La lagnanza delle opposizioni sul mancato numero legale della seconda commissione consiliare, per intenderci quella che dovrebbe servire alle forze politiche, di maggioranza ed opposizione, per parlare di lavori pubblici e pianificazione, è da spunto per una riflessione più generale sull’urbanistica nella nostra città. Evidentemente a Fermo, come colpito da una maledizione, il settore non sembra avere destini diversi da quelli delle precedenti amministrazioni. Non riesce a decollare né ad avere un ruolo chiaro, autonomo e di guida anche per gli altri assessorati. Paradossalmente, oggi che i grandi interessi, con la crisi in atto e le banche che non concedono prestiti, sono notevolmente diminuiti e le pressioni sull'amministrazione si sono giocoforza affievolite tutto è immobile. Non sappiamo se per colpa di vedute diverse tra le anime politiche dell’attuale maggioranza o per mancanza di iniziative o per carenza di progettualità, fatto sta che tale situazione è controproducente per tutti. Non saper cogliere questo momento per ripensare un settore per troppo tempo visto come lo snodo tra grandi interessi e la politica del così detto “fare” è perdere una grande ed irripetibile occasione. Rivedere la pianificazione, le sue regole, mettere a sistema esperienze più evolute codificate in altre città, revisionare gli strumenti generali e particolareggiati, aprire insomma un dibattito vero nella città e non nelle segrete stanze, è il minimo che si può chiedere ad una amministrazione nata e votata per questo. Purtroppo, senza incolpare nessuno in parrticolare, ad oggi nulla di tutto questo è stato fatto. Sembra di rivedere “film” già visti, una, due, tre volte, il cui finale, purtroppo, è fin troppo noto. Cambiare non un modello ma solo gli interlocutori: è questa per la “sinistra“ la più grossa e grave sconfitta.
Il Circolo del PRC di Fermo
e Porto San Giorgio