Qualche settimana fa è apparsa sulla cronaca locale un’intervista rilasciata dal primario del reparto malattie infettive dell’Ospedale Civile di Fermo sull’argomento dell’AIDS con particolare riferimento al nostro territorio. E il 1° di Dicembre u.s. si è celebrata la giornata dell’AIDS. Insomma si fa un gran parlare della peste del XXI secolo.
Su questo tema però corrono teorie molto contrastanti e siccome delle teorie alternative alla teoria ufficiale assai poco si scrive e considerato che le stridenti diversità di opinione in tale materia si prestano ad interessanti riflessioni, ci è parso utile, anzi doveroso per una stampa imparziale ed attenta riferire qui qualcosa di quelle teorie alternative.
Le obiezioni alla teoria dominante qui di seguito riferite non sono avanzate da ciarlatani, erboristi fai-da-te o sette antimoderniste; sono avanzate da scienziati di tutto rispetto operanti in centri clinici o di ricerca di grande prestigio mondiale, qualcuno insignito del premio Nobel; ne citeremo nome e professione.
1. Prima obiezione. - Dopo l’annuncio dato separatamente da Gallo e Montagnier nel 1984 di aver isolato il virus dell’AIDS, nessun altro ha dichiarato di esserci riuscito. Ma se l’AIDS è davvero una malattia infettiva provocata da un virus (l’HIV), com’è che ancor oggi, a 23 anni dall’iniziale scoperta, nessuno è più riuscito ad isolare il virus HIV e i due iniziali scopritori si tengono per loro i dettagli della loro scoperta ? e se nessuno oggi ha in mano quel virus, com’è possibile accertare che certi anticorpi sono provocati proprio da esso e non da altre sostanze ? ossia che sono specifici dell’HIV ? Perché, al fine di mettere a tacere tale critica, non si esibisce una foto del virus ottenuta col microscopico elettronico ?.(cfr. Peter H. Duesberg, docente di Biologia Molecolare e Cellulare presso l’Università di Berkeley, USA, autore del libro AIDS, il Virus Inventato, che in un’intervista allo Spin Magazin del Gennaio 1987 ha detto “Dire che l’HIV è la causa dell’AIDS significa mettere da parte tutto ciò che sappiamo sui retrovirus…La teoria dell’HIV è inconsistente, assurda e paradossale” - Dr. Kary Mullis, premio Nobel nel 1993, che nel Sunday Times del 28.11.1993 afferma “se ci fosse la prova che l’HIV provoca l’AIDS, dovrebbero esserci documenti scientifici che lo provino per lo meno con un’alta probabilità. Non esiste alcun documento del genere” – Dr.Heinz L.Saenger, docente di Biologia Molecolare e Virologia al Max Planck Institue, premio Koch nel 1978, che in una lettera al Sueddeutsche Zeitung del 2000 afferma : Fin ad oggi non c’è alcuna evidenza scientifica convincente dell’esistenza dell’HIV”).
2. Seconda obiezione - Se non v’è certezza nemmeno sull’origine virale dell’AIDS – e quindi dei relativi anticorpi, – che razza di roba è il test messo in vendita per accertare la sieropositività ? (cfr.– D.ssa Eleni Papadopulos, ricercatrice biofisica del Centro di Perth in Australia, uno dei centri più avanzati di ricerca sull’AIDS, la quale in un’intervista resa alla Dr.ssa Christine Johnson sulla rivista Continuum vol.4, n°4, 32-37 1996 dichiara che i cosiddetti anticorpi al virus HIV si trovano come risposta alla presenza di molti altri virus, ossia non sono specifici del HIV, qualunque cosa possa essere il virus HIV – Dr. Valendar Fr. Turner del citato Centro di ricerca di Perth in Australia, autore di una perizia giurata depositata al Tribunale di Perth in difesa di un imputato di omicidio per infezione da HIV; Turner afferma in tale sua perizia :”Gli esperti dell’HIV credono che ci siano proteine che appartengono ad un retrovirus HIV e affermano di adoperarle per dimostrare l’infezione da HIV. Anche se ci fosse la prova che quelle proteine sono di una particella infettiva che si dimostrò essere un retrovirus, il fatto che i pazienti abbiano anticorpi simili a quelli che reagiscono con quelle proteine, non è prova che gli anticorpi siano causati dall’infezione da HIV”.
