giovedì 29 marzo 2012

Ad interim



Che una certa politica fosse giunta al capolinea ne avevamo sentore in molti, ma che si potesse arrivare alle richieste di epurazione nelle coalizioni di centro-sinistra (vedi Sant’Elpidio a Mare ed ora Porto San Giorgio) ad alcuni sembrava decisamente impensabile - purtroppo noi del Partito della Rifondazione Comunista non ne siamo per nulla sorpresi, e da subito ne siamo stati estranei. Le dinamiche politiche, pur in un Paese che non riesce a pensare storicamente come il nostro, parlano chiaro da molti anni. Sappiamo tutti in cosa si è trasformato il partito erede del vecchio PCI, come conosciamo la radicale ortodossia dei partiti orfani della DC. Tutti conoscono la storia, quindi tutti sanno che niente è più violento, estremo e radicale del fondamentalismo religioso. Perciò non sorprende affatto che siano proprio quei partiti di matrice smaccatamente cattolica a rivendicare epurazioni, ieri toccava agli eretici ed oggigiorno ai comunisti - una sorta di maccartismo italiano sotto forma di “casinismo”. Fa specie ad alcuni, come scrivevo poco sopra, che presunti partiti di sinistra (anche se Veltroni, fondatore del PD, ci disse che il suo partito non era di sinistra ma riformista, quindi contraddire l’ideatore parrebbe fuori luogo) si assoggettino a queste operazioni di bassa lega, di piccolo cabotaggio, di infima politica (m’è scappato il termine “politica”, me ne scuso). Molti altri ancora, invece, rassegnati allo sfacciato centrismo del PD, si sorprendono per quegli altri partiti di sinistra che insistono nello starci assieme, vedi SEL o il PdCI. Ma sono solo retaggi d’ingenuità, presto accantonata dalla solita storia, dai fatti riscontrabili in molte altre amministrazioni, non ultima quella di Fermo. Per questo noi del PRC, che ingenui non siamo e la storia la subiamo da anni, non ci sorprendiamo affatto. Restiamo però fermi nel condannare queste vicende che di politico non hanno nulla, e che sono uno spettacolo vergognoso per un Paese in crisi ed affamato – lo sarebbero comunque, ma oggi lo sono di più. Ci permettiamo anche di dire che se ci sarà epurazione a PSG, dopo delle primarie organizzate e votate assieme, l’imbarazzo sarà totale ed insostenibile. Che si possa arrivare a giocare ancora coi simboli dei partiti partecipanti alla coalizione che tra poche settimane dovrebbe garantire governabilità in base ad un programma avanzato, e che si presume condiviso da tutte le forze politiche ad oggi presenti, è vergognoso - scusatemi ancora, ma non ho trovato un termine più appropriato per rappresentare questo passaggio fedelmente tratto da un giornale locale: "Proprio Biondi, nel disperato tentativo di convincere l’Udc ad accettare un’alleanza con il Pdci (“d’altronde - fa - Rifondazione manco c’è. Sono solo i Comunisti Italiani, i centristi potrebbero fare un’eccezione!”), organizza nello studio di Nicola Loira un vertice a tre tra lui, Interlenghi e Pagnotta”. Se questa è la politica ufficiale, meglio quella del bar sottocasa.

Voglio chiudere questo veloce sfogo, dettato dalla lettura a mezzo stampa di fatti tanto imbarazzanti quanto realistici, con una speranza (che diventi previsione) possibilmente positiva e rassicurante. Spero, perlomeno, che tutti questi balletti indecenti servano ai compagni per stare lontani il più possibile da coalizioni con dentro il PD ed affini. Questo non tanto perché vorremmo sentirci precursori, ma affinché le forze di sinistra prendano esempio dal PRC a Porto San Giorgio. Prendano coraggio e si emancipino dal PD, iniziando a comprendere che si deve starne fuori se in futuro si vuole poter amministrare diversamente, ricostruendo una aggregazione a sinistra dello stesso PD. Autonoma e scevra da ogni disvalore centrista. Una forza laica, operaista ed anticapitalista.  Questa scelta deve diventare un punto di partenza per una politica diversa, e necessaria.

