Avrei voluto non doverne parlare. Difatti in un mondo civile e veramente laico sarebbe sceso un rispettoso silenzio sulla decisione giusta e legittima presa dalla Corte e dal padre, ma siccome (purtroppo) siamo in uno stato confessionale dobbiamo da una parte sopportare le scompostezze becere e volgari delle bestie della Chiesa, e dall'altra siamo obbligati a parlarne per creare un precedente che vada a favore di tutti gli altri casi presenti e futuri, siamo costretti a violare il silenzio per evitare dell'altro dolore muto.
Ed oggi ancor di più, dopo aver letto uno scritto di Giuliano Ferrara (lui insieme a tutti i porci porporati che continuano a ciarlare) sulla faccenda non riesco a tacere, non riesco a zittirmi, no!
Lui, lo stesso che giustifica la guerra in Iraq che ha fatto un milione di vittime civili (ma quelle in fin dei conti sono morti giuste di uomini lontani, mussulmani, brutti e che un po' puzzano pure. Si meritano di morire), oggi si scaglia contro il rispetto per un tempio di carne da tempo disabitato, svuotato della sua essenza, che altro non aspettava che una degna e quieta sepoltura. E così gli occidentali in coma da sedici anni sono costretti a straziare i propri genitori ancora, e ancora, e ancora. I mussulmani devono morire a milioni sventrati dalle bombe per il petrolio, ma i corpi senza più pensiero dei cristiani debbono restare per sempre, artificialmente, come icone, che lo stesso Dio in cui credono vietava. D'altronde questi poveri genitori i figli li hanno fatti, li hanno visti trasformarsi in silenti vegetali, li hanno accuditi lo stesso piangendone il ricordo, morendo con loro ogni giorno, ed ogni giorno sono risorti sperando di poter fare un patto col diavolo per riuscire così a scambiare la loro vita con quella che hanno donato, ma ancora non basta, no! Obesi senza ritegno, figli dell'occidentale opulenza dell'ingordigia (ma un tempo non andavano all'inferno?) si permettono di ciarlare oscenità per infilzare lame taglienti nella carne già violata di chi ha perso una parte di sé, un figlio. Mette tristezza, infinita tristezza... e non possiamo tacere; Eluana non può riposare, non ancora.
Ed oggi ancor di più, dopo aver letto uno scritto di Giuliano Ferrara (lui insieme a tutti i porci porporati che continuano a ciarlare) sulla faccenda non riesco a tacere, non riesco a zittirmi, no!
Lui, lo stesso che giustifica la guerra in Iraq che ha fatto un milione di vittime civili (ma quelle in fin dei conti sono morti giuste di uomini lontani, mussulmani, brutti e che un po' puzzano pure. Si meritano di morire), oggi si scaglia contro il rispetto per un tempio di carne da tempo disabitato, svuotato della sua essenza, che altro non aspettava che una degna e quieta sepoltura. E così gli occidentali in coma da sedici anni sono costretti a straziare i propri genitori ancora, e ancora, e ancora. I mussulmani devono morire a milioni sventrati dalle bombe per il petrolio, ma i corpi senza più pensiero dei cristiani debbono restare per sempre, artificialmente, come icone, che lo stesso Dio in cui credono vietava. D'altronde questi poveri genitori i figli li hanno fatti, li hanno visti trasformarsi in silenti vegetali, li hanno accuditi lo stesso piangendone il ricordo, morendo con loro ogni giorno, ed ogni giorno sono risorti sperando di poter fare un patto col diavolo per riuscire così a scambiare la loro vita con quella che hanno donato, ma ancora non basta, no! Obesi senza ritegno, figli dell'occidentale opulenza dell'ingordigia (ma un tempo non andavano all'inferno?) si permettono di ciarlare oscenità per infilzare lame taglienti nella carne già violata di chi ha perso una parte di sé, un figlio. Mette tristezza, infinita tristezza... e non possiamo tacere; Eluana non può riposare, non ancora.
2 commenti:
Il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, ancora una volta ha perduto una buona occasione per tacere: "La vita è qualcosa di assolutamente indisponibile all'azione umana. Più che a disposizione della società la vita interpella la società. E' un grande impegno che dobbiamo intensificare perchè chi è nel bisogno e nella malattia, soprattutto quella più grave, non sia mai lasciato da solo, fino all'ultimo momento della consumazione naturale".
Certa gente è talmente pervasa dai propri dogmi antiscientifici da dimenticare (in nome del loro grande e misericorsioso dio) quella pietà umana che tutti dovremmo avere in casi come questo. Almeno tacendo.
La natura riprenda il suo corso"
Il padre di Eluana risponde a Bagnasco
"Qui non si tratta di una consumazione di una vita, ma di fare in modo che la natura riprenda il suo corso che è stato interrotto". E' questa la risposta di Beppino Englaro, il padre di Eluana, al cardinale Angelo Bagnasco. Il presidente della Cei aveva espresso "preoccupazione" se si dovesse "procedere a una consumazione di una vita per una sentenza".
Il signor Englaro ha precisato di non voler entrare in polemica con la Chiesa. Spiega però che "il corso della natura è stato interrotto dai protocolli rianimativi che hanno portato Eluana allo stato vegetativo permanente. Questa è una condizione innaturale", ha aggiunto, ricordando ancora una volta la volontà che sua figlia aveva espresso ben prima del grave incidente di 16 anni fa.
"Io non voglio insegnare niente a Bagnasco - ha precisato papà Beppino - perché come tutte le persone ha il diritto di esprimere la propria posizione che, in questo caso, ricalca il magistero della Chiesa. Ci mancherebbe altro". Il papà di Eluana a questo proposito ha voluto di nuovo ribadire che i giudici lo hanno autorizzato, in qualità di tutore, a sospendere l'alimentazione e l'idratazione artificiali che tengono in vita sua figlia, "in modo che la vicenda clinica di Eluana riprenda il suo corso. E' la volontà di Eluana. Questa situazione - ha continuato - è stata creata clinicamente e se ne deve uscire clinicamente secondo protocolli che rispettino la persona umana".
Beppino Englaro ha sottolineato ancora che "nella situazione che si è venuta a creare la cosa più naturale è quella di lasciarla morire, e quindi di sospendere i sostegni vitali perché lei si era espressa in questo senso".
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