lunedì 4 agosto 2008

In difesa della libertà d'espressione



Mi chiamo Catalano Nicola Vincenzo e sono un compagno iscritto al circolo Gramsci di Scandicci della federazione fiorentina. Sono anche un appartenente storico dell'area antagonista toscana e del collettivo del C.S.A. next Emerson di Firenze.
Da almeno nove anni vengo in vacanza nella vostra regione e mi è piaciuta tanto che ho deciso di trasferirmi li, appena mi consegneranno la casa il prossimo anno.
Vi scrivo perché sono rimasto molto colpito dalle reazioni spropositate di alcuni rappresentanti del PdL di PSG contro un loro assessore per l' autorizzazione data all' iniziativa "A Pugno Chiuso" che si terrà a P.S.G. il 8-9-10 agosto prossimi, in particolare contro il gruppo musicale degli Assalti Frontali.
Come militante comunista io sarò parte attiva nel lavoro delle serate e mi chiedevo se non fosse il caso che ci fosse una presenza anche dei compagni del nostro partito, non dico aderendo ufficialmente, ma a livello quantomeno personale, in quanto temo qualche provocazione (è solo una sensazione che mi deriva dall'aver letto le dichiarazioni degli assessori sul Corriere Adriatico, ma so anche di alcune iniziative manu militari da parte di un altro componente della giunta comunale in un'azione di polizia contro degli extracomunitari) e sono un po' preoccupato. La presenza di compagni di Rifondazione mi renderebbe più tranquillo.
Sarebbe anche un modo per conoscerci di persona.
Vi ringrazio per l'attenzione e cordialmente vi saluto.

Assalti Frontali - La nostalgia e la memoria

Talvolta
vorrei ripercorrere
le strade del mio quartiere
e ritrovare vorrei
quella generazione
che si formò
sul testamento di Julius Fucik
colui che sotto la forca
scrisse a noi per noi

la generazione
che correva compatta
da papà Cervi a consolarlo
a consolarsi

quella generazione
che disarmata
raccolse la bandiera della Resistenza
prima che la borghesia
l'agitasse oscena

vorrei ritrovarmi
con gli operai perseguitati
da Scelba e da Valletta
quelli dell'Officina Stella Rossa
i licenziati che seppero tenere
e ricordare qui vorrei
gli anni Cinquanta
tutti uno per uno
giorno dopo giorno

ricordare gli affanni
ricordare la fame
ricordare il freddo
il carbone
comprato a cinque chili per volta
e il baracchino con la pasta scotta
e null'altro

poi gli scontri
luglio '60
e gli struggenti ragazzotti
di piazza Statuto
col selciato tra le mani

ripercorrere vorrei
tutta via Cuneo
attraversare la Stura, la Dora
e tutto il quartiere mio
guardare vorrei
per una volta ancora
la vecchia casa
col cesso sul ballatoio
ritrovare per un attimo solo
i vent'anni miei
colui che per primo
mi chiamò terrone
e m'insegnò poi
che fare il crumiro
era il crimine più grande

in ultimo vorrei chinarmi
assorto
sull'elenco angoscioso
di chi non c'è più
e nascondermi vorrei
in via Chiusella
la più brutta delle strade
del quartiere mio

ricordare anche l'addio
violento, feroce, l'ira

ma pure
ritrovare le radici
in questo quartiere
piatto come l'anima
vasto come l'orgoglio
amato e vissuto
da quella generazione
la più infelice
la più dura
la più cara

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