Non credo che il sig. Enrico Bracalente si riferisca al problema dell’acculturazione - sollevato da Pasolini negli anni settanta - quando, dal suo pulpito, si erge tuonando contro l’opportunità di farsi un’istruzione, dato che, a sua detta, si potrebbe benissimo lavorare e guadagnare con la sola terza media - il suo titolo di studio che va sbandierando a destra e manca nelle scuole fermane, da ultimo anche durante l’assegnazione del premio Ape d’oro. Non credo. Anche perché in questo caso specifico non ho avvertito una critica ad un popolo che accetta, in massa, di elevarsi culturalmente di una cultura unica, precostituita e borghese. Forse, il sig. Bracalente, pensava alla succosa opportunità di poter contare ancora, di nuovo, su uomini che ignorano di essere sfruttati, uomini che si accontenterebbero di un pezzo di pane ottenuto a scapito dei propri diritti, che un giorno arriveranno ad ignorare, scordare, dimenticare. Esplicitamente: Hai bisogno di campare? Bene, allora accetta di lavorare in barba ai diritti acquisiti con anni di lotte, accetta di lavorare rimanendo ignorante, controllabile a dosi massicce di televisione di regime, il tuo unico svago imposto da consumatore di merci. Ecco, si immagina il ritorno dei lavoratori all’interno della caverna del mito platonico.
Dalla mia bocca non ascolterete mai l’elogio della cultura borghese - cito spesso il filosofo Guy Debord, tenutosi fermamente dottore in niente - ma andare nelle scuole pubbliche a fare l’apologia dell’ignoranza è, sinceramente, inaccettabile, oltre che indecente. Tranquillizzante poi sapere che questo signore sia il riferimento imprenditoriale di quest’amministrazione comunale, della quale speriamo di liberarci il più presto possibile, per il bene di tutti.
Simone Tizi, Segretario del Circolo di Fermo del PRC
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