Giuseppe Garibaldi è riuscito, con ottocento settentrionali scalzi e tremila picciotti arrembanti, a prendere Palermo, una città difesa da ventimila uomini, con navi, fortezze e cannoni, perché è un dilettante. I dilettanti sono sempre meglio dei professionisti, in qualsiasi campo e quindi anche sul campo di battaglia. Tra sei anni, Alfonso Lamarmora, Generale professionista, riuscirà a perdere una battaglia come quella di Custoza, dove gli italiani saranno tre volte più numerosi dei loro nemici. Luigi Cadorna, altro Generale professionista, riuscirà nella prima grande guerra del prossimo secolo a perdere tredici, dico tredici, battaglie sull'Isonzo, con morti a decine di migliaia. Nella stessa guerra, un sottotenente di fanteria tedesco sfonderà il fronte italiano a Caporetto. Sarà ancora un dilettante, in quegli anni, quindi potrà capire le cose, si renderà conto che non è assolutamente necessario occupare le alture, come avranno invece insegnato ai generali professionisti, ma che si potrà anche sfilare bellamente a valle e prendere gli italiani dal di dietro. Poi il sottotenente, che si chiama Rommel, diventerà professionista, sarà fatto Generale, vincerà alcune battaglie, ma credo che perderà la seconda grande guerra del prossimo secolo.
Garibaldi è e rimarrà un dilettante; tra due anni il presidente degli Stati Uniti Abraham Lincoln gli offrirà il comando di un'armata nordista.
Il Generale rifiuterà, perché ha già in mente l'impresa di Aspromonte.
Non si sarebbe comportato certo così un professionista!
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