lunedì 26 novembre 2012

Una sconfitta primaria (per la sinistra)



Doveva vincere Bersani, Bersani ha vinto. Dovevano farci credere che c'erano dei giovani “rottamatori” in un partito gerontofilo, ed hanno creato Renzi, il finto giovane, che doveva arrivare secondo, spostando però pericolosamente l’asse verso il centro-destra. Poi dovevano farci credere che hanno una visione aperta e di sinistra, per questo hanno candidato un gay con l'orecchino che rotacizza, e l'hanno fatto arrivare terzo, distaccato di molto. Poi dovevano farci credere che non era una corsa a due più il biracchio, ed allora hanno candidato un democristiano ed una sconosciuta, relegati a figure di riempimento. Nel mezzo, una marea di portatori d'acqua. Il PD ringrazia. E adesso che è stato verificato, percentualmente, che l'uomo di SEL non incide all'interno di questa coalizione, vediamo chi, da sinistra, coerentemente, farà retromarcia, e forte autocritica. 


E questa è la nota dolente, difatti. La partecipazione di Nichi Vendola alle Primarie, pastrocchio pseudo democratico importato dagli Stati Uniti (la politica secondo Veltroni), ha dato credibilità al PD da sinistra, e questa è una cosa inammissibile, un errore strategico marchiano e senza precedenti. Si doveva creare una coalizione a sinistra del PD, isolandolo, costringendolo a decidersi definitivamente da che parte stare, invece così c'è stata solo compromissione, di fatto distruggendo in pochi mesi un lavoro a sinistra essenziale per una rinascita.


Ora che abbiamo verificato inequivocabilmente che all'italiano medio, notoriamente smemorato, è stato proposto ed imbellettato, direi venduto, un modello giustificatorio per accordi con il Partito Democratico da parte di chi lo aveva da sempre osteggiato. Gli è stato descritto un mondo favoloso ove la "nuova" compagine di centro-sinistra, a smaccato predominio piddino, diventava una sorta di schermo difensivo al liberismo attraverso una serie di valori programmatici di equità e redistribuzione, di fatto smentiti dalla Carta d'intenti, in linea con le politiche economiche e sociali del governo Monti. E questo insieme illusorio di palesi menzogne è stato fatto passare come possibile solo se alla Primarie avesse prevalso Vendola, il nuovo deus ex machina della sinistra italiana. Quindi oggi, al di là del fatto che questa costruzione faceva acqua da tutte le parti, mi aspetto che, nel momento che si è certificata la sconfitta della tattica de crociato pugliese (ed anche qui stava l'inganno), questo popolo che si definisce di sinistra diserti la coalizione di centro-sinistra guidata da Bersani o, con minori possibilità, da Renzi. Voi mi direte che c'è un patto, c'è un impegno, bene, è vero, ma sono questioni di Vendola nei confronti dei suoi alleati; gli elettori invece dovrebbero essere liberi da impegni, e quindi scegliere diversamente, svuotando di fatto SEL e le sue Fabbriche. Ora vediamo se certa gente è seria e coerente, se ha a cuore la sinistra ed il bene comune, o se vorrà perseverare.


Veniamo alle questioni fattive. Il voto alle Primarie ha comportato da parte dei votanti l’accettazione di una serie di questioni dirimenti per la futura coalizione di centro-sinistra, dal Fiscal Compact alle missioni militari NATO (dalla Siria all’Iran, come se il centro-sinistra non si sia già lordato la sua presunta veste bianca col sangue del Kosovo). Massimo Rossi, portavoce nazionale della FdS, ha elencato alcune questioni estrapolate dalla cosiddetta Carta d’intenti:



