venerdì 31 ottobre 2008

Il Venerabile in Tv


Su Odeon tv da lunedì alle 22.20

Gelli conduttore in tv: «Venerabile Italia»

Il «Maestro» della loggia massonica segreta P2 condurrà un suo programma. Ospiti? Andreotti e Dell'Utri

MILANO - È ricordato principalmente per essere stato «Maestro Venerabile» della loggia massonica segreta P2. Per cui il titolo della sua trasmissione non può che essere «Venerabile Italia». Sottotitolo: «La vera storia di Licio Gelli». Quindi Licio Gelli sbarca in tv. Avrà un programma tutto suo da lunedì, alle 22.20, su Odeon tv .

IL PROGRAMMA - Sarà proprio il maestro della P2 la «voce narrante», assieme a Lucia Leonessi, di una «ricostruzione inedita della storia dell’ultimo secolo, «dalla Guerra di Spagna agli anni ’80, dai salotti di Roma alle rive del lago di Como, dall’epoca fascista al crac del Banco Ambrosiano». Il programma, presentato venerdì ufficialmente a Firenze, vedrà anche la partecipazione di personaggi politici e storici come Giulio Andreotti, Marcello Veneziani e Marcello Dell’Utri. Nella prima puntuta perlerà di fascismo.

CHI È GELLI - È ricordato principalmente per essere stato «Maestro Venerabile» della loggia massonica segreta P2. È stato camicia nera, ha aderito alla Repubblicà di Salò, qualcuno ipotizza che Gelli era molto vicino alla Cia. È stato accusato di aver un ruolo in «Gladio», amico stretto del leader argentino Peròn. Dopo la scoperta della P2, fuggi in Svizzera dove fu arrestato mentre cercava di ritirare decine di migliaia di dollari a Ginevra, ma riuscì ad evadere dalla prigione. Fuggì quindi in Sudamerica, prima di costituirsi nel 1987. Licio Gelli è stato condannato con sentenza definitiva per i seguenti reati: procacciamento di notizie contenenti segreti di Stato, calunnia nei confronti dei magistrati milanesi Colombo, Turone e Viola, tentativi di depistaggio delle indagini sulla strage alla stazione di Bologna e Bancarotta fraudolenta (per il fallimento del Banco Ambrosiano è stato condannato a 12 anni).

Urge una rivoluzione, tutto ciò è intollerabile.

giovedì 30 ottobre 2008

mercoledì 29 ottobre 2008

Referendum contro il decreto Gelmini


Solo in Italia bisogna subire questo strazio del non diamogliela vinta, non aspettano altro, eccetera. Questi vanno attaccati frontalmente e bisogna scioperare ad oltranza, a costo di rimetterci stipendio e lavoro. Solo così possiamo mandarli a casa subito.

Difatti bisogna seguire l'esempio francese.

Non sto scherzando. Non c'è altra soluzione. A questo governo che la gente scenda in piazza a milioni a protestare pacificamente non importa, per quello non fanno altro che ricorrere all'intimidazione preventiva, perché vogliono scoraggiare le forme diverse di dissenso, non violente ma di contestazione vera, dura. Bisogna bloccare il sistema, chiudere le scuole, rimandare a casa i bambini, così le mamme non potranno andare al lavoro, e l'economia si bloccherà, che è l'unica cosa che li preoccupa, ci sono di mezzo i loro soldi e il Paese non potrebbe andare avanti come se nulla fosse.

Appunto, maestri ed insegnanti a protestare e bambini rispediti a casa a tirare le sottane delle mamme.

In più c'è da dire che questo decreto, oggi approvato in Senato con 162 voti a favore e 134 contrari, non ha seguito le più elementari regole democratiche. Nonostante tutti i sindacati (e le associazioni di dottorandi, dottori, ricercatori, eccetera) abbiano espresso parere contrario, il decreto è stato approvato senza nessuna forma di concertazione, ed oggi è diventato legge.

