Riscontro un senso di sconforto dilagante da parte degli iscritti al Partito della Rifondazione Comunista come di molti cittadini di sinistra nei confronti delle scelte sciagurate di questa nuova amministrazione comunale, non solo per ciò che si verifica oggi, cioè per le scelte in sé, ma anche per l’aver condiviso un percorso assieme ed averlo sostenuto elettoralmente. I disegni dietro alla distruzione sistematica dei comparti dell'Urbanistica e dell'Edilizia a Fermo partono dalle scelte incongrue ed incompetenti (o peggio appositamente calcolate dalla dirigenza del maggiore partito di questo centro-sinistra, al fine di avere le mani libere) delle nomine degli assessori ed arrivano fino alla recente soppressione della Commissione Edilizia Comunale. Questo per non parlare del nuovo presidente dell'Asite, un poco più che trentenne (in fase preelettorale si parlava dell’esigenza di una figura di grande esperienza professionale) coordinatore del PD di Servigliano ed amico del Sindaco, in linea con le assunzioni della vecchia amministrazione comunale, tanto condannate, a parole.
Mentre viviamo la crisi più profonda del modello capitalistico dalla sua nascita ad oggi e ci apprestiamo ad attestare la morte della politica per mano di tecnocrati al soldo del sistema finanziario internazionale – e della massoneria di sinistra, il Gruppo Bilderberg -, principale causa della crisi che ci ha portati alla soglia della povertà, arrivano le frustranti parole dell’ex direttrice de L’Unità, Concita De Gregorio, che ci raccontano come la dirigenza nazionale del PD scelse appositamente di perdere le elezioni a Roma, solo ed esclusivamente per manovre di Palazzo e, al contempo, riscontriamo gli stessi atteggiamenti nei giochetti regionali, provinciali e comunali. Il tutto a dimostrazione di un’opposizione che non si oppone, e che le poche volte che va ad amministrare non segna la tanto sbandierata discontinuità con le altrettanto scellerate amministrazioni di centro-destra. Resta solo il rammarico per aver perso l’ennesima occasione di dimostrare che una politica diversa è possibile, anche a Fermo, sperando che gli elettori incomincino a non cadere più nelle trappole prevaricatorie del voto utile e nell’illusione della discontinuità a parole. Di verifiche ne abbiamo avute fin troppe, perseverare rimane pur sempre diabolico.
Simone Tizi, segretario del Circolo di Fermo del PRC
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