mercoledì 30 aprile 2008

Rovescismo, fase suprema del revisionismo



Rovescismo, fase suprema del revisionismo

TIBET WAS, IS AND ALWAYS WILL BE A PART OF CHINA

L'interessante punto di vista di chi, nel nostro libero e civile occidente, non ha voce alcuna. Meditate...

lunedì 28 aprile 2008

Saluti romani alla festa in Campidoglio


qui

Danni collaterali...

Strage di bimbi palestinesi, tregua lontana

Bambini palestinesi (archivio)
Bambini palestinesi (archivio)

Sembra destinata ad allontanarsi la tregua tra Hamas e Israele, dopo la strage nella Striscia di Gaza in cui sono morti quattro fratellini palestinesi e la loro madre. Il massacro e' avvenuto in mattinata a Beit Hanoun. Un carro armato israeliano ha aperto il fuoco contro un'abitazione civile dove una famiglia stava facendo colazione. E' bastato un proiettile del blindato per radere al suolo l'edificio e quelli che vi si trovavano dentro: quattro bambini di eta' compresa tra uno e cinque anni e la loro madre. Insieme a loro ha perso la vita un diciassettenne che in quel momento passava davanti l'abitazione.

L'attacco, riferito da fonti palestinesi ma non confermato dall'esercito israeliano, e' stato denunciato dal presidente palestinese, Abu Mazen: "Quest'aggressione -ha detto- non aiuta gli sforzi per riconquistare la stabilita' e ostacola il processo di pace". E di aggressione" ha parlato anche Hamas, annunciando vendetta.

Dal canto suo, il ministro israeliano della Difesa, Ehud Barak, si e' limitato a mettere le mani avanti, affermando che i miliziani obiettivo delle operazioni israeliane operano sul territorio confondendosi con i civili. "Ci hanno attaccato da basi nascoste tra la popolazione civile e noi abbiamo risposto", ha spiegato il maggiore Avital Leibovich, portavoce dell'esercito dello Stato ebraico, che ha avviato un'indagineper verificare se la controffensiva abbia colpito i civili.

Cio' che appare evidente, oltre ai cadaveri dei bambini, e' l'ulteriore difficolta' che incontreranno i mediatori egiziani impegnati per la firma di una tregua. Hamas, che il cessate-il-fuoco aveva proposto, ha lanciato un avvertimento attraverso il portavoce Sami Abu Zuhri: "Dopo questi crimini nessuno potra' rimproverarci le azioni volte a romperel'assedio a Gaza e porre termine all'aggressione".

L'opera di mediazione egiziana continua, nonostante tutto. Al Cairo continuano ad arrivare i capi delle fazioni che dovrebbero firmare la tregua.

Tony Blair, intanto, ha chiesto a Israele di rimuovere i posti di blocco che impediscono ai palestinesi di viaggiare da un posto all'altro dei Territori e di rilanciare l'economia della Cisgiordania attraverso il commercio. L'inviato del quartetto per il Medio Oriente, che ha incontrato il ministro della Difesa Ehud Barak, sembra aver ottenuto un primo risultato se e' da collegare al suo pressing la decisione con cui lo Stato ebraico ha tolto di mezzo il checkpoint di Nablus, ostacolo che da cinque anni impediva il transito di pedoni, carretti e auto.

L'elenco di Blair, comprende i checkpoint di Ramallah, e tra i questi uno nei pressi dell'insediamento ebraico di Beit.


"Nei libri, quando mi trovavo in prigione, ero signore della mia immaginazione: Signore dell’elemento su cui lavoravo. Perché si trattava della mia fantasticheria. Ma ora, non sono più signore di quello che ho visto, sono obbligato a dire: ho visto gente imbavagliata, legata, ho visto una signora con le dita mozzate! Sono costretto a sottomettermi al mondo reale." (p. 163).

Da
Palestinesi di Jean Genet


Arte...


George Maciunas

Usa surpasses all the genocide records!

1968; 60x50 cm; poster, Centre Pompidou, Paris, coll.Ozanne

domenica 27 aprile 2008

SI RICOMINCIA.

CONCERTO DEL PRIMO MAGGIO A ROMA

Si organizza come ogni anno un pullmann con partenza da
P.S.Elpidio – Bar Aragno 7,45
Fermo – Piazza Dante alle ore 8,00
P.S.Giorgio –ex Bar Mario ore 8,10

Partenza da Roma per il ritorno al termine del concerto
Il costo del viaggio è di 10 € da versare anticipatamente presso la Cgil di Fermo entro Martedi’ 29 aprile ore 12,30


Per informazioni e prenotazioni telefonare al num. 0734/220811 (solo mattina) o 348/3890940

venerdì 25 aprile 2008

Tutti assolti...