“Promuovere un accordo di legislatura del centro liberale...” (leggi Casini)
“Assicurare la lealtà istituzionale agli impegni internazionali e ai trattati sottoscritti dal nostro Paese, fino alla verifica operativa e all’eventuale rinegoziazione degli stessi...” (leggi missioni militari)
“Appoggiare l’esecutivo in tutte le misure di ordine economico e istituzionale che nei prossimi anni si renderanno necessarie per difendere la moneta unica...” (leggi Fiscal Compact)
“Vincolare la risoluzione di controversie relative a singoli atti o provvedimenti rilevanti a una votazione a maggioranza qualificata dei gruppi parlamentari convocati in seduta congiunta” (leggi: scomparsa della possibilità di dissenso parlamentare)

Detto questo, passiamo alle analisi politiche delle coalizioni di centro-sinistra esistite ed esistenti. Partendo dai governi Prodi, sono stati l’avanguardia del liberismo in Europa tramite le liberalizzazioni di Bersani (che ancora continuano a produrre danni), hanno fatto guerre NATO, hanno prodotto tagli, il pacchetto Treu, hanno attaccato per primi l’art. 18 (vedi Marco Biagi, consulente dapprima dei governi di centro-sinistra e vero artefice della riforma del lavoro, che ha portato all’oggi. Uomo di Prodi, poi usato trasversalmente, anche da chi l’art. 18 manco sapeva cosa fosse), non hanno mai affrontato la questione del conflitto d’interessi di Berlusconi, di fatto salvandolo più volte, lui ed il suo impero mediatico. Sono stati sempre vicini ai poteri finanziari ed a quelli religiosi, in assoluta linea e continuità con ogni governo Berlusconi, che anzi hanno sopravanzato in fatto di liberismo, di guerre (i nostri aerei nelle missioni militari iniziano a bombardare col governo Monti) e sostenendo l’attuale governo Monti assieme, contribuendo ad inserire il pareggio di bilancio in Costituzione, una cosa che era fiore all’occhiello dei primi governi Cavour e Minghetti denominati Destra Storica.

Politicamente parlando, i governi di centro-sinistra e l’ultimo governo tecnico, di fatto sostenuto da entrambi gli schieramenti, sono stati più deleteri di quelli di centro-destra, ove questi ultimi si sono limitati ad attuare misure e leggi per salvare Berlusconi, che doveva render conto a Licio Gelli e Propaganda 2, sempre nell’ambito di piccolo cabotaggio paesano, assolutamente incapaci di incidere nell’assetto globale del potere finanziario mondiale. Sappiamo tutti che Berlusconi era un ostacolo per quei poteri internazionali che dovevano attuare politiche europee in linea con quelle americane, e che di fatto lo hanno fatto fuori con la scusa degli scandali e dell’impresentabilità politica (questioni reali, s’intende), sostituendolo con un uomo che rappresenta l’alta finanza e la massoneria internazionale (Gruppo Bilderberg, i capi del mondo Occidentale).

Questa crisi internazionale del modello capitalistico è una crisi indotta, voluta fortemente dal Capitale. Ed è servita ad acuire il conflitto, a rastrellare danaro attraverso una macelleria sociale più vasta e puntuale, il tutto a favore delle Banche e del potere economico, che da questa crisi ne esce rinsaldato. A tutto questo hanno contribuito fattivamente entrambi gli schieramenti di centro-destra e centro-sinistra, con quest’ultimo, in Italia, più idoneo e presentabile, cioè in grado di non pensare alle questioni personali del proprio leader per dedicarsi alle direttive dei gruppi di potere mondiali.

