui parlo qui è poesia parlata, poesia concepita come messaggio orale. A volte è stata letta col jazz, a volte no... quello che importa è che questa poesia usa gli occhi e le orecchie come non sono mai stati usati per molti anni".

Nella foto: Allen Ginsberg (below, left) to Lawrence Ferlinghetti,
at the Human Be-In, Hippie Hill, Golden Gate Park
San Francisco, California
Summer 1967

mercoledì 6 agosto 2008

In ricordo d'un crimine di guerra



Leo Szilard disse: "Se i tedeschi avessero gettato bombe atomiche sulle città al posto nostro, avremmo definito lo sgancio di bombe atomiche sulle città come un crimine di guerra, e avremmo condannato a morte i tedeschi colpevoli di questo crimine a Norimberga e li avremmo impiccati."

martedì 5 agosto 2008

Rabbia, pena, schifo o malinconia



E' talmente attuale 'sto testo che l'ho trovato su di un Forum così, con la censura sulla puttana:

Vecchia piccola borghesia per piccina che tu sia
non so dire se fai più rabbia, pena, schifo o malinconia.

Sei contenta se un ladro muore se si arresta una *******
se la parrocchia del Sacro Cuore acquista una nuova campana.
Sei soddisfatta dei danni altrui tieni stretti i denari tuoi
assillata dal gran tormento che un giorno se li riprenda il vento.
E la domenica vestita a festa con i capi famiglia in testa
ti raduni nelle tue Chiese in ogni città, in ogni paese.
Presti ascolto all'omelia rinunciando all'osteria
cosi grigia così per bene, ti porti a spasso le tue catene.

Vecchia piccola borghesia per piccina che tu sia
non so dire se fai più rabbia, pena, schifo o malinconia.

Godi quando gli anormali son trattati da criminali
chiuderesti in un manicomio tutti gli zingari e intellettuali.
Ami ordine e disciplina, adori la tua Polizia
tranne quando deve indagare su di un bilancio fallimentare.
Sai rubare con discrezione meschinità e moderazione
alterando bilanci e conti fatture e bolle di commissione.
Sai mentire con cortesia con cinismo e vigliaccheria
hai fatto dell'ipocrisia la tua formula di poesia.

Vecchia piccola borghesia per piccina che tu sia
non so dire se fai più rabbia, pena, schifo o malinconia.

Non sopporti chi fa l'amore più di una volta alla settimana
chi lo fa per più di due ore, chi lo fa in maniera strana.
Di disgrazie puoi averne tante, per esempio una figlia artista
oppure un figlio non commerciante, o peggio ancora uno comunista.
Sempre pronta a spettegolare in nome del civile rispetto
sempre lì fissa a scrutare un orizzonte che si ferma al tetto.
Sempre pronta a pestar le mani a chi arranca dentro a una fossa
sempre pronta a leccar le ossa al più ricco ed ai suoi cani.

Vecchia piccola borghesia, vecchia gente di casa mia
per piccina che tu sia il vento un giorno ti spazzerà via.

Questo per chi crede che le cose sono cambiate e certi termini sono sorpassati. Già, sì, in effetti le cose sono talmente cambiate che questa canzone oggi fa ridere rispetto alla realtà, che è ben peggiore.

Borghesia

lunedì 4 agosto 2008

In difesa della libertà d'espressione



Mi chiamo Catalano Nicola Vincenzo e sono un compagno iscritto al circolo Gramsci di Scandicci della federazione fiorentina. Sono anche un appartenente storico dell'area antagonista toscana e del collettivo del C.S.A. next Emerson di Firenze.
Da almeno nove anni vengo in vacanza nella vostra regione e mi è piaciuta tanto che ho deciso di trasferirmi li, appena mi consegneranno la casa il prossimo anno.
Vi scrivo perché sono rimasto molto colpito dalle reazioni spropositate di alcuni rappresentanti del PdL di PSG contro un loro assessore per l' autorizzazione data all' iniziativa "A Pugno Chiuso" che si terrà a P.S.G. il 8-9-10 agosto prossimi, in particolare contro il gruppo musicale degli Assalti Frontali.
Come militante comunista io sarò parte attiva nel lavoro delle serate e mi chiedevo se non fosse il caso che ci fosse una presenza anche dei compagni del nostro partito, non dico aderendo ufficialmente, ma a livello quantomeno personale, in quanto temo qualche provocazione (è solo una sensazione che mi deriva dall'aver letto le dichiarazioni degli assessori sul Corriere Adriatico, ma so anche di alcune iniziative manu militari da parte di un altro componente della giunta comunale in un'azione di polizia contro degli extracomunitari) e sono un po' preoccupato. La presenza di compagni di Rifondazione mi renderebbe più tranquillo.
Sarebbe anche un modo per conoscerci di persona.
Vi ringrazio per l'attenzione e cordialmente vi saluto.

Assalti Frontali - La nostalgia e la memoria

Talvolta
vorrei ripercorrere
le strade del mio quartiere
e ritrovare vorrei
quella generazione
che si formò
sul testamento di Julius Fucik
colui che sotto la forca
scrisse a noi per noi

la generazione
che correva compatta
da papà Cervi a consolarlo
a consolarsi

quella generazione
che disarmata
raccolse la bandiera della Resistenza
prima che la borghesia
l'agitasse oscena

vorrei ritrovarmi
con gli operai perseguitati
da Scelba e da Valletta
quelli dell'Officina Stella Rossa
i licenziati che seppero tenere
e ricordare qui vorrei
gli anni Cinquanta
tutti uno per uno
giorno dopo giorno

ricordare gli affanni
ricordare la fame
ricordare il freddo
il carbone
comprato a cinque chili per volta
e il baracchino con la pasta scotta
e null'altro

poi gli scontri
luglio '60
e gli struggenti ragazzotti
di piazza Statuto
col selciato tra le mani

ripercorrere vorrei
tutta via Cuneo
attraversare la Stura, la Dora
e tutto il quartiere mio
guardare vorrei
per una volta ancora
la vecchia casa
col cesso sul ballatoio
ritrovare per un attimo solo
i vent'anni miei
colui che per primo
mi chiamò terrone
e m'insegnò poi
che fare il crumiro
era il crimine più grande

in ultimo vorrei chinarmi
assorto
sull'elenco angoscioso
di chi non c'è più
e nascondermi vorrei
in via Chiusella
la più brutta delle strade
del quartiere mio

ricordare anche l'addio
violento, feroce, l'ira

ma pure
ritrovare le radici
in questo quartiere
piatto come l'anima
vasto come l'orgoglio
amato e vissuto
da quella generazione
la più infelice
la più dura
la più cara