alla radice della trasmissione orale, il canto è stato l'asse portante della vita sociale delle piccole comunità, per diventare poi un formidabile strumento di comunicazione: questo lavoro vuole essere un'istantanea, il più possibile a 360°, di quello straordinario e fondamentale fenomeno che è stato ed è, da sempre, il canto popolare. un'istantanea trasversale attraverso le tematiche più ricorrenti: la lotta, il lavoro, l'amore.
per un'operazione del genere il materiale si presentava pressoché sconfinato, per cui, da musicisti, abbiamo scelto quei brani che, oltre ad avere un testo ed un contenuto interessanti, fossero per noi stimolanti dal punto di vista melodico ed armonico: due parametri musicali che, per nostra formazione culturale, riteniamo molto importanti.
compaiono quindi, tra le altre, la struggente "non potho reposare" che dà il titolo al disco e che è probabilmente la serenata sarda più famosa nel mondo, la rielaborazione di un canto delle mondine "prezioso" per essere la prima stesura originale del ben più famoso "bella ciao" dei partigiani, alcuni brani storici tratti dal repertorio anarchico come "quando l'anarchia verrà" e "dimmi bel giovane", da cui emerge chiaramente come la gente comune, i lavoratori, il quarto stato, non siano qui visti come masse da indottrinare bensì come soggetti di un processo che essi stessi comprende, e poi "o gorizia tu sei maledetta" e "todo cambia", che affrontano rispettivamente i temi dell'antimilitarismo e dell'immutabilità dei sentimenti veri, come l'amore e la solidarietà per la propria gente.
dal punto di vista strettamente musicale, la nostra attenzione si è concentrata principalmente sul rispetto per la "semplicità" originale propria del linguaggio e della melodia del canto popolare, sulla ricerca del suono, che, a nostro parere, doveva necessariamente essere il più possibile fedele alla natura acustica del contrabbasso e della voce umana, e infine sull'interpretazione.
in controtendenza con i tempi, riteniamo questo un lavoro di attualità: perché è, in primis e soprattutto, una riproposizione di contenuti e valori importanti e fondamentali quali la solidarietà, la fratellanza universale, l'antimilitarismo, la lotta a tutte le tirannie ed alla miseria, la lotta per uguali diritti per tutti, l'amore. (paola sabbatani, roberto bartoli)
se c'è un filo che collega queste canzoni d'amore, di lotta e d'anarchia è la fiducia nella parola, nelle parole che portano con sé idee, passioni. la "semplicità" che paola sabbatani e roberto bartoli evocano nell'introduzione si risolve in una limpida, costante attenzione, rispetto vorrei dire, per testi che hanno almeno quarant'anni di vita, eppure non hanno perso forza né ragioni per circolare. è ben vero che nel 2007 un rincaro del pane non provoca una sommossa come quella del 1898. ma ancora più vere sono oggi la precarietà del futuro ("nina"), l'assurdità e la disumanità di ogni guerra ("gorizia"), la voglia di un mondo migliore ("dimmi bel giovane"). lo stesso rispetto viene riservato alla musica, con scelte coraggiose (il contrabbasso abbinato alla canzone popolare, da solo o con la fisarmonica). ecco perché questi canti non hanno addosso la polvere degli scavi, ma una nuda, netta, forte (talora dolcissima) carica di verità e di vita. il tempo che è passato non passerà mai, aveva ragione endrigo. e di riposare non si parla proprio. (gianni mura)
"non posso riposare" cd+dvd, da richiedere a stella*nera o alla A/Rivista Anarchica
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