NO GLOBAL: PROCESSO COSENZA, TUTTI ASSOLTI di Alessandro Sgherri










COSENZA - Tutti assolti. Ai giudici della Corte d'assise di Cosenza è stata sufficiente una camera di consiglio di poco più di un'ora e mezza per demolire le ipotesi accusatorie contro 13 militanti no global della Rete del sud ribelle, accusati di un reato gravissimo, associazione sovversiva, in relazione agli incidenti accaduti nel corso delle riunioni del G8 di Genova e del Global Forum di Napoli del 2001. Sono passate da poco le 19 quando la Corte rientra in aula e il presidente Maria Antonietta Onorati legge il dispositivo: la Corte "assolve tutti gli imputati da tutti i reati loro rispettivamente ascritti perché il fatto non sussiste". Una sentenza che non viene commentata dal pm Domenico Fiordalisi, che dall'inizio della vicenda giudiziaria, il 15 novembre 2002, quando scattarono gli arresti, ha seguito l'inchiesta. Il magistrato, alla lettura del dispositivo, scuro in volto, lascia immediatamente l'aula dalla porta riservata ai giudici. Le richieste di Fiordalisi erano state pesanti. Appena tre mesi fa aveva chiesto la condanna di tutti e 13 gli imputati a complessivi 50 anni di reclusione e 26 di libertà vigilata. Le condanne più pesanti, sei anni di reclusione e tre di libertà vigilata, Fiordalisi le aveva chieste per il deputato uscente di Rifondazione comunista Francesco Caruso; per il leader dei Disobbedienti del nord-est, Luca Casarini, e per Francesco Cirillo. Poi quelle minori: tre anni e sei mesi per Lidia Azzarita, Alfonso De Vito, Michele Santagata, Anna Curcio, Antonino Campennì, Salvatore Stasi e Peppe Fonzino; due anni e sei mesi per Vittoria Oliva, Claudio Dionesalvi ed Emiliano Cirillo. Tutte richieste respinte dalla Corte d'assise cosentina, che invece assolve tutti gli imputati al termine di un processo iniziato nel dicembre del 2004. E subito comincia la festa. Gli imputati presenti, tra i quali Caruso, ed un centinaio di no global che dal primo pomeriggio attendevano la sentenza, escono dal Tribunale e festeggiano con spumante e cori contro la Digos e inneggianti a "siamo tutti liberi". "E' la dimostrazione - commenta soddisfatto Caruso - che si é trattato di un teorema accusatorio costruito ad arte per aggredire e zittire i movimenti. Al di là di questa sentenza, dobbiamo organizzarci per continuare a sovvertire e cospirare felicemente a partire da oggi nei nostri territorio fino al G8 della Maddalena del 2009, quando ci ritroveremo a cospirare senza i Fiordalisi ed i loro teoremi repressivi tra le scatole". E mentre Caruso festeggia a Cosenza, uno dei suoi legali, Annalisa Senese, annuncia la richiesta di risarcimento dei danni, "anche per il ritardo con cui è stata riconosciuta l'innocenza degli imputati a causa dell'irragionevole durata del processo". "Molto contento" si dice anche anche Casarini, raggiunto dalla notizia dell'assoluzione lontano da Cosenza, che definisce la sentenza un "fatto politico importante" che "finalmente rovescia la verità artefatta che su Genova qualcuno voleva costruire. Questo 25 aprile sarà ancora più bello".

ORA E SEMPRE RESISTENZA

Lo avrai
camerata Kesselring
il monumento che pretendi da noi italiani
ma con che pietra si costruirà
a deciderlo tocca a noi.
Non coi sassi affumicati
dei borghi inermi straziati dal tuo sterminio
non colla terra dei cimiteri
dove i nostri compagni giovinetti
riposano in serenità
non colla neve inviolata delle montagne
che per due inverni ti sfidarono
non colla primavera di queste valli
che ti videro fuggire.
Ma soltanto col silenzio del torturati
più duro d'ogni macigno
soltanto con la roccia di questo patto
giurato fra uomini liberi
che volontari si adunarono
per dignità e non per odio
decisi a riscattare
la vergogna e il terrore del mondo.
Su queste strade se vorrai tornare
ai nostri posti ci ritroverai
morti e vivi collo stesso impegno
popolo serrato intorno al monumento
che si chiama
ora e sempre
RESISTENZA
PIERO CALAMANDREI

domenica 20 aprile 2008

Riprendiamoci.

Io,come penso molti di voi,ho faticato per votare Sinistra l'Arcobaleno:già solo il nome è una sòla.La sòla vera è stata poi che,nessuno di noi elettori e tesserati, abbia contribuito alla formazione di questa coalizione."Senza parlare di Scanio Pecoraro inquisito e dei vari inprenditori fuggiti dal PD.
Ma ci siamo dimenticati proprio di quello che è successo ultimamente?
Scusatemi per questa scossa,se mai ce ne fosse stata alcuna,penso però,che sia un ottimo argomento su cui parlare e confrontarci.


