Chiediamo urgentemente che venga attivato un confronto tra istituzioni e forze sociali del territorio fermano per discutere delle possibili scelte da intraprendere per fronteggiare una crisi del settore calzaturiero sempre più preoccupante.
Il clima che troviamo in questi giorni nelle fabbriche è a dir poco spettrale, migliaia di lavoratori stanno a casa in cassa integrazione e altre migliaia continuano a lavorare in un clima di forte incertezza e con un salario assolutamente inadeguato a fronteggiare i costi della vita.
I dati sul terzo trimestre della C.I.G. diffusi dall’Inps in questi giorni segnalano numeri impressionanti, aumento delle disoccupazioni intorno al 40% rispetto ai primi nove mesi del 2007 e aumento della C.i.g.o. nel settore calzaturiero industria sempre rapportato allo stesso periodo del 171 %. Ciò significa che su 14.000 dipendenti del settore ormai quasi tutti, tranne quei pochi che lavorano in isole felici, sono stati interessati da periodi di crisi.
La crisi dei mercati finanziari internazionali sommata a problemi già esistenti rischia nei prossimi mesi di creare uno scenario veramente preoccupante.
Questo territorio deve dotarsi di strumenti agili per dare una immediata risposta alla crisi, a partire da un rafforzamento degli uffici dell’INPS che oggi non sono adeguati a rispondere ad un emergenza. Nella provincia di Macerata una disoccupazione o una mobilità viene pagata dopo 1 mese e mezzo dalla presentazione della domanda, a Fermo passano anche più di quattro mesi. Bisogna assolutamente snellire i percorsi di approvazione della Cassa integrazione in deroga, che deve essere assolutamente rifinanziata dal Governo, perché le risorse rimaste non saranno sufficienti per coprire le necessità.
Dall’altra parte vi è bisogno di un progetto di sviluppo economico del territorio che individui le priorità e indirizzi investimenti pubblici e privati sul versante della riqualificazione di prodotto della piccola e media industria e dei servizi.
Sentiamo parlare solo di candidature per la presidenza della nuova provincia, ma se continueranno ad occuparsi solo di ciò, probabilmente chi verrà eletto si troverà a gestire un territorio molto diverso da come lo immaginiamo e da come lo abbiamo conosciuto in passato, sicuramente molto più povero.
Ai grandi imprenditori di levatura nazionale di questo territorio consigliamo di dare esempi positivi nelle relazioni sindacali, perché spesso rappresentano modelli non positivi per risolvere problemi complessi e delicati come quelli che ci stiamo trovando davanti.
E’ facile parlare quando tutto va bene, ma purtroppo molte piccole imprese (e sono la maggioranza nel distretto) non vanno bene e in questi ultimi anni si sono dovute affidare alle commesse conto terzi dei grandi gruppi, perdendo una loro vocazione imprenditoriale vera.
Oggi molte di queste aziende dopo essere state munte fino allo stremo, vengono abbandonate da questi grandi “soloni” del distretto calzaturiero, come si usa dire, capitalizzare i profitti e socializzare le perdite.
Noi non staremo di certo a guardare, se non ci saranno risposte adeguate avvieremo una forte fase di mobilitazione in tutto il territorio.
Fermo li, 25.10.2008
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