mercoledì 23 luglio 2008

Condannati a morte!


Se chiudono il manifesto e Liberazione...
La manovra economica che è stata votata in blocco - senza emendamenti - lunedì sera alla Camera, e che ora andrà al Senato, conteneva una norma che taglia - e praticamente azzera - i finanziamenti ai giornali politici. Questa norma può essere corretta dal Senato, oppure lasciata così com'è. Se sarà lasciata così com'è provocherà la chiusura - nel giro di un paio di mesi al massimo, ma forse anche prima - di alcune decine di testate giornalistiche, tra le quali il manifesto, L'Unità, Liberazione, il Secolo, la Padania, Europa, Avvenire. Alcuni di questi giornali sono sostenuti da gruppi editoriali privati potenti e ricchi, altri da partiti robusti e in grado di finanziare, altri ancora per vivere contano soltanto sulle proprie forze, sulle vendite, sul finanziamento pubblico. Se si chiude il rubinetto del finanziamento pubblico e si stabilisce che è giusto che il diritto ad informare sia riservato a chi possiede i capitali necessari, almeno due di questi giornali, e cioè Il manifesto e Liberazione, dovranno dichiarare fallimento e sparire dalla circolazione. Con la conseguenza che l'Italia - unico paese in Europa a non disporre di una rappresentanza parlamentare della sinistra tradizionale (socialista, o comunista, o ambientalista) si troverà anche senza giornali di sinistra. E paradossalmente questa scomparsa dei giornali di sinistra - che dal 1945 sono presenti senza interruzione, e per molti anni anche in gran numero, nelle edicole - sarebbe la conseguenza diretta di una legge dello Stato. Cioè potremmo dire, senza alcuna forzatura, che la stampa di sinistra, la stampa di opposizione, è stata chiusa per legge.Questa legge non prevede tagli indiscriminati all'editoria, ma tagli miratissimi: si annulla il finanziamento ai giornali di partito e si mantiene intatto il finanziamento ai grandi giornali. Per capirci bene, qualche cifra: Il manifesto e Liberazione, attualmente, ricevono dallo Stato un finanziamento che complessivamente arriva a circa 7 milioni all'anno (tra tutti e due, naturalmente). Il Corriere della Sera - che è un giornale largamente in attivo, e che dispone di sconfinate risorse pubblicitarie - riceve ogni anno circa 13 milioni di Euro. Il Sole 24 ore , quotidiano di Confindustria - che distribuisce svariati milioni di utili ai suoi azionisti - riceve 17 milioni di finanziamento. Tutti questi finanziamenti alla grande impresa non vengono tagliati. I fatti sono questi. Se non ci saranno correzioni, la nostra condanna a morte è segnata. Non so se poi si potrà dire con leggerezza che l'Italia comunque resta un paese libero, che in ogni caso qui la democrazia è padrona. E siccome noi siamo convinti che l'Italia sia davvero un paese libero, siamo anche convinti che il Senato cambierà la legge approvata alla Camera.

Piero Sansonetti su Liberazione del 23/07/2008

2 commenti:

Anonimo ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Anonimo ha detto...

Eppure non era difficile da intuire che se si fossero tolti i finanziamenti pubblici all'editoria ci avrebbero rimesso solo i giornali che non hanno gruppi finanziari o grossi capitali alle spalle. Così facendo si minerà sempre più la pluralità dell'informazione, a favore dei grandi gruppi finanziari che hanno capitale da spendere. D'ora in poi ci sarà solo un'informazione totalitaria, cassa di risonanza del regime.