giovedì 17 aprile 2008

APPELLO. COMUNISTE E COMUNISTI: COMINCIAMO DA NOI


Dopo il crollo della Sinistra Arcobaleno, ci rivolgiamo ai militanti e ai dirigenti del Pdci e del Prc e a tutte le comuniste/i ovunque collocati in Italia
Siamo comuniste e comunisti del nostro tempo. Abbiamo scelto di stare nei movimenti e nel conflitto sociale. Abbiamo storie e sensibilità diverse: sappiamo che non è il tempo delle certezze. Abbiamo il senso, anche critico, della nostra storia, che non rinneghiamo; ma il nostro sguardo è rivolto al presente e al futuro. Non abbiamo nostalgia del passato, semmai di un futuro migliore. Il risultato della Sinistra Arcobaleno è disastroso: non solo essa ottiene un quarto della somma dei voti dei tre partiti nel 2006 (10,2%) - quando ancora non vi era l’apporto di Sinistra Democratica - ma raccoglie assai meno della metàdei voti ottenuti due anni fa dai due partiti comunisti (PRC e PdCI), che superarono insieme l’8%. E poco più di un terzo del miglior risultato dell’8,6% di Rifondazione, quando essa era ancora unita. Tre milioni sono i voti perduti rispetto al 2006. E per la prima volta nell’Italia del dopoguerra viene azzerata ogni rappresentanza parlamentare: nessun comunista entra in Parlamento. Il dato elettorale ha radici assai più profonde del mero richiamo al “voto utile”:risaltano la delusione estesa e profonda del popolo della sinistra e dei movimenti per la politica del governo Prodi e l’emergere in settori dell’Arcobaleno di una prospettiva di liquidazione dell’autonomia politica, teorica e organizzativa dei comunisti in una nuova formazione non comunista, non anticapitalista, orientata verso posizioni e culture neo-riformiste. Una formazione che non avrebbe alcuna valenza alternativa e sarebbe subalterna al progetto moderato del Partito Democratico e ad una logica di alternanza di sistema.
E’ giunto il tempo delle scelte: questa è la nostra.
Non condividiamo l’idea del soggetto unico della sinistra di cui alcuni chiedono ostinatamente una “accelerazione”, nonostante il fallimento politico-elettorale. Proponiamo invece una prospettiva di unità e autonomia delle forze comuniste in Italia, in un processo di aggregazione che, a partire dalle forze maggiori (PRC e PdCI), vada oltre coinvolgendo altre soggettività politiche e sociali, senza settarismi o logiche auto-referenziali. Rivolgiamo un appello ai militanti e ai dirigenti di Rifondazione, del PdCI, di altre associazioni o reti, e alle centinaia di migliaia di comuniste/i senza tessera che in questi anni hanno contribuito nei movimenti e nelle lotte a porre le basi di una società alternativa al capitalismo, perché non si liquidino le espressioni organizzate dei comunisti ed anzi si avvii un processo aperto e innovativo, volto alla costruzione di una “casa comune dei comunisti”. Ci rivolgiamo: -alle lavoratrici, ai lavoratori e agli intellettuali delle vecchie e nuove professioni, ai precari, al sindacalismo di classe e di base, ai ceti sociali che oggi “non ce la fanno più” e per i quali la “crisi della quarta settimana” non è solo un titolo di giornale: che insieme rappresentano la base strutturale e di classe imprescindibile di ogni lotta contro il capitalismo; -ai movimenti giovanili, femministi, ambientalisti, per i diritti civili e di lotta contro ogni discriminazione sessuale, nella consapevolezza che nel nostro tempo la lotta per il socialismo e il comunismo può ritrovare la sua carica originaria di liberazione integrale solo se è capace di assumere dentro il proprio orizzonte anche le problematiche poste dal movimento femminista; -ai movimenti contro la guerra, internazionalisti, che lottano contro la presenza di armi nucleari e basi militari straniere nel nostro Paese, che sono a fianco dei paesi e dei popoli (come quello palestinese) che cercano di scuotersi di dosso la tutela militare, politica ed economica dell’imperialismo; -al mondo dei migranti, che rappresentano l’irruzione nelle società più ricche delle terribili ingiustizie che l’imperialismo continua a produrre su scala planetaria, perchè solo dall’incontro multietnico e multiculturale può nascere - nella lotta comune - una cultura ed una solidarietà cosmopolita, non integralista, anti-razzista, aperta alla “diversità”, che faccia progredire l’umanità intera verso traguardi di superiore convivenza e di pace. Auspichiamo un processo che fin dall’inizio si caratterizzi per la capacità di promuovere una riflessione problematica, anche autocritica. Indagando anche sulle ragioni per le quali un’esperienza ricca e promettente come quella originaria della “rifondazione comunista” non sia stata capace di costruire quel partito comunista di cui il movimento operaio e la sinistra avevano ed hanno bisogno; e come mai quel processo sia stato contrassegnato da tante divisioni, separazioni, defezioni che hanno deluso e allontanato dalla militanza decine di migliaia di compagne/i. Chiediamo una riflessione sulle ragioni che hanno reso fragile e inadeguato il radicamento sociale e di classe dei partiti che provengono da quella esperienza, ed anche gli errori che ci hanno portati in un governo che ha deluso le aspettative del popolo di sinistra: il che è pure all’origine della ripresa delle destre. Ci vorrà tempo, pazienza e rispetto reciproco per questa riflessione. Ma se la eludessimo, troppo precarie si rivelerebbero le fondamenta della ricostruzione. Il nostro non è un impegno che contraddice l’esigenza giusta e sentita di una più vasta unità d’azione di tutte le forze della sinistra che non rinunciano al cambiamento. Né esclude la ricerca di convergenze utili per arginare l’avanzata delle forze più apertamente reazionarie. Ma tale sforzo unitario a sinistra avrà tanto più successo, quanto più incisivo sarà il processo di ricostruzione di un partito comunista forte e unitario, all’altezza dei tempi. Che - tanto più oggi - sappia vivere e radicarsi nella società prima ancora che nelle istituzioni, perché solo il radicamento sociale può garantire solidità e prospettive di crescita e porre le basi di un partito che abbia una sua autonoma organizzazione e un suo autonomo ruolo politico con influenza di massa, nonostante l’attuale esclusione dal Parlmento e anche nella eventualità di nuove leggi elettorali peggiorative. La manifestazione del 20 ottobre 2007, nella quale un milione di persone sono sfilate con entusiasmo sotto una marea di bandiere rosse coi simboli comunisti, dimostra – più di ogni altro discorso – che esiste nell’Italia di oggi lo spazio sociale e politico per una forza comunista autonoma, combattiva, unita ed unitaria, che sappia essere il perno di una più vasta mobilitazione popolare a sinistra, che sappia parlare - tra gli altri - ai 200.000 della manifestazione contro la base di Vicenza, ai delegati sindacali che si sono battuti per il NO all’accordo di governo su Welfare e pensioni, ai 10 milioni di lavoratrici e lavoratori che hanno sostenuto il referendum sull’art.18. Auspichiamo che questo appello – anche attraverso incontri e momenti di discussione aperta - raccolga un’ampia adesione in ogni città, territorio, luogo di lavoro e di studio, ovunque vi siano un uomo, una donna, un ragazzo e una ragazza che non considerano il capitalismo l’orizzonte ultimo della civiltà umana.


Per aderire all'appello:


mercoledì 16 aprile 2008

Ripartiamo dal simbolo di falce e martello



Tina Modotti

EMIGRANTE, OPERAIA, ATTRICE, FOTOGRAFA NEL MESSICO DEGLI ANNI VENTI, ANTIFASCISTA, MILITANTE NEL MOVIMENTO COMUNISTA INTERNAZIONALE, PERSEGUITATA ED ESULE POLITICA, GARIBALDINA DI SPAGNA.

lunedì 14 aprile 2008

Débâcle


L'astensionismo è stato basso rispetto alla sparizione della Sinistra, che è risultato il vero miracolo del Pd, ottenuto senza intaccare le destre.

Non c'è stata una delusione ma solo la prevaricazione del voto utile. Anche gente storicamente comunista s'è arresa a votare a favore del Pd con l'illusione di contrastare Berlusconi, non rendendosi conto di fare il gioco del piduista. Un harakiri di massa, un'operazione d'una miopia disarmante.

C'è stato l'errore di Rifondazione di unirsi a la Sinistra l'Arcobaleno invece di correre da sola.

E c'è un problema generale che vede una carenza di idee e riferimenti culturali rilevanti. Si mischiano nello stesso partito classi sociali opposte, con interessi opposti.

I dati del Pd più Idv si attestano poco al di sopra di quelli dell’Unione, quindi ci parlano di un cambiamento che è stato in pratica una sconfitta. E questo nonostante la vampirizzazione della Sinistra, che quasi scompare da tutta l’Italia. Il tutto dopo le vicende di Turigliatto e le perdite di elettorato per via delle scelte scellerate del Governo Prodi, che Rifondazione e gli altri partiti hanno rispettato per dovere di alleanza.

Ora ci ritroviamo con un Senato senza forze di Sinistra ed in mano al Pdl. La prevaricazione del voto utile è stata sicuramente una sconfitta della democrazia, ma anche una sconfitta strategica assolutamente irresponsabile.