Cioè, vincere le elezioni non significa comandare, prendere il potere. Anche la stessa gente che ti ha votato può legittimamente cambiare idea, e può farlo già da subito, il giorno dopo come al primo provvedimento che non ritiene giusto. Ecco, la democrazia è proprio questo, votare liberamente e ripensarci liberamente il mese dopo, poterlo fare e poter far cadere l'esecutivo in carica da subito, dalle piazze, specialmente se è una protesta di massa che coinvolge tutti, senza colore politico né età. Questa è la democrazia, libero pensiero in libero dissenso in libere manifestazioni di piazza che cambiano i governi. Ma questi non ne hanno la minima idea perché sono autoritari ed intimamente fascisti, nell'accezione più ampia del termine.

E' stato proposto un referendum contro questo schifo, e tutte le forze dell'opposizione vi parteciperanno attivamente. Pane e coraggio.

sabato 25 ottobre 2008

Comunicato stampa Filtea


Chiediamo urgentemente che venga attivato un confronto tra istituzioni e forze sociali del territorio fermano per discutere delle possibili scelte da intraprendere per fronteggiare una crisi del settore calzaturiero sempre più preoccupante.

Il clima che troviamo in questi giorni nelle fabbriche è a dir poco spettrale, migliaia di lavoratori stanno a casa in cassa integrazione e altre migliaia continuano a lavorare in un clima di forte incertezza e con un salario assolutamente inadeguato a fronteggiare i costi della vita.

I dati sul terzo trimestre della C.I.G. diffusi dall’Inps in questi giorni segnalano numeri impressionanti, aumento delle disoccupazioni intorno al 40% rispetto ai primi nove mesi del 2007 e aumento della C.i.g.o. nel settore calzaturiero industria sempre rapportato allo stesso periodo del 171 %. Ciò significa che su 14.000 dipendenti del settore ormai quasi tutti, tranne quei pochi che lavorano in isole felici, sono stati interessati da periodi di crisi.

La crisi dei mercati finanziari internazionali sommata a problemi già esistenti rischia nei prossimi mesi di creare uno scenario veramente preoccupante.

Questo territorio deve dotarsi di strumenti agili per dare una immediata risposta alla crisi, a partire da un rafforzamento degli uffici dell’INPS che oggi non sono adeguati a rispondere ad un emergenza. Nella provincia di Macerata una disoccupazione o una mobilità viene pagata dopo 1 mese e mezzo dalla presentazione della domanda, a Fermo passano anche più di quattro mesi. Bisogna assolutamente snellire i percorsi di approvazione della Cassa integrazione in deroga, che deve essere assolutamente rifinanziata dal Governo, perché le risorse rimaste non saranno sufficienti per coprire le necessità.

Dall’altra parte vi è bisogno di un progetto di sviluppo economico del territorio che individui le priorità e indirizzi investimenti pubblici e privati sul versante della riqualificazione di prodotto della piccola e media industria e dei servizi.

Sentiamo parlare solo di candidature per la presidenza della nuova provincia, ma se continueranno ad occuparsi solo di ciò, probabilmente chi verrà eletto si troverà a gestire un territorio molto diverso da come lo immaginiamo e da come lo abbiamo conosciuto in passato, sicuramente molto più povero.

Ai grandi imprenditori di levatura nazionale di questo territorio consigliamo di dare esempi positivi nelle relazioni sindacali, perché spesso rappresentano modelli non positivi per risolvere problemi complessi e delicati come quelli che ci stiamo trovando davanti.

E’ facile parlare quando tutto va bene, ma purtroppo molte piccole imprese (e sono la maggioranza nel distretto) non vanno bene e in questi ultimi anni si sono dovute affidare alle commesse conto terzi dei grandi gruppi, perdendo una loro vocazione imprenditoriale vera.

Oggi molte di queste aziende dopo essere state munte fino allo stremo, vengono abbandonate da questi grandi “soloni” del distretto calzaturiero, come si usa dire, capitalizzare i profitti e socializzare le perdite.

Noi non staremo di certo a guardare, se non ci saranno risposte adeguate avvieremo una forte fase di mobilitazione in tutto il territorio.


