mercoledì 9 febbraio 2011

Un appello sbagliato


Domenica 6 febbraio il manifesto ha ospitato in una pagina a pagamento un appello dal titolo “Ricostruire il Partito Comunista”. In calce all’appello sono state raccolte mille firme. Scorrendo i nomi risulta chiaro che l’iniziativa politica è promossa dai compagni e dalle compagne del Prc che si riconoscono nella rivista de l’ernesto. L’iniziativa, nei suoi contenuti, non è nuova. Circa due anni fa vi fu un tentativo analogo (“Comunisti Uniti”) che raccolse un numero più vasto di firme, ma, come è noto, il tentativo naufragò poiché sorsero divisioni tra chi aveva sottoscritto l’appello stesso.
Come ho avuto modo di scrivere in altre occasioni, un progetto di costruzione di un partito che si basa sulla parola d’ordine dell’unità dei comunisti non ha alcun senso. Tra le varie formazioni e micro-formazioni comuniste italiane vi sono tante e tali differenze di progetto politico e di riferimenti culturali che risulta impensabile metterle assieme.
In effetti l’appello che è uscito domenica non propone più l’unità dei comunisti, ma, di fatto, la confluenza nel Pdci.

Si tratta di un errore politico grave che non aiuta quello che, invece, a mio parere, è diventato un obiettivo non solo giusto, ma praticabile: la riunificazione del Prc col Pdci nell’ambito del progetto di costruzione della Federazione della Sinistra e, più in generale dell’unità a sinistra.
L’appello infatti rinuncia all’obiettivo di unificare i due partiti poiché ne individua uno come più comunista (il Pdci) e ne scarta un altro poiché i firmatari “non ne riconoscono più il fattore propulsivo per la ricostruzione del partito comunista in Italia” ( il Prc). L’esito di questa impresa, qualora andasse avanti, sarebbe a mio giudizio disastroso. Per due motivi.
In primo luogo un progetto unitario dei comunisti che inizia senza il coinvolgimento del partito comunista più grande, anzi organizzando una scissione in esso, non ha alcuna credibilità. E’ vero che in tutti questi anni le scissioni sono state fatte in nome dell’unità! Ma si sono visti anche i risultati! Sarebbe ora di smetterla. La credibilità agli occhi di quei referenti di cui nell’appello si parla – in particolare le lavoratrici e i lavoratori – sarebbe pari a zero! La prima cosa che direbbero sarebbe questa: “già siete ridotti ai minimi termini! Un’altra divisione? Tornate il prossimo giro”.
In secondo luogo non si capisce proprio il senso politico di questa operazione. A oltre 12 anni dalla scissione del Pdci, mai come in questa fase i due partiti si sono riavvicinati e mai come in questa fase è diventato realistico, al punto di essere concretamente realizzabile, la loro riunificazione. Che senso ha oggi, alla vigilia di due congressi – quello del Prc e quello del Pdci (entrambi si terranno nel 2011) che discuteranno anche questo tema della riunificazione - proporre una mini-scissione dal Prc al Pdci? L’esito non può essere che alimentare diffidenza e ostacolare il progetto unitario.
Infine anche il progetto della Federazione della Sinistra ne risulterebbe indebolito. Che credibilità ha un processo federativo nel quale tra i due soggetti principali si organizzano scissioni?
Per queste ragioni penso che l’appello sia sbagliato e che non vada sostenuto.
Per quanto ci riguarda occorre proseguire con ancora maggiore determinazione sugli obiettivi che ci siamo dati.
La costruzione della Federazione della Sinistra, come primo passo verso la riunificazione della sinistra di alternativa in un soggetto politico. Dopo anni di divisioni o riusciamo in questa impresa o non saremo credibili nei confronti di quei movimenti (16 ottobre, scuola, acqua bene comune) che hanno tenuto aperta una speranza di cambiamento.
Dentro al percorso federativo, che dobbiamo tenere sempre aperto anche ad altre forze di sinistra, qualora queste si rendessero disponibili, vanno riunificati - come ho detto al congresso della Federazione della Sinistra – i due partiti comunisti. Non ha più alcun senso che restino divisi, visto che oltre a presentarsi assieme alle elezioni, concordano su tutte le principali iniziative.
Questi sono gli obiettivi che ci farebbero fare passi in avanti. Sono alla nostra portata. Le scissioni tra i comunisti, come si è visto in tutti questi anni hanno prodotto un solo risultato: indebolire i comunisti stessi.

Mi sento in completo accordo con Grassi, in questo caso. Si tratta di un errore politico grave dettato da persone miopi e senza idee. Mestamente muoino menti ammuffite non in grado di guardare al futuro, ancorate al passato che non è più, non avendo gli strumenti per rifondare l'ipotesi comunista.

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