Per il resto, ribadisco che non ho niente a che spartire con la gente del Pd, ma soprattutto con gli italiani che sono caduti nella porcheria del voto contro. La situazione attuale è la più brutta dai tempi del ventennio, e tutto per colpa del Pd, dei suoi uomini della Bicamerale, dell’Opus Dei e della Confindustria. Non c’è più una forza di Sinistra operaia e laica fatta di idealità e sentimento a controbilanciare le destre ed il centro, a contrastare le derive fasciste e borghesi di questo Paese. Per la prima volta forze reali che rappresentano i più deboli non hanno una rappresentanza parlamentare rilevante. Siamo praticamente senza opposizione. E tutto questo per colpa di menomati mentali che non hanno mai messo piede in una sezione di partito, che non hanno mai "sudato" politica e blaterano senza capire di nulla. Solo in paese come l’Italia poteva succedere una bestialità del genere, in un luogo infestato da figuri senza coscienza sociale e senza cultura.


mercoledì 9 aprile 2008

La prevaricazione del voto utile


Cari compagni, il voto è una conquista, un atto democratico e libero, non fatevi ingannare dal voto contro, che è antidemocratico. Si vota per passione e sentimento, per un ideale. Si vota per chi ci rappresenta. La farsa del voto utile (che altro non è che il voto contro imbellettato di tutto punto per renderlo presentabile) è una vergogna, un voto di frustrazione e di odio, un voto vuoto e privo di significato. Credo che una politica che ricorra ad espedienti meschini come l’invocazione del voto utile sia arrivata al capolinea, rappresenti il vuoto ideologico assoluto, nonché la pochezza delle sue proposte, che evidentemente non sono rilevanti. Dopo la Bicamerale e il riconoscimento scellerato di Berlusconi come avversario politico credibile, oggi quelli del Pd vorrebbero vampirizzare i voti della Sinistra giocando sporco. Sono proprio di ieri (8/04) le dichiarazioni preelettorali di Prodi che, raschiando il fondo in maniera vergognosa, spara su Rifondazione e gli altri de la Sinistra l’ArcobalenoLa mia caduta è colpa della sinistra”, dimenticandosi volutamente del prezzo che Rifondazione ha già pagato con la vicenda Turigliatto, a dimostrazione di una fedeltà alla linea di Governo senza macchie, pur nella dialettica democratica. Per questo vi dico che il presunto voto utile in realtà è l'unico vero voto inutile.


lunedì 7 aprile 2008

Sì a Fausto contro il Cavaliere. Ma sono più a sinistra.


Mario Monicelli, senta: lei, straordinario maestro del cinema italiano, insieme ad altri intellettuali firma un appello di sostegno alla Sinistra Arcobaleno e allora...

«Si fermi. Lei mi disturba per questo?».

Maestro...

«Mi dica: lei è rimasto sorpreso? Non abbia timore... coraggio, mi risponda: è rimasto sorpreso?».

Sorpreso, no. Ma certo questo suo schierarsi così netto...

«Netto? No, guardi: io fatico non poco a schierarmi con la Sinistra Arcobaleno».

Vuol dire che, istintivamente, sarebbe forse più propenso al Partito democratico di Walter Veltroni?

«Cosa? No no... quello lì, Veltroni intendo, ha come modello di riferimento gli Stati Uniti, e lei, beh, capirà...».

I fratelli Kennedy, e forse più Bob di John, e poi...

«E poi cosa? Lasci stare la dinastia Kennedy. Walter, purtroppo, ha come modello uno stato imperialista, spietato socialmente, dove chi è povero è molto povero e chi è ricco è molto ricco».

Sono discorsi da sinistra estrema.

«Infatti. I miei pensieri sono più a sinistra, e finalmente ci siamo, di quelli proposti dalla Sinistra Arcobaleno. Era ciò che cercavo di spiegarle: fatico a votare persino per loro. Per quelli che fanno promesse, proclami e che poi...».

E che poi?

«Beh, poi vanno al governo, ci stanno due anni, e invece di mettere mano al conflitto di interessi di Berlusconi, preferiscono diventare presidente della Camera e realizzare, quindi, un quinto delle promesse fatte in campagna elettorale».

Lei si riferisce a Fausto Bertinotti.

«Guardi, io di Bertinotti sono amico, lo stimo e lo frequento con piacere, e lo incontro, spesso, a cena, con sua moglie Lella... solo che, davvero, io sarei un bel po' più a sinistra di lui e della Sinistra Arcobaleno. Ma cosa c'è in Italia più a sinistra di loro? Così mi tocca accontentarmi».

Lei è sempre stato così radicale?

«Mio padre Tomaso, giornalista celebre e critico teatrale, fu perseguitato dal fascismo e, per questo, nel 1945 si suicidò. La prima cosa che perciò si può dire è che io sono antifascista dentro, nell'animo».

Poi?

«Poi, nell'immediato dopoguerra, divenni socialista. Con il mio amico regista Mario Camerini facemmo pure un po' di propaganda: all'epoca, a Roma, si tenevano discorsi in piazza Montecitorio, o nella Galleria Colonna».

Quindi lei nasce socialista.

«E sa quando smetto? Quando compare il faccione autoritario, dispotico di Bettino Craxi. Un esponente politico borghese, gran corruttore».

Eppure la figura di Craxi è stata assai rivalutata, maestro.

«E chi se ne frega... Io non lo sopportavo, e così, politicamente, vagai qualche mese, finché non finii dentro il Pci».

Molti registi italiani finivano in quei ranghi.

«Il cinema italiano era rosso. Penso a Scola, a Scarpelli, a Benvenuti, a Gigi Magni...».

Comencini?

«Gran socialista».

E gli attori? Sordi, Mastroianni, Gassman, Tognazzi, Manfredi...

«Mah, vede, gli attori, in genere, sono dei malati di mente che hanno una sola ambizione: quella di piacere a tutti. Si figuri se qualche grande avesse voglia di schierarsi politicamente».

Gian Maria Volonté si schierò.

«E infatti era considerato un antipatico di prim'ordine».

A lei starà molto antipatico Silvio Berlusconi.

«Dovrebbe essere il nemico numero uno di milioni di italiani. Ma siccome gli italiani sono stupidi, lo adorano. Chiunque prometta agli italiani benessere, riceve il loro voto».