In ultimo Nichi Vendola. E’ un abile affabulatore, ed è riuscito nel doppio intento, da una parte, di far fuori la sinistra comunista in Parlamento, scindendola e disperdendola; e, dall’altra, di compattare una parte dei socialdemocratici del PD (erano SD) e qualche post comunista uscitosene dal PRC e dal PdCI. Ha costruito dopo la scissione, non si sa bene con quali finanze, dato che se ne uscì da un partito povero, un’immagine attraverso la nascita di una marea di sedi e di fabbriche in suo nome, dalle quali sono usciti una schiera di adepti al limite dell’adulazione, gente che se ne va in giro con magliette, bandierine e manifesti con il suo nome stampato sopra.
Tutto questo è un aspetto leaderistico che qualsiasi serio uomo di sinistra dovrebbe fortemente osteggiare, stigmatizzandone la deriva controproducente per il bene comune. Non starò qui ad affrontare le questioni inconcludenti della politica di SEL, altrimenti farei notte, e comunque servirebbe a poco.

Da uomo libero mal sopporto i legacci e le accettazioni di carte d’intenti e tagli futuri (45 miliardi di tagli annui per un ventennio). Ritengo i governi di centro-sinistra storicamente fallimentari (serve solo un’analisi storica degli ultimi anni per averne certezza, senza andare troppo indietro), assolutamente impossibilitati, oggi come ieri, di poter fare scelte economiche indipendenti, al di fuori dei diktat europei, o contrarie alle guerre NATO. Quindi senza alcuna possibilità di governare autonomamente, di incidere dal di dentro, di salvaguardare la sovranità nazionale, di fare il bene di tutti e non dei gruppi finanziari internazionali. Ritengo che oggi una sinistra reale non possa e non debba stare al Governo col PD, per le questioni suddette, note ai più, sviscerate in questi ultimi anni fino alla noia.

La sinistra col PD non c’entra nulla, non dovrebbe sostenere governi guidati da Bersani o Renzi. Non avrebbe dovuto partecipare alle Primarie.


sabato 24 novembre 2012

Economie di piazza


Come cittadino fermano memore delle passeggiate sulla Strada Nuova brulicante di gente accompagnato dalla mano ferma del mio babbo, e come uomo politico di sinistra attento alla bellezza dei luoghi, mi sento di esporre il punto di vista del Partito della Rifondazione Comunista in merito alla richiesta, fatta da alcuni esercenti, di parcheggi temporanei in Piazza del Popolo per il periodo natalizio, in concomitanza con i lavori in una porzione di strada in entrata.

La Piazza va vista e vissuta non tanto come un salotto ma come un punto fermo a Fermo. Cioè quello che nei corpi si chiama punto di quiete, senza il quale non esiste movimento. La stessa cosa, per dire, che faceva il buon Frank Lloyd Wright nella sua architettura organica, progettando sempre partendo dal camino, che diventava esattamente quel punto di quiete da cui creare il movimento, l'organicità del progetto. In ogni corpo come in ogni progetto deve esserci quel punto di quiete da cui poi far scaturire il movimento. La Piazza principale in ogni luogo civile storicamente rilevante si salvaguarda, diventa punto di quiete. Tanto per fare un solo esempio a noi vicino, nella varie foto negli anni di Piazza del Popolo in Ascoli non ricordo macchine parcheggiate, sempre e solo tanta gente e tavolinetti; mentre se guardiamo le varie foto negli anni della nostra Piazza del Popolo vi troveremo la storia delle autovetture in Italia: si possono datare le foto solo osservandone i vari modelli parcheggiati. Nella Piazza di Ascoli, però, ci sono locali di rilievo, talmente importanti che si partiva financo da Fermo per andarci anche solo un pomeriggio (locali che solo questa crisi voluta dal capitalismo ha intaccato); di contro nella nostra Piazza non c'è nulla, manco una pasticceria produzione propria di prestigio. Per questo loro sono Provincia da tempo e noi la rivendichiamo solo per mere questioni geografiche, senza meritarcela. Per questi motivi in Piazza ve sempre meno gente, il prestigio svapora e le botteghe lavorano poco e male. Fino a quando avremo certi cittadini, certi commercianti e certi politici, Fermo sarà sempre e solo un paesotto diviso tra clero e massoneria.

Simone Tizi, Segretario del Circolo del PRC di Fermo e P.S. Giorgio