Fermo li, 25.10.2008


Giuseppe Santarelli Segretario Filtea-Cgil Fermo

giovedì 23 ottobre 2008

Oscuri presagi

Giorgiana Masi 1958-1977

Presidente Cossiga, pensa che minacciando l'uso della forza pubblica contro gli studenti Berlusconi abbia esagerato?
«Dipende, se ritiene d'essere il presidente del Consiglio di uno Stato forte, no, ha fatto benissimo. Ma poiché è l'Italia è uno Stato debole, e all'opposizione non c'è il granitito Pci ma l'evanescente Pd, temo che alle parole non seguiranno i fatti e che quindi Berlusconi farà quantomeno una figuraccia».
Quali fatti dovrebbero seguire?
«A questo punto, Maroni dovrebbe fare quel che feci io quand'ero ministro dell'Interno».
Ossia?
«In primo luogo, lasciare perdere gli studenti dei licei, perché pensi a cosa succederebbe se un ragazzino di dodici anni rimanesse ucciso o gravemente ferito...».
Gli universitari, invece?
«Lasciarli fare. Ritirare le forze di polizia dalle strade e dalle università, infiltrare il movimento con agenti provocatori pronti a tutto, e lasciare che per una decina di giorni i manifestanti devastino i negozi, diano fuoco alle macchine e mettano a ferro e fuoco le città».
Dopo di che?
«Dopo di che, forti del consenso popolare, il suono delle sirene delle ambulanze dovrà sovrastare quello delle auto di polizia e carabinieri».
Nel senso che...
«Nel senso che le forze dell'ordine dovrebbero massacrare i manifestanti senza pietà e mandarli tutti in ospedale. Non arrestarli, che tanto poi i magistrati li rimetterebbero subito in libertà, ma picchiarli a sangue e picchiare a sangue anche quei docenti che li fomentano».
Anche i docenti?
«Soprattutto i docenti. Non quelli anziani, certo, ma le maestre ragazzine sì. Si rende conto della gravità di quello che sta succedendo? Ci sono insegnanti che indottrinano i bambini e li portano in piazza: un atteggiamento criminale!».
E lei si rende conto di quel che direbbero in Europa dopo una cura del genere? «In Italia torna il fascismo», direbbero.
«Balle, questa è la ricetta democratica: spegnere la fiamma prima che divampi l'incendio».
Quale incendio?
«Non esagero, credo davvero che il terrorismo tornerà ad insanguinare le strade di questo Paese. E non vorrei che ci si dimenticasse che le Brigate Rosse non sono nate nelle fabbriche ma nelle università. E che gli slogan che usavano li avevano usati prima di loro il Movimento studentesco e la sinistra sindacale».
E' dunque possibile che la storia si ripeta?
«Non è possibile, è probabile. Per questo dico: non dimentichiamo che le Br nacquero perché il fuoco non fu spento per tempo».
Il Pd di Veltroni è dalla parte dei manifestanti.
«Mah, guardi, francamente io Veltroni che va in piazza col rischio di prendersi le botte non ce lo vedo. Lo vedo meglio in un club esclusivo di Chicago ad applaudire Obama...».
Non andrà in piazza con un bastone, certo, ma politicamente...
«Politicamente, sta facendo lo stesso errore che fece il Pci all'inizio della contestazione: fece da sponda al movimento illudendosi di controllarlo, ma quando, com'era logico, nel mirino finirono anche loro cambiarono radicalmente registro. La cosiddetta linea della fermezza applicata da Andreotti, da Zaccagnini e da me, era stato Berlinguer a volerla... Ma oggi c'è il Pd, un ectoplasma guidato da un ectoplasma. Ed è anche per questo che Berlusconi farebbe bene ad essere più prudente».
di Andrea Cangini
Il Resto del Carlino, 23 ottobre 2008