Lei è pessimista.

«Mi sfogo. Quando posso. E poi, le dico: sa perché sono riuscito ad arrivare a 93 anni così lucido da star qui a discutere di politica?».

No. Perché?

«Perché non sono pessimista. Ma superficiale e comunista».


Intervista di Fabrizio Roncone sul Corriere della Sera, edizione del 07.04.2008

domenica 6 aprile 2008

Cos'è la vita per me


Cos’è la vita per me

Sono nato proletario. Ho scoperto presto l’entusiasmo, l’ambizione e gli ideali e nel tentativo di soddisfarli, ho finito per renderli il problema di tutta la mia infanzia. Vengo da un ambiente rude, volgare, duro. Non avevo un orizzonte davanti a me: direi piuttosto un confine. Il mio posto in questa società era negli abissi, dove la vita offriva solo squallore e sventura: lì, sul fondo, carne e spirito erano ugualmente affamati e tormentati.

Sopra di me troneggiava il colossale edificio della società e nella mia testa l’unica direzione era in salita. Dall’interno di questo edificio presto presi la decisione di arrampicarmi verso l’alto, dove gli uomini indossavano vestiti neri e camicie inamidate e le donne avevano abiti meravigliosi.

[...]

Mi resi conto che non mi piaceva vivere nei salotti della società. Ero intellettualmente annoiato, moralmente e spiritualmente nauseato. Pensai a tutti quegli intellettuali e idealisti, predicatori spretati, professori squattrinati e lavoratori dalla mente lucida con una coscienza di classe. Ricordai le notti e i giorni del sole e delle stelle quando la vita era meraviglia dolce e selvaggia, un paradiso spirituale di avventure generose e di idillio etico. E davanti a me vidi rifulgere nuovamente infuocato il Sacro Graal.

Così tornai alla classe lavoratrice nella quale ero nato e alla quale appartenevo. Non mi interessa più risalire. L’edificio della società che incombeva sul mio capo non conteneva più alcuna promessa di gioia. Sono le fondamenta dell’edificio che mi interessano. Poiché lì sono contento di lavorare, piccozza in mano, a fianco di intellettuali, idealisti e lavoratori con una coscienza di classe, per riuscire ogni tanto a far traballare tutto l’edificio. Un giorno, quando avremo più braccia e piccozze, lo capovolgeremo, e insieme ci libereremo di tutti quei morti insepolti, della vita marcia, del mostruoso egoismo e dell’ottuso materialismo. Dopodiché ripuliremo gli scantinati di questa società e ne costruiremo una nuova, migliore, dove non ci saranno salotti e le stanze avranno grandi finestre luminose e si respirerà un’aria limpida, nobile e onesta.

Questo è il mio orizzonte: attendo con ansia il tempo in cui l’uomo saprà conquistare un progresso che non sia solo materiale, il tempo in cui l’uomo agirà guidato da un incentivo più alto di quello odierno, che è appunto lo stomaco. Continuo a credere nella nobiltà e nell’eccellenza dell’uomo. Credo che la dolcezza spirituale e la generosità sconfiggeranno la volgare ingordigia dei nostri giorni. Infine, ho fede nella classe lavoratrice. Come disse un francese, “sulla scala del tempo riecheggia sempre il suono della scarpa di legno che sale e dello stivale lucido che scende.”


Jack London. Newton, Iowa, novembre 1905

sabato 5 aprile 2008

Lacrime e sangue


Otto mesi di reclusione e pena sospesa: tanto vale la vita di un ragazzo morto sul lavoro, la sofferenza dei suoi familiari, genitori, fratelli, amici. Questo è l’avaro prezzo che la nostra classe imprenditrice continua a pagare (o meglio a non pagare) per non aver garantito la sicurezza dei lavoratori. Un altro tributo di sangue e di lacrime in nome del profitto.


