giovedì 21 agosto 2008

Fuori legge!


Il Partito della Rifondazione Comunista e i Giovani Comunisti di Catania esprimono sconcerto per la notizia appresa dal quotidiano “La Repubblica” secondo la quale la militanza dentro il PRC sarebbe stata una delle cause per le quali un giudice del tribunale di Catania ha deciso di affidare un minore al padre togliendolo alla madre con la quale viveva. Ci sembra innanzi tutto gravissimo che i servizi sociali, sulla cui relazione la sentenza si fonda, abbiano ricollegato la militanza politica dentro Rifondazione all'utilizzo di sostanze stupefacenti ed alcoliche e che abbiano descritto la nostra comunità come un gruppo di pericolosi estremisti dal quale le istituzioni devono allontanare i giovani. A nostro avviso trattasi di dichiarazioni di una gravità senza precedenti che dimostrano innanzi tutto un'allarmante carenza di imparzialità da parte delle istituzioni pubbliche coinvolte nella vicenda che dovranno dare spiegazioni in tutti i luoghi deputati sul discredito che hanno gettato sul Partito della Rifondazione Comunista. Teniamo inoltre a chiarire che il Circolo Tien An Men al quale sono iscritti gli studenti delle scuole superiori, costituisce un oasi felice nella realtà giovanile di Catania. Passione politica, impegno sociale, antimafia, antifascismo costituiscono le basi sulle quali si fonda la comunità che il circolo rappresenta nel Partito, nelle scuole e nella città.

Infine vogliamo ricordare che essere comuniste e comunisti significa, soprattutto in Sicilia, essere dalla parte dei più deboli e degli sfruttati, dei lavoratori, dei migranti e degli studenti. Dalla parte degli esclusi ed emarginati da questa società. Iscriversi a Rifondazione Comunista significa quindi scegliere di appartenere ad una comunità che continua a battersi contro le ingiustizie di questa terra, contro un potere mafioso sempre più potente che continua a mortificarla dentro e fuori le istituzioni . Militare nei Giovani Comunisti significa, poi, per i giovani scegliere di battersi contro i mali di una generazione che tra precarietà, disoccupazione e disgregazione sociale vede il proprio futuro sempre più incerto e insicuro. Invitiamo quindi i servizi sociali catanesi ad esprimere giudizi solo dopo aver conosciuto la realtà di cui parlano, per non correre il rischio di apparire o come i servi sciocchi di chi combatte le comuniste e i comunisti perché troppo scomodi in una realtà come Catania, o come un organo politicamente orientato e pertanto non obiettivo e discriminatorio.

Infine esprimiamo la massima solidarietà ad una famiglia che ha visto la propria vita privata sbattuta sui giornali e ad una madre che se dovesse definitivamente perdere l'affidamento di suo figlio per le ragioni riportate da Repubblica sarebbe vittima di un'ingiustizia giuridica senza precedenti.


Il segretario del Partito della Rifondazione Comunista di Catania Pierpaolo Montalto

Il Coordinatore Provinciale dei Giovani Comunisti Valerio Marletta

Il Segretario del Circolo "Tien An Men" Emanuele Saluzzo

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Quello che è accaduto a Catania è un fatto di una gravità inaudita. Sulla base di una relazione dei servizi sociali (cioè di una struttura pubblica), il Tribunale di Catania ha motivato la sottrazione dell'affido di un ragazzo sedicenne alla madre con l'argomentazione, tra le altre, che egli è iscritto ai Giovani Comunisti del Prc.Delle due l'una: o l'ordinanza viene immediatamente ritirata oppure si accetta il principio per il quale aderire ad un partito comunista costituisce fattispecie di reato. Facciamo appello alla sensibilità democratica del Paese e alle istituzioni: serve un segnale forte, immediato, una denuncia politica e una grande mobilitazione sociale. Altrimenti ne dovremmo dedurre che in Italia non c'è più democrazia e che tutti noi, facenti parte di "gruppi di estremisti" - come ci definisce il Tribunale di Catania - saremo a breve nelle condizioni di essere posti fuori legge e, perché no?, condannati da un nuovo Tribunale speciale.


Claudio Grassi :: Coordinatore naz.le di Essere comunisti - Area politica del PRC

4 commenti:

Anonimo ha detto...

che in Italia non ci sia più una democrazia,purtroppo,non è solo una deduzione.
Certo che,se i fatti così descritti sono veri,c'è realmente di che preoccuparsi.
Hanno trovato una nuova "minoranza" da perseguire;i rom son già demodè !?!

Anonimo ha detto...

E' una situazione insostenibile, e le colpe più che delle destre sono della finta sinistra che si vergogna della sua storia, spesso non la comprende.

Dovranno arrestarci tutti...

Anonimo ha detto...

La solidarietà del Segr. Naz. di Rifondazione
Episodio gravissimo
intervenga Napolitano

Nell'esprimere la mia piena a totale vicinanza e solidarietà a M.P. e a sua madre, ritengo necessario che venga affrontata e risolta la gravissima violazione costituzionale che si è verificata a Catania.
Che, nella loro relazione, i servizi sociali del comune di Catania trattino la militanza in Rifondazione Comunista come un fatto sostanzialmente illecito e negativo per un ragazzo è gravissimo e testimonia di pregiudizi incompatibili con l'espletamento di un pubblico servizio.
Che la Prima Sezione Civile del Tribunale di Catania motivi una sentenza con le stesse argomentazioni non è solo gravissimo ma inaccettabile in uno stato di diritto.
Ho quindi scritto al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano affinché nella sua veste di garante della Costituzione e di Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura intervenga per porre rimedio a questa situazione inaccettabile.
Mi aspetto anche che il sindaco di Catania e il presidente del Consiglio dei Ministri intervengano sollecitamente ai loro rispettivi livelli per garantire che i servizi sociali di questo paese operino all'interno dei diritti e dello spirito della Costituzione. L'attività degli organi statali al di fuori del quadro costituzionale è infatti a tutti gli effetti eversiva e l'assenza di un sollecito intervento per ripristinare una situazione di legalità costituzionale non potrebbe essere lasciata passare senza conseguenze.

Paolo Ferrero
Segretario nazionale
Rifondazione Comunista


21/08/2008

Nihil ha detto...

Purtroppo due decenni di televisioni private e altrettanti di politica berlusconiana (con o senza Berlusconi) sono riusciti a fare quello che non riuscì al fascismo: modificare il senso comune degli italiani. Così, oggi, l'essere comunisti viene trattato alla stregua - se non addirittura di un cimine - di una "devianza". Così, oggi, molti dimenticano il ruolo avuto dai comunisti nella formazione della Repubblica (e in futuro saranno sempre di più) e non si accorgono di quanto i cosiddetti liberali mettano a repentaglio le basi della nostra democrazia. Anche per questi motivi dobbiamno tenere duro e rifuggere da chi ha tentato, e tuttora tenta, di convincerci ad abbandonare la nostra storia e i nostri simboli.
"Il comunismo è la forma necessaria e il principio energetico del prossimo futuro" Karl Marx.
Benvenuta Emma...