L'ipotesi di Calamandrei


"Facciamo l'ipotesi, così astrattamente, che ci sia un partito al potere, un partito dominante, il quale però formalmente vuole rispettare la Costituzione, non la vuole violare in sostanza. Non vuole fare la marcia su Roma e trasformare l'aula in un alloggiamento per manipoli; ma vuole istituire, senza parere, una larvata dittatura. Allora, che cosa fare per impadronirsi delle scuole e per trasformare le scuole di stato in scuole di partito? Si accorge che le scuole di stato hanno il difetto di essere imparziali. C'è una certa resistenza; in quelle scuole c'è sempre, perfino sotto il fascismo c'è stata. Allora, il partito dominante segue un'altra strada (è tutta un'ipotesi teorica, intendiamoci). Comincia a trascurare le scuole pubbliche, a screditarle, ad impoverirle. Lascia che si anemizzino e comincia a favorire le scuole private. Non tutte le scuole private. Le scuole del suo partito, di quel partito. Ed allora tutte le cure cominciano ad andare a queste scuole private. Cure di denaro e di privilegi. Si comincia perfino a consigliare i ragazzi ad andare a queste scuole, perché in fondo sono migliori si dice di quelle di stato. E magari si danno dei premi a quei cittadini che saranno disposti a mandare i loro figlioli invece che alle scuole pubbliche alle scuole private. A "quelle" scuole private. Così la scuola privata diventa una scuola privilegiata. Il partito dominante, non potendo apertamente trasformare le scuole di stato in scuole di partito, manda in malora le scuole di stato per dare la prevalenza alle sue scuole private. Attenzione, questa è la ricetta. Bisogna tenere d'occhio i cuochi di questa bassa cucina. L'operazione si fa in tre modi, ve l'ho già detto: rovinare le scuole di stato. Lasciare che vadano in malora. Impoverire i loro bilanci. Ignorare i loro bisogni. Attenuare la sorveglianza e il controllo sulle scuole private. Non controllarne la serietà. Lasciare che vi insegnino insegnanti che non hanno i titoli minimi per insegnare. Lasciare che gli esami siano burlette. Dare alle scuole private denaro pubblico.

Questo è il punto. Dare alle scuole private denaro pubblico"

(in Scuola Democratica, 20 marzo 1950.)

domenica 19 ottobre 2008

Sulla strada del bop


“Il bop è cominciato col jazz senonché un pomeriggio da qualche parte su un marciapiede forse 1939, 1940, Dizzy Gillespie o Charlie Parker o Thelonius Monk stavano passando davanti ad un negozio di abbigliamento maschile nella 42° strada o nella South Main a LA e improvvisamente sentì all’altoparlante un assurdo impossibile ERRORE nel jazz che si sarebbe potuto sentire solo nella sua testa immaginaria, e quella è una nuova arte. Il bop.” (da L’inizio del Bop, scritto di Jack Kerouac del 1959)



Charlie 'Bird' Parker

giovedì 16 ottobre 2008

Rovescismi a Fermo


Domani alle 17 e 45, sotto gli occhi della statua di Leopardi, tutte le forze antifasciste e di sinistra di Fermo si ritroveranno per fare volantinaggio e boicottare quest'iniziativa organizzata dalle sezioni fermana e marchigiana del Circolo del Buon Governo, che noi di Rifondazione abbiamo stigmatizzato tramite un comunicato inviato a tutti i quotidiani del fermano. Di seguito riporto il testo del comunicato e il link de L'espresso per approfondire:

Il rovescismo, quello che lo storico Angelo d’Orsi indica come la fase suprema del revisionismo, prende piede anche a Fermo, e il nostro Sindaco (nonché Assessore alla Cultura) se ne fa carico, incoraggiando le ambizioni, più che storiche, politiche, del senatore Marcello dell’Utri (un altro perseguitato dalle fantomatiche ‘toghe rosse’). Infatti il succitato Senatore è stato invitato, previa illustrazione da parte del Sindaco al Caffè letterario, dalle sezioni marchigiana e fermana del Circolo del Buon Governo per presentare ai fermani i chiacchierati diari di Mussolini, con l’intento evidente di esaltare la figura di questo ‘benemerito’ statista, che tanto bene ha fatto all’Italia nel ventennio, promulgando, tra l’altro, le leggi razziali del 1938.

