mercoledì 11 giugno 2008

Il nuovo che avanza...



(ANSA) - WASHINGTON, 4 GIU - George W. Bush si e' congratulato con il senatore Barack Obama per avere conquistato la candidatura democratica alla Casa Bianca. 'Il presidente sa, per esperienza personale, quanto sia faticoso il processo di nomina presidenziale', ha detto la portavoce della Casa Bianca Dana Perino, salutando la 'storica impresa' di Obama. Bush non ha pero' telefonato direttamente ad Obama. Per il segretario di stato Rice, la vittoria di Obama e' uno 'sviluppo straordinario' nella storia degli Usa.

CONTRO L'IRAN - Con la nomination democratica in tasca, [Obama, ndr] ha annunciato che da presidente si impegnerà a «eliminare» la «minaccia» che il programma nucleare iraniano rappresenta per Israele e il Medio Oriente. «Non scenderò mai a compromessi quando si tratta della sicurezza del popolo israeliano», ha aggiunto raccogliendo un lungo applauso. Obama ha affermato che «farà tutto il possibile», ripetendo per tre volte la parola "tutto", per evitare che l'Iran possa entrare in possesso di un ordigno nucleare. «Non esiste più grande minaccia dell'Iran per Israele e per la pace e la stabilità nella regione», ha detto Obama. «Il pericolo posto dall'Iran è così serio e reale che il mio obiettivo sarà eliminare questa minaccia» ha aggiunto il senatore afro-americano. «Lascerò sempre - ha aggiunto Obama - la minaccia di un'azione militare sul tavolo per difendere la nostra sicurezza e quella del nostro alleato israeliano».

Da Martin Luther King a Barack Obama: mala tempora currunt...

3 commenti:

Nihil ha detto...

L'infatuazione di certa sinistra (non tutta fortunatamente) per Barak Obama mi sembra incredibile. Liberazione di ieri, ad esempio, dedica il foglio centrale alla gloriosa premiazione di Tommy Smith e John Carlos, primo e terzo nella gara dei duecentometri alle Olimpiadi di Città del Messico del 1968 (sul podio, con le medaglie al collo, i due alzarono i pugni guantati di nero nel saluto rivoluzionario delle "pantere nere"). Il titolo cubitale è: "Non ci sarebbe Barack Obama senza quei nostri pugni chiusi". Voglio sperare che quei pugni chiusi ci abbiano lasciato qualcosa di meglio di un altro pericoloso guerrafondaio alla Casa Bianca.

Nihil ha detto...
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Anonimo ha detto...

Spesso il colore della pelle inganna anche al contrario. Difatti da una parte ci sono i razzisti, ma dall'altra ci sono anche quelli convinti che basti esser nero per essere un Presidente diverso. Beata ingenuità... che però fa danni immani.