sabato 23 febbraio 2008

La gente... e i progetti da realizzare a San Marco alle Paludi

Ma che dice la gente che abita nei luoghi interessati dalle nuove opere, peraltro tutte di forte impatto ambientale? Com’era prevedibile, ne è sorto un gran fermento, dapprima attorno alla centrale a biomasse, forse quella più temuta per via delle polveri che produce. Ma ora la gente del posto comincia a chiedersi se San Marco sia davvero una zona adatta ad ospitare ben tre opere di grande mole come quelle che la Giunta Comunale ha in mente. Si ha anche notizia che è in gestazione la costituzione di un nuovo Comitato popolare che non si occupi più soltanto della centrale a biomasse (come quello già formatosi), ma prenda in considerazione tutto il nuovo scenario che verrebbe ad assumere la zona in conseguenza della realizzazione e della centrale, e dell’impianto di depurazione, e del motodromo. Il che è ben comprensibile per chiunque senta il proprio diritto ad una vita vivibile e non una rovinata e resa precaria dal prevalere di interessi di parte o da macroscopici errori dell’amministrazione pubblica.

Siamo così andati a chiedere l’opinione di qualcuno del luogo ed ecco l’intervista concessaci da un concittadino di San Marco alle Paludi, Costantino Monterubbiano, che ci è sembrato abbastanza informato di tutta la problematica locale e fortemente interessato a difendere gli interessi reali della frazione San Marco.

Quando ha cominciato a sentir parlare del progetto del motodromo? “Per la verità è un bel po’ che se ne sentiva parlare, ma nessuno di noi si allarmava più di tanto considerato che nei motodromi già esistenti e collaudati (Misano Adriatico, Mugello, etc.) i conti sono in rosso e che qui nel fermano non sembra proprio che gli affari dovrebbero andare molto meglio. Ma il problema non sta solo nel solo motodromo”. In che senso? “Nel senso che in uno spazio comunque non eccessivamente grande come questa località di San Marco alle Paludi dovrebbero essere ricompresi ben tre interventi pesanti che fanno a pugni con la vocazione agricola e con i pregi paesaggistici della zona. Si tratta del depuratore e della centrale a biomasse, che con il motodromo completerebbero la distruzione sistematica dell’equilibrio ecologico, urbanistico e produttivo del territorio. Con gravi disagi per gli abitanti tutti.”

Che ci può dire su questi due altri pesanti interventi? “Quanto al depuratore ci sono soluzioni migliori; ad esempio è tecnicamente possibile convogliare i liquami di San Marco e San Tommaso verso il depuratore di Salvano previo suo potenziamento; sarebbe in ogni caso una spesa molto minore. Quanto alla centrale a biomasse, basti pensare che ci si dice programmata con due motori da 30.000 cavalli (come quelli di una motonave). E le polveri nessuno può negare che ci saranno, e in zona agricola. Ma come se non bastasse è prevista accanto alla centrale una fabbrica di componenti per impianti fotovoltaici. Allora si vuole sapere dall’Amministrazione: che volete fare di San Marco alle Paludi? E’ possibile insediare tali impianti in una zona sempre più abitata (sono in corso di costruzione 40 nuovi appartamenti) e con produzioni agricole non irrilevanti? “

Insomma, ci vuol dire, dopo queste premesse il motodromo è l’ultima polpetta avvelenata?
“Precisamente, perché, veda, ammettiamo pure che ci sia veramente bisogno (che non c’è) di un motodromo. Ma che bisogno c’è di 220 mila metri cubi di strutture edilizie collegate? (che corrispondono giu di lì a qualcosa come 1.100 appartementi da 70 metri quadri). E allora la conclusione è obbligata: il motodromo è il grimaldello con cui si vuole cementificare l’area in vista di una riconversione delle strutture pseudosportive in appartamenti residenziali, quando il fiasco del motodromo con connesso buco finanziario permetterà di dire: non c’è altra via che la riconversione residenziale. E a quel punto il giochetto è fatto.”

Che cosa si sente di mandare a dire al Sindaco di Fermo Di Ruscio? “Gli direi: ha mai sentito parlare di turismo ecologico? Di valorizzazione dei pregi naturalistici e culturali del territorio? Ci sono inglesi, tedeschi, olandesi e americani che vengono qua, rimangono incantati al vedere cose che dalle loro parti sono scomparse, e magari si comprano i casolari che restaurano secondo l’edilizia tradizionale e l’amministrazione comunale che fa su queste peculiarità così apprezzate? Ci fa il motodromo. Eppure dovrebbe sapere o no questa amministrazione che proprio in questa zona c’è l’azienda vinicola La Castelletta, che ha vinto tre volte il Bicchiere di Cristallo, un prestigioso premio per i migliori vini? Che insomma il futuro di queste zone non sta nelle corse delle moto, ma nella capacità degli imprenditori che producono articoli di qualità e nei pregi del territorio che già da tempo attirano visitatori stranieri.

A proposito di quest’ultimo punto, ci dia qualche esempio di ciò che può offrire il Vs. territorio. “Molto e proprio su questa possibilità stanno lavorando due architetti per redigere un progetto di valorizzazione in località Alberelli. Dalla costa a Capodarco fino alla riva destra del fiume Tenna si può organizzare un percorso culturale interessante, a cominciare dalla fonte Sparecchia, che esisteva già in epoca romana, per toccare la chiesa di San Marco, insediata su opere murarie di epoca romana e medioevale, per terminare con i suggestivi scenari del fiume. Con molto meno altrove sono state create strutture turistiche di tutto rispetto”.

Come intende ora tutelarsi la comunità locale dai progetti che fanno tanto spavento? “A San Marco siamo circa 620 persone e presto daremo vita ad un Comitato impegnato su tutti i fronti. Cerchiamo sostegno presso tutti i cittadini fermani perché il modello di sviluppo che vogliamo va bene non solo a questa frazione, ma a tutta la città. Andremo avanti fino a quando saremo ascoltati come si deve. E vedrà che poi tutti si renderanno conto delle nostre ragioni e ci ringrazieranno.”

Siamo convinti di queste sacrosante ragioni e non possiamo che augurare al costituendo Comitato il maggior successo possibile. Questo foglio collaborerà per favorire una politica del territorio attenta agli equilibri ecologici, alla conservazione dei valori locali a cominciare da quelli artistici ed archeologici in decisa opposizione a qualsiasi speculazione immobiliare. In questo numero non abbiamo più spazio per sentire i pareri delle singole forze politiche locali su questi temi; lo faremo di sicuro la prossima volta interpellando sia quelle di minoranza che di maggioranza, se consentiranno.

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