Ora, non fosse già di per sé un’operazione del tutto fuori luogo, considerando anche il clima di violenza verso gli extracomunitari che preoccupa oggi il nostro Paese, bisogna ribadire che uno dei massimi storici internazionali del fascismo, Emilio Gentile, Docente di Storia contemporanea all'Università La Sapienza di Roma, li ha apertamente dichiarati un falso, un bluff: Risultato, la scoperta di strafalcioni tanto clamorosi e diffusi, da dover essere catalogati in quattro categorie: "Nomi errati ed errori grammaticali, discordanze cronologiche, incongruenze e inesattezze.”. (fonte L’espresso)

C’è inoltre da rimarcare il parere del Presidente Associazione Grafologi Professionisti, prof. Roberto Travaglini, che, dopo uno studio di due mesi, li ha dichiarati inequivocabilmente falsi, già nel 2005.

Dispiace vedere il Sindaco di una città come Fermo dare credito ad un’operazione politica così sfacciatamente raffazzonata e menzognera, vederlo concedere il Centro congressi di San Martino e vederlo salire sul palco; dispiace ancor di più pensare a quanti fermani prenderanno per vera questa bufala.


Fermani, venerdì prossimo fatevi un favore, statevene a casa; boicottate quest’operazione politica basata su di un revisionismo d’accatto.


Qui: La vera storia dei falsi diari

domenica 12 ottobre 2008

C'è solo la strada...



«L'opposizione è nelle nostre mani», recita lo slogan della manifestazione proposta a Roma dalla sinistra contro le politiche sociali del governo.
E le mani sono centinaia di migliaia - forse addirittura 200 mila persone - 300 mila secondo gli organizzatori. Militanti di Rifondazione, Verdi, Comunisti Italiani protestano contro i provvedimenti del governo, «la distruzione della scuola pubblica», «le leggi ad personam del premier». La prova che «si deve ripartire uniti».

I comunisti ci sono e vogliono fare opposizione radicale. Paolo Ferrero, segretario di Rifondazione - lancia la proposta di un «coordinamento di tutte le opposizioni». Ma distingue le sinistre dal Pd e dall'Idv.

Grande successo; come e più di prima...

sabato 11 ottobre 2008

giovedì 9 ottobre 2008


Il Presidente della provincia di Ascoli Piceno Massimo Rossi risponde agli esponenti del PD e interpella la cittadinanza per esprimere un'opinione in merito alla vicenda inviandogli una
e-mail.