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venerdì 4 aprile 2008

Appello di 700 sindacalisti: no all’equidistanza con l’impresa



DIFENDERE IL LAVORO? VOTIAMO LA SINISTRA
Il 13 e 14 aprile andremo a votare con la consapevolezza che l’autonomia del sindacato non può essere indifferenza e disimpegno rispetto al quadro politico e al risultato elettorale. Ancora una volta ci troviamo a contrastare una destra aggressiva, liberista e populista che fa della centralità dell’impresa e degli interessi della finanza e del mercato il paradigma della “riforma del paese”. Nuovi paladini della “modernità” preferiscono inseguirla sul suo stesso terreno: ai cittadini e ai lavoratori non rimarrebbe che scegliere tra due partiti fortemente interclassisti.Partendo dalla nostra esperienza quotidiana, noi pensiamo, invece, che al centro di questa campagna elettorale debbano stare i temi dell’aumento di salari e pensioni per recuperare l’enorme spostamento della ricchezza verso i profitti e le rendite avvenuto negli ultimi 15 anni; della qualità del sistema produttivo; della stabilità dell’occupazione e la fine del precariato; dell’allargamento dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori, che subiscono il peggioramento delle condizioni di lavoro, a partire dall’inaccettabile livello di morti e infortuni; di uno sviluppo alternativo, basato sul rispetto dell’ambiente e del territorio.Sosteniamo le ragioni de La sinistra l’Arcobaleno che, unica nel panorama politico, in un processo di rinnovamento a sinistra, pone al centro del suo programma un radicale cambiamento della società, basato sulla centralità del lavoro e del suo valore e non su una equidistanza tra impresa e lavoro.Il lavoro degli uomini e delle donne, come riconosciuto nell’art. 1 della Costituzione, ha contribuito alla crescita democratica del Paese e ha “contaminato” i più importanti partiti storici dell’Italia; ha concorso al rafforzamento della democrazia parlamentare; ha rappresentato la liberazione dal bisogno per milioni di persone; ha trasformato il sapere e saper fare della società. Il loro impegno sociale, le loro lotte hanno contribuito al progresso, alla civiltà e allo sviluppo democratico del paese.La democrazia di questo paese è cresciuta con il lavoro e le “conquiste” sociali. Lo stato sociale, i diritti individuali e collettivi, la politica economica rappresentano l’esito delle conquiste realizzate dal lavoro.Queste conquiste sono soggette al continuo attacco di coloro che considerano il lavoro, la condizione umana, merce da sottoporre all’esigenza del mercato e della competitività.Sostenere le ragioni del lavoro significa sostenere il diritto alla sua rappresentanza nel parlamento. Per questo invitiamo le lavoratrici, i lavoratori e i pensionati a partecipare al voto. Noi, sottoscrittori di questo Appello, votiamo e sosteniamo la Sinistra l’Arcobaleno.
***
Firmatari: L.Abbascià, M.Abbondi, S.Affinito, R.Agarossi, P.Agnello Modica, D.Aguiari, G.Aiello, G.Airaudo, G.C.Albori, A.Aldini, A.Alfonsi, A.Allamprese, A.Amaro, L.Amato, C.Amato, A.Amendola, A.Amoruso, P.Amoruso, V.Anastasi, A.Apicella, C.Arcangeli, V.Argentato, P.F.Arrigoni, B.Asghari, A.Assirelli, G.Astone, M.Atzei, R.Augello, D.Augscheller, C.Azzetti, G.Bagalà, M.Bagnaschi, C.Baldini, G.Baldoni, F.Ballerini, Mas.Balzarini, Mau.Balzarini, V.Bardi, C.Barone, W.Bartolini, S.Baschieri, S.Basile, B.Basini, G.Bellezza, F.Bellisario, A.M.Belloni, P.Belloni, F.Beltrami, M.Bendoni, P.Benedetti, M.Beneggi, P.Bentivegna, N.Benuzzi, T.Benvenuti, M.Bernabei,, G.Bernardini, M.Bersani, D.Bertino, M.Bertolasio, M.Bertolini, G.Bertoluzza, M.Bertona, A.Bertuzzi, G.F.Besenzoni, S.Biagini, S.Bianchi, S.Bianchin, C.Bianchini, A.Biasioli, S.Bigazzi, E.Bizi, F.Bodria, L.Boldorini, R.Bonati, V.Bondi, R.Bonetti, A.M.Bonifazi, D.Bonometti, M.Bordegari, R.Boretti, S.Borini, M.Borsetti, ,P.Bosi, W.Bossoni, G.Botti, S.Bova, M.Boyer, B.Bozzo, M.Braccini, M.Brancato, A.Breda, M.B.Brioschi, L.Brotini, C.Bruno, F.Bruno, D.Bruschi, M.Bucarini, E.Bucchioni, P.Buccianti, N.Buccione, P.V.Bursich, P.Buttasi, M.Cabrini, M.Cadeddu, C.Caiazza, C.Calitri, V.Calzavara, ,L.Camedda, I.Campaniello, R.Campari, D.Campostori, F.Canale, A.Candiloro, M.Canepa, Mar.Canepa, P.Capello, I.Capitelli, M.Capotorto, A.Cappai, S.Cappellini, G.Capuzzi, A.Caracciolo, G.Carassale, G.Carbone, S.Cardinali, C.Carlei, F.Carletto, G.F.Carniel, N.Carnine, M.Carotta, G.Carrara, A.Carretti, Ad.Caruso, An.Caruso, Ann.Caruso, J.Casa, W.Casavecchia, A.Caselli, A.Cassatella, L.Cassina, L.Castellani, A.Castelli, P.Catacchio, A.Cataldo, C.Cattini, A.Ceci, L.Ceglia, ,F.Celestini, G.Centineo, A.M.Cernigliaro, M.Ceruti, E.Ceschin, U.Cherubini, M.Chiappani, A.Chieregato, G.Chiesura, L.Chini, A.Chinosi, T.Chiodo, G.Chirabino, G.P.Ciambotti, T.Ciardo, S.Cicalese, C.Ciccani, N.Cimmino, A.Cipriani, F.Cisse, M.Cittadino, G.Civiero, G.Clemente, A.Coccia, M.T.Coccini, D.Coco, S.Coda, D.Cogno, M.Coi, C.Colajanni, G.Colazilli, D.Colombetti, P.Coltella, M.P.Cominici, A.Compagnoni, C.Conconi, C.Congiu, P.Conte, A.Contini, I.Contino, M.Converio, C.Cornelli, A.Corona, G.Cremonesi, G.Crimi, R.Criscitiello, D.Criscuolo, B.Crivelli, R.Cuccu, C.Daidone, T.Dal,Borgo, G.F.Dall’Agnese, R.D’Andrea, F.Danini, D.D’Anna, E.Dardanelli, D.D’Aurora, D.David, M.De,Carli, E.De,Caro, L.De,Filippi, G.De,Lorentis, A.De,Rosa, E.De,Tommasis, F.Del,Corso, M.Delfino, G.P.Della,Quercia, V.Dellicicchi, G.Dentato, M.Di