Simone Tizi, Segretario del Circolo del PRC di Fermo e PS Giorgio

giovedì 8 marzo 2012

Comunicato PRC



Dopo una prima fase di dissenso, alcuni cittadini di Porto San Giorgio, suddivisi tra Partito della Rifondazione Comunista, realtà di movimento e semplici compagni, hanno iniziato un percorso di crescita e aggregazione, ricercate attraverso lo studio e l’ascolto dei problemi irrisolti, dimenticati o privi di adeguate risposte che, da sempre, caratterizzano la cittadina. Gli incontri ci hanno reso consapevoli dell’esigenza, sentita e voluta da tutti, di proporre una lista alternativa a questo centro-sinistra, non in grado di dare risposte adeguate alle problematiche esistenti, dimostrandosi anche incapace di creare discontinuità con il centro-destra, non ultimo raccogliendo l’adesione di partiti quali l’UdC, lontani dai valori di sinistra a tal punto di essere stati a favore del governo Berlusconi. Una lista aperta e consapevole, in grado di rappresentare realmente una alternativa alla continuità d’interesse e di potere. Una lista che parte dal basso ma che ha una chiara consapevolezza delle priorità, delle battaglie per il bene comune, delle lotte per dar voce agli emarginati e della possibilità di restituire centralità a quei tanti sangiorgesi che non intendono più dare credito a chi vuole modellare l'amministrazione cittadina in base al proprio tornaconto. Vista questa necessità, abbiamo iniziato un percorso aggregativo che non vorrà fermarsi alla solita scadenza elettorale, ma che anzi si propone di allargare l’insieme di partenza, nella consapevolezza di toccare gli aspetti più critici e sentiti, vissuti come irrisolvibili condanne. Cercheremo di farlo modellando le iniziative e le proposte sull’idea diversa di città, che vorremmo maggiormente vivibile da tutti.

Per iniziare, questa domenica è previsto un banchetto nelle vie del centro alfine di proporre una realtà politica contraria al governo Monti ed in contrapposizione netta con l’antropizzazione selvaggia del territorio, che si verifica attraverso grandi e piccole opere di cemento. Proporremo letture critiche sulla TAV, rimarcando così l’altra questione, una delle tante, che ci differenzia da questo centro-sinistra. Sarà la giusta continuazione della raccolta firme per l’acqua pubblica e contro il nucleare, per sensibilizzare la cittadinanza a quei problemi che sono di tutti, anche se al momento sembrerebbero distanti.

Simone Tizi, Segretario del Circolo del PRC di Fermo e P.S. Giorgio

domenica 4 marzo 2012

La verità sulla Siria dalle parole di Henry Kissinger


di : New Yorker
mercoledì 15 febbraio 2012 - 10h34

"Sono davvero sorpreso da come fa Assad a restare ancora al potere. In passato suo padre era l’unico leader arabo che mi ha battuto. Nel 1973, se non era per Anvar Sadat, il padre del giovane Assad avrebbe potuto battere l’Occidente sul campo, perché la Siria da allora, come lo è anche adesso, era il nucleo più potente della resistenza araba all’Occidente.

Sono sicuro che senza l’aiuto di Sadat ci sarebbe stata una guerra contro Israele e gli arabi avrebbe potuto vincere contro Israele. Noi abbiamo fatto tutto ciò che era possibile contro l’Iran e contro la Siria. Personalmente ero al corrente di tutte le offerte che abbiamo fatto a Assad per allontanarsi dall’Iran, ma lui non ha ceduto e confesso che in lui ho visto l’immagine del padre che mi aveva battuto in modo simile nel 1973.

Ora è dal maggio 2011 che stiamo cercando di destabilizzare il suo regime, ma non riusciamo a stanarlo e questo mi ricorda quella formidabile forza che era l’impero mongolo che aveva preso tutta l’Asia Centrale e il Medioriente in un lampo, ma si fermò dietro le mura di Damasco. La cosa che mi sorprende è che la Siria, pur restando un paese senza grandi risorse e quasi povero, dispone di infrastrutture cosi forti e cosi stabili; ha i generi alimentari immagazzinati per oltre 5 anni ed è auto sufficiente per servizio sanitario ed energetico.

Inoltre, dall’esercito siriano composto da più di 500 mila unità, siamo riusciti ad ottenere solamente 1500 defezioni in tutti questi mesi e non riusciamo a dividerla internamente pur essendo un paese composto da circa 40 etnie diverse. Senza dubbio la grande maggioranza dei siriani sta con Assad e il paese ha l’appoggio dell’Iran, Russia e Cina. Non ci resta che insistere con la strategia di farla scoppiare dall’interno.

Dobbiamo continuare a mantenere alte le fiamme che abbiamo acceso e farla bruciare internamente. Noi non possiamo rinunciare ai nostri interessi e dobbiamo continuare e destabilizzare la Siria per ottenere ciò che vogliamo."