Istat: per la prima volta dal 2002 calano i consumi delle famiglie in termini reali (soprattutto al Sud) Spesa alimentare ferma a 466 euro al mese in media, scelta "low cost" per un terzo degli italiani | |
Meno carne, vestiti e vacanze E' tornata l'Italia degli anni '50 |
Roberto Farneti
A furia di tagliare il potere d'acquisto di salari e pensioni, l'Italia sta tornando agli anni '50, quando comprarsi un paio di scarpe nuove o mangiare carne "rossa" era un privilegio per pochi. Può sembrare un'iperbole, ma i dati diffusi ieri dall'Istat parlano chiaro: ormai, per arrivare alla fine del mese, le famiglie italiane sono costrette a stringere la cinghia. La parola d'ordine per almeno un terzo dei nuclei (il 50% al Sud) è "risparmiare", il che vuol dire limitare gli acquisti all'indispensabile e comunque scegliere i prodotti che costano meno.
Si riduce il tenore di vita dell'italiano medio ma a rimetterci è l'intera economia, come testimoniano le stime sulla bassa crescita del nostro Prodotto interno lordo. Alla scarsa competitività di buona parte delle nostre imprese sui mercati internazionali, si somma la mancata spinta della domanda interna, come ha ammesso di recente anche la presidente di Confindustria Emma Marcegaglia.
E' di ieri l'ennesimo campanello d'allarme: per la prima volta dal 2002, fa sapere l'Istat, nel 2007 la spesa media mensile per i consumi è calata in termini reali. Il calcolo è presto fatto: se in valori assoluti le statistiche hanno registrato un aumento dei soldi spesi - 2480 euro, 19 in più rispetto al 2006, pari allo 0,8% - è sufficiente depurare il dato dagli effetti indotti dalla dinamica inflazionistica (+1,8%) per capire che ci troviamo di fronte a una flessione negli acquisti.
Si cerca di risparmiare su tutto, anche (e soprattutto) sul mangiare. Si esce dai supermercati, preferibilmente discount, con il carrello sempre più vuoto e chi può si rivolge direttamente al contadino. I tecnici dell'Istat la chiamano "strategia generalizzata di contenimento della spesa".
Si riduce il tenore di vita dell'italiano medio ma a rimetterci è l'intera economia, come testimoniano le stime sulla bassa crescita del nostro Prodotto interno lordo. Alla scarsa competitività di buona parte delle nostre imprese sui mercati internazionali, si somma la mancata spinta della domanda interna, come ha ammesso di recente anche la presidente di Confindustria Emma Marcegaglia.
E' di ieri l'ennesimo campanello d'allarme: per la prima volta dal 2002, fa sapere l'Istat, nel 2007 la spesa media mensile per i consumi è calata in termini reali. Il calcolo è presto fatto: se in valori assoluti le statistiche hanno registrato un aumento dei soldi spesi - 2480 euro, 19 in più rispetto al 2006, pari allo 0,8% - è sufficiente depurare il dato dagli effetti indotti dalla dinamica inflazionistica (+1,8%) per capire che ci troviamo di fronte a una flessione negli acquisti.
Si cerca di risparmiare su tutto, anche (e soprattutto) sul mangiare. Si esce dai supermercati, preferibilmente discount, con il carrello sempre più vuoto e chi può si rivolge direttamente al contadino. I tecnici dell'Istat la chiamano "strategia generalizzata di contenimento della spesa".
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