Biase, D.Di Blasi, P.Di Lullo, N.Di Matteo, E.Di Michele, M.Di Rocco, G.Di Santo, A.Di Tommaso, F.Di Ventura, F.Dieta, G.Dilullo, E.Dinino, A.D’Orazio, M.Endrizzi, E.Eramo, G.Ermini, P.Esposito, A.Fabbri,, S.Fabiani, A.Falò, G.Fantin, M.Faticanti, T.Fazi, A.Fedeli, A.Fegatelli, M.Ferletti, V.Ferrara, M.Ferrarese, W.Ferrari, A.Ferraro, R.Ferraro, L.Ferraro, E.Festa, A.Filippi, F.Fiordelli, M.Foffo, F.Fontanelli, A.Forti, M.Fossati, S.Fossati, C.Franza, F.Frixa, A.Fruzzetti, G.Fuga, A.Fuiano, V.Fuschini, S.Fusco, E.Gabbi, P.Gabriele, U.Gadler, M.Gaeta, N.Gaeta, L.Galante, C.Gallo, E.Galossi, A.Garzillo, B.Geminian, T.Genchi, A.Genco, G.Genesi, B.Gennaro, M.Gentile, G.Gentile, M.Germano, N.Gervasi, M.Giaccaglia, A.Giacone, R.Giacopello, V.Giammartini, M.Giandinoto, L.Gianessi, A.Giannelli, G.Giannini, G.Giglioni, I.Giordan, R.Giordano, G.Giorgetti, G.Giorgi, G.C.Girardi, R.Giudici, S.Giuliano, G.Giulio Ermini, Z.Giupponi, S.Gorelli, M.Governale, A.Gozza, R.Grassi, V.Greco, D.Greco, S.Gremigni, L.Grimaldi, M.Guadagni, R.Guglielmetti, C.Gullì, D.Hako, N.Iacovino, R.Iacovino, S.Iannace, M.Ianni, M.Ierace, D.Ingrillì, O.Invoglia, S.Ioli, A.Ippolito, M.Iraci, M.A.Isaia, S.Kane, H.R.Khakpour, R.Kneipp, I.La Cioppa, A.La Monica, E.La,Sala, F.Labella, S.Labriola,, A.Lagona, B.Lami, M.Landi, M.Landini, A.Lareno,Faccini, P.Lenna, A.Leo, S.Leonardi, M.Leone, P.Leonesio, S.Leoni, A.Lepore, L.Leuci, S.Lihard, G.Lippi, S.Livorno, L.Lo,giudice, M.Lo,Monaco, L.Locci, P.Loddo, A.Loi, S.Lorefice, L.Losa, M.Luciani, M.Madeo, D.Maffezzoli, M.Maggio, R.Maglietta, L.Magnani, C.Maio, C.Maiocchi, A.Malandra, M.Malerba, L.Malesardi, G.Mamone, V.Manazzale, C.Mandreoli, M.Mandressi, L.Mangani, L.Manià, M.Manieri, G.Marano, A.Maraschin, M.Marcelli, A.Marchitelli, M.Marcianò, M.Marcon, R.Mariani, G.Marinelli, N.Marongiu, R.Marra, A.Marrocu, G.Martina, M.Martinese, M.Martino, A.Martire, S.Maruca, M.Masat, M.Mascoli, E.Masini, I.Massa, G.Mastrogiusppe, R.Mastrosimone, M.Mattiuzzo, M.Mauri, M.P.Mazzasette, G.Mazzoni, G.F.Melone, F.Menaboi, P.Milello, D.Mileo, A.Miniati, G.Mininni, G.Mirabelli,Badenier, S.Mirimao, A.Moiza, A.Molari, G.Molin, M.Monaldi, L.Mongiovi, E.Montagna, M.Montagnani, A.Montagni, P.Montalti, G.Montanini, M.Mora, G.Mora, G.Morabito, E.Morana, A.Morandi, A.Morcavallo, C.Morelli, L.Morganti, A.Moriconi, R.Morsia, A.Motta, A.Mura, C.Mura, P.Muratore, M.Nardini, S.Nassi, A.Ndoja, O.Negrini, C.Nesi, G.Nespola, N.Nicolosi, R.Nonino, S.Nordio, S.Ognibene, G.Oleandro, M.Olivieri, P.Oliviero, O.Olivo, E.Onano, R.Orsini, G.R.Ortolani, F.,Ospazi, F.Ottone, M.C.Pagana, M.E.Pala, G.Palermo, ,E.Palumbo, M.Panarese, G.Pani, D.Pantaleo, G.Paoletti, S.Paolillo, E.Paone, A.Papadimitra, B.Papignani, M.Pappalardo, D.Papparato, S.Papuzzi, M.Passalacqua, D.Pastore, G.Patroncini, L.Patti, D.Pavanello, L.Pedrazzani, M.Pedroni, C.Pelicanò, G.Pellegrino, S.Pellegrino, G.Pellizzato, F.Peroni, E.Perrotti, A.Perugini, F.Petrone, F.Pezzolo, E.Pezzuto, B.Pierozzi, D.Pignat, G.Pilotti, A.Piras, V.Pirito, F.Pirovano, F.Pitisi, A.Poddesu, M.Politi, D.Pompili, G.Praino, G.Prezioso, C.Proietti, T.Pugliese, M.Pugliese, C.Quagliotti, V.Quaranta, R.Quattrocchi,, A.M.Randazzo, M.Randazzo, M.Ranieri, P.Ranieri, D.Raspelli, B.Rastelli, M.Ratti, L.Rava, F.Re,David, E.Regina, L.Ricci, P.Righetti, P.Rinaldi, M.Rinaldi, D.Rinaldi, T.Rinaldini, G.Rinaldini, R.Ripamenti, N.Riva, L.Rivara, D.Rizzo, F.Rocca, R.Romano, A.M.Romano, D.Ronca, R.Ronconi, A.Ronga, R.Rosi, A.Rossa, R.Rossi, D.Rossi, L.Rossi, Li.Rossi, Mar.Rossi, Mau.Rossi, M.C.Rossi, M.Rota, G.Roversi, G.Rubini, G.Rucci, A.Rufini, L.Russo, P.Ruzza, E.Saba, G.C.Saccoman, M.Sai, G.Sala, U.Saleri, S.Salvato, G.Sani, G.Sanna, T.Sanna, E.Sanseverino, G.Santarpino, G.Santoro, V.Santucci, A.Sardiello, E.Sardo, I.Sartogo, C.Scafo, M.Scagliarini, L.Scalia, G.Scaltriti, A.Scarpa, D.Scarpa, M.Scarpa, D.Scarpa, S.Scarpa, S.Scauzillo, F.Schiera, M.Sciancati, M.Scipioni, G.Scira, E.Scoppa, T.Scrimenti, F.Scurpa, G.Seccia, E.Segantini, R.Selles, F.Seren,Rosso, S.Serraino, L.Servo, A.Sgrò, S.Signorile, M.Signorino, V.Silingardi, G.Silvestrini, M.Sinopoli, R.Soccorsi, F.Soffietti, P.Soldini, L.Soresini, A.Sotgiu, A.Spavento, M.Spera, L.Spezia, C.Stacchini, D.Stefanelli, G.Stellino, G.C.Straini, R.Stratoti, N.Stumpo, M.Suberati, D.Sulis, E.Talenti, P.Tamma, B.Tanno, L.Tartaglia, M.Tedino, N.Telora, D.Tennenini, D.Tessari, G.Tiano, A.Tiboni, L.Tinagli, A.M.Tirreno, N.Tius, L.Tocchioni, S.Tonioli, P.Tonon, C.Torricella, V.Toscano, S.Tosini, R.Traiano, G.Tremul, F.Trinchero, F.Trivelli, F.Trunfio, F.Truscia,, M.Tudino, M.Tuosto, R.Turati, V.Turco, A.Turco, G.Turudda, M.Vaccaro, G.F.Valente, G.Vallefuoco, F.Vanzati, G.Varnaccia, S.Vecchi, L.Vecchia, R.Vecchiet, M.Venini, C.Ventrone, M.Verdi, I.Vigliarolo, M.C.Villa, M.Viniero, P.Visentin, T.Vito, M.Vitolo, A.Vitteritti, G.C.Vivana, P.Vivani, N.Zaccardi, V.Zanellato, S.Zappa, E.Zattoni, D.Zilioli, G.L.Zilocchi, G.Zippilli, A.Zonta, G.Zuavi, M.Zucchiatti.