3. Terza obiezione - Manca la prova di una trasmissione dell’AIDS per via sessuale (o per qualunque altra via). Nel 1988 l’Università di San Francisco (cfr. il Journal of the American Medical Association, Marzo 1988) accerta che l’AIDS non si trasmette nei rapporti eterosessuali. Il New York Times del 22.4.1988 riporta :”Il rapporto senza protezione con sconosciuti provoca sieropositività con la stessa probabilità di morte in un viaggio in auto di 20 km”. Dopo tale notizia il governo americano impose la riammissione in servizio dei lavoratori sieropositivi. Analogamente il Center of Disease Control di Atalanta accertò che dal 1981 al 1988 i dipendenti di ospedali feritisi con oggetti taglienti sporchi di sangue infetto sono stati 2200 e nessuno ha contratto infezione da HIV (Fonte : New York Times del 01.04.1988); lo stesso Ente nota che non v’è progressione di AIDS nelle prostitute sieropositive; analogamente la prof.ssa Nancy Padian del Dipartimento di Ostetricia, Ginecologia e Scienze della Riproduzione di Chicago, autrice dei migliori e più prolungati studi sulla trasmissione eterosessuale, conclude che “La probabilità di infezione dovuta alla trasmissione per contatto da maschio a femmina è bassa, circa 0,0009” (fonte : perizia di Turner sopra citata).
Dunque studi e statistiche di tutto rispetto mostrano che l’AIDS non si trasmette, ossia non v’è infezione di AIDS in assoluto; se non c’è infezione in assoluto, non può esserci nemmeno infezione a causa di un virus e quindi nessun virus dell’AIDS può essere ipotizzato.
Si deve allora dedurre che tutta la pratica scientifica, clinica e farmacologica basate sull’esistenza del virus HIV quale causa dell’AIDS, è roba da stregoni anziché da veri scienziati ?
Siccome ci è arrivata notizia dell’esistenza nel territorio fermano di un gruppo di studiosi e medici che si occupa di AIDS da una posizione critica, abbiamo girato questa domanda ad un suo rappresentante, di professione medico, in pensione, ma ancora interessato ed attivo su questo tema.
Ecco la sua risposta :”Più che di stregoneria, parlerei di giganteschi interessi dei colossi farmaceutici e una mania, tipica della scienza d’Oltreoceano, di vedere dappertutto l’azione di agenti virali”. Domanda : Ma allora l’AIDS non esiste ? “L’AIDS esiste, ed è una deficienza immunitaria non di origine virale, ma provocata dai più diversi fattori, per esempio droga pesante, vaccini, sostanze inquinanti, etc. Tali agenti stressano le cellule, che per effetto di tale stress danno luogo a proteine ‘denaturate’, contro le quali l’organismo produce anticorpi poiché il suo sistema immunitario le giudica estranee. Sono questi anticorpi ad essere scambiati per anticorpi prodotti dall’immaginario virus”. Domanda : Ma allora a che servono le terapie correntemente prescritte ai sieropositivi ? “Che non servano a niente, non lo dico io, lo dicono gli stessi produttori dei farmaci. Se si legge il foglio informativo di una confezione di Kaletra, un pesante farmaco dai temibili effetti collaterali oggi somministrato ai pazienti di AIDS, si trova scritto : ‘il Kaletra non è una cura per l’HIV o l’AIDS … non riduce il rischio di trasmissione del virus HIV’; occorre aggiungere altro” ?. Domanda : E i pretesi successi ottenuti dai nuovi farmaci dopo il 1995 ? “Sono successi apparenti, in realtà si tratta del calo di mortalità provocata dal farmaco prescritto inizialmente in dosi massicce, l’AZT, un chemioterapico paurosamente tossico (tanto che appena costruito, fu subito accantonato fin a quando non comparve l’AIDS. Se si va a vedere le statistiche dell’Istituto Superiore della Sanità, si noterà una stretta correlazione tra il dosaggio di tale farmaco (o la sua sostituzione) e un vistoso calo di mortalità poi interpretato come un successo delle nuove terapie”. Domanda : Quello che ci dice, se è vero, adombra uno scenario tremendo; ma è possibile una cosa del genere ? “Ci sono fatti precisi e i fatti che parlano da soli, non hanno bisogno di commento; intelligenti pauca”.
Qui termina la nostra inchiesta sul dissenso relativo alla ricerca sull’AIDS. Non abbiamo parlato della posizione scientifica ufficiale, perché la riteniamo assai più pubblicizzata e conosciuta. Ma se questo articolo appare provocatorio o meritevole di qualsiasi commento, la Redazione ospiterà qualsiasi replica; l’opinione pubblica ha bisogno di farsi un’idea sulla base di argomenti seri, verificabili, sottoposti a qualunque critica. Anche se si tratta di temi non sempre subito comprensibili ai profani per via del carattere specialistico della materia, anche chi ne è a digiuno potrà sempre giudicare secondo buon senso, se è messo in condizione di assistere ad un confronto pertinente tra le teorie rivali. Ciò che fin ad oggi non è accaduto se non assai marginalmente.
By Fabrizio Iommi
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2 commenti:
lllllllllll
Non sono uno scienziato nè uno studioso e quindi non mi esprimo sul merito della questione. Attenzione però a non fare abbassare la guardia e a far passare in secondo piano il tema della prevenzione!
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