mercoledì 2 aprile 2008

Un popolo di democristiani

Decipimur specie recti

Ce l’hanno fatta! Ci sono riusciti. Ebbene sì, il famigerato Grande Centro, dal sapore un po’ occultato di Prima Repubblica, è pronto. In fondo non se n’era mai andato del tutto, i suoi uomini non ci avevano lasciato, gli Andreotti e i De Mita sono sempre stati con noi (resta con noi, non ci lasciar, la notte mai più scenderà), tra fraterni baci mafiosi, pretini e sinistre democristiane.

In effetti erano anni che certi loschi figuri - che si autodefiniscono progressisti - ricercavano l’affollamento al centro, cioè verso quel non luogo, quella terra di nessuno (o di tutti) ove Prodi e Berlusconi diventano uguali, e destra e sinistra s’assomigliano, ma senza più quel grande partito comunista a far da contrappeso, a salvare l’Italia. E oggi ci sono riusciti definitivamente.

E così i nostalgici della politica in chiave di scambio, intrigo, inghippo, congiura di palazzo, equilibri tra correnti e gruppi di consenso, clientelismo e piccolo cabotaggio saranno accontentati. Saranno accontentati anche i milioni di italiani cresciuti a pane ed anticomunismo (l’equivalente del maccartismo in Italia era Gladio); quelli d’estrazione piccolo borghese, sempre molto politically correct, che hanno gli armadi pieni zeppi di scheletri, ma l’importante è che non si vedano!; quelli dell’antipolitica, improntati al qualunquismo spinto del “rubano tutti” e “sono tutti uguali”; quelli della generazione passiva, che affollano le piazze ma non hanno mai messo piede in una sezione di partito. E poi quelli cattolici ma senza impegno, cioè gli italiani inclini alla preghiera ma che vanno poco in chiesa; hanno una Bibbia ma non la leggono; dicono di conoscere i dieci comandamenti ma faticano a ricordare il primo e si chiedono se il decalogo lo abbia dettato Dio o Mosè, e che al tempo stesso dichiarano apertamente di seguire “poco” o “per niente” i precetti della propria chiesa.

Insomma, un partito nuovo fatto di nomi nuovi, Veltroni e Bindi, che richiama l’italiano medio, quello mediamente cattolico e mediamente borghese, alla sua vera essenza di menefreghista moderato, ma non moderatamente. Un partito che piace a Berlusconi, e ai suoi “forzaitalioti”, e che forse li ospiterà - la moglie praticamente già c’è. Un partito che riunirà i centristi di destra e quelli di sinistra sotto un unico grande tendone, una sorta di “Circo Barnum” dalle eccezionali dimensioni e capacità divinatorie populiste. Un partito che rassicurerà tutti coloro i quali vogliono continuare a vivere senza grandi idee, impegni e grossi impicci, che preferiscono chi ci farà diventare sempre più vassalli degli USA e sempre più invasi dal Vaticano, sulle questioni politiche e non solo, a chi porta avanti i problemi scomodi di una parte sempre più povera del Paese, e sempre più senza voce in capitolo, senza rappresentanti e senza più speranze. Un partito che si basa sul nulla, sul vuoto ideologico che altro non è che la totale mancanza di idee, punti di riferimento importanti, modelli economici umani che non professino la lotta dell’uomo contro l’uomo, e non diano un prezzo ad ogni cosa. Un’apertura malcelata verso una coscienza liberale travestita con i buoni sentimenti.

Infine parliamo degli uomini. Sono persone che hanno inseguito sempre i voti moderati, che hanno seppellito la sinistra socialista e realmente differente (cioè quella che rappresentava un Paese pulito in un Paese sporco, un Paese onesto in un Paese disonesto, un Paese intelligente in un Paese idiota, un Paese colto in un Paese ignorante, un Paese umanistico in un Paese consumistico, proprio quello di cui parlava Pasolini, non quello delle intercettazioni Unipol-Bnl) per ricompattare il centro, questo rassicurante prato verde abitato da democristiani di sinistra e democristiani di destra, esattamente lo stesso target di persone che votava la vecchia DC. Ossia quel popolo di democristiani che, invece di far progredire e traghettare verso un reale cambiamento, cercano, come si faceva nella Prima Repubblica, di assecondare per prendere voti. Il tutto senza considerare la mano lunga della Chiesa (diversi leader sono dell'Opus Dei), e l'americanismo di fondo di molti futuri dirigenti del partito, che ci renderà sempre più provincia dell’Impero.

Velo pietoso, poi, sulla farsa della votazione in sé: tra gente che ha votato più volte e papocchi indicibili, alla fine ha vinto chi doveva vincere, chi era preposto da tempo. Perdita di tempo e sperpero di danaro assolutamente inutili. E Retequattro è ancora lì dove non dovrebbe stare, e nessuno fa niente, se ne frega un intero popolo di democristiani.

(Albert Camus diceva che l’America è una colonia di terremotati mentali, ecco, non sono riuscito a trovare una definizione più calzante per figurare gente che si sposta verso il centro, ricercando vecchi partiti fatti di moderati e perbenisti che tralasciano i problemi fondamentali, estremi, irrisolti - che di moderato non hanno nulla, e dal moderatismo non ricaveranno nulla -, e che vanno a votare in massa per scegliere una persona già scelta da un partito che nasce dalle spoglie di margherite, querce ed ulivi.)

Segnatevi questa data: 14 ottobre 2007


Non sapranno mai, queste bellezze da vignette,
questi prodotti avariati, nati da un secolo cialtrone,

questi piedi da stivaletti, queste dita da nacchere,

soddisfare un cuore come il mio.
[…]

Da L’ideale, Charles Baudelaire


(articolo scritto per il n° 7 de Lo Scavatore)