Le accuse e gli attacchi rivolti a me e ad altri componenti della mia Giunta da esponenti del PD sono assolutamente inaccettabili non soltanto dal punto di vista politico ma anche da quello etico. Pur di cercare di giustificare un'irresponsabile rottura preordinata per altri fini, si falsificano fatti e dati ben noti e ci si rimangia posizioni già assunte in piena condivisione.
Di fronte a tutto ciò, il dubbio lacerante che mi assale in queste ore è se si debbano buttare all'aria tutto il gran lavoro svolto e gli interessi del territorio proprio quando sono in vista alcuni importantissimi traguardi, o se accettare di continuare a condividere un'esperienza amministrativa con chi oramai dimostra di non essere interessato alle cose da fare per la comunità locale ma alle posizioni personali da raggiungere.
Chiunque abbia un minimo di senso di responsabilità non può non rendersi conto cosa possa significare abbandonare l'azione di governo in un momento di crisi come questo, lasciando per almeno otto mesi la Provincia senza una guida, proprio quando s'intravede il raggiungimento di obiettivi che possono rappresentare una svolta per il futuro di questo territorio.
Ne cito solo alcuni:
• L'acquisizione di consistenti risorse per la riconversione dell'SGL Carbon;
• La ripartizione dei fondi europei FERS per lo sviluppo locale destinati alla valorizzazione delle risorse culturali e naturali del territorio;
• La destinazione dei fondi FAS regionali (sia quelli assegnati alla Provincia per l'elettrificazione della Ascoli Porto d'Ascoli, il sottopasso di S. Benedetto e la Mezzina a Fermo, sia la quota di competenza regionale);
• La gestione del protocollo d'intesa con il Ministero dello Sviluppo Economico per il rilancio industriale del Piceno, con la possibilità di accedere ad importantissimi canali di finanziamento come quelli di "Programma Industria 2015" e della Finanziaria 2008.
• L'Accordo di Programma Quadro (APQ) relativo alla bretella di San Benedetto ed al Polo logistico della bassa Valle del Tronto;
• L'istituzione del Parco marino del Piceno;
• L'avvio di investimenti pubblici e privati per un importo complessivo di oltre 35 milioni di euro in campo turistico, termale ed energetico nelle zone montane con importanti ricadute occupazionali;•
La seconda fase della stabilizzazione del personale precario dell'Ente.
Sono tutti progetti concreti, su cui abbiamo lavorato per anni, che abbiamo messo a punto grazie al confronto costante con tutti i soggetti interessati, dagli imprenditori ai Sindaci, dai sindacati alle Università. E' proprio grazie alla forza che viene dal consenso del territorio che questi progetti si stanno realizzando. E' giusto arrendersi ora perché c'è chi ha deciso, sulla base di un disegno preordinato, di tirare la corda sperando che si spezzi e che il moncone resti in mano agli altri?
Oltretutto l'interruzione della nostra esperienza comporterebbe effetti drammatici sulle due nuove Province la cui nascita, definita per legge nel 2004, è inarrestabile e avverrà comunque con le elezioni della primavera prossima. Senza le delibere di Giunta, il patrimonio, compresi gli edifici scolastici, le strade e le sedi resterà indiviso, con tutte le conseguenze per la loro manutenzione e gestione. Per non parlare del personale che, qualora non trasferito, farebbe immediatamente saltare l'equilibrio del bilancio della nuova Provincia di Ascoli oppure potrebbe essere trasferito d'ufficio senza le dovute tutele e concertazioni.
Mi rivolgo dunque al territorio, agli amministratori dei Comuni, alle associazioni degli imprenditori, degli artigiani, degli agricoltori, ai lavoratori dipendenti, ai centri di ricerca, alle donne e agli uomini che ci hanno seguiti e sostenuti in questi anni difficili ma entusiasmanti, che hanno assaporato con noi la soddisfazione di veder realizzate, o prossime alla realizzazione, tante belle idee che molti, quattro anni fa, bollavano come utopie. Chiedo a tutti di esprimersi scrivendomi (massimo.rossi@provincia.ap.it) o prendendo pubbliche posizioni nelle forme che si riterranno più congrue: ogni riflessione potrà aiutarmi a compiere la scelta giusta, anche se sono conscio che quest'ultima avverrà nella dolorosa consapevolezza che nulla potrà più essere come prima.

Contemporaneo


Ci sono artisti che fanno musica più o meno buona, e ci sono artisti che spiegano il mondo, con una carriera intera o con una sola canzone:

Voglio quel poco di potere
che cura la nevrosi
eppure ahimé la espande
ai desideri dei mediocri
ho dei figli obbedienti
una casa spaziosa elettronica
luminosa vistosa
amministrata da una donna
silenziosa.

Meno ideale più ragione/come dire meno sentimento/capacità di stare collegato/all'ordine del mondo/nel feroce futuro/un rigore metallico/discrezionalmente morale/sbranare chi capita/è volere di più.

Vorrei vorrei
un'automobile nuovissima
vorrei vorrei
anzi un prototipo
un congegno in mezzo al cuore
che si potesse programmare
aneliti palpiti e disordini
per sempre controllare.

Corro insieme a voi
corro e desidero
corro insieme a voi
contemporaneo.

Sogno con voi
un poco dei vostri
raggiungibili sogni.

Corro insieme a voi
corro e desidero
corro insieme a voi
contemporaneo.

L'approvazione la condivisione
il successo crescente dell'azienda
solida economia in solido occidente
economisti medici giudici tranquillizzanti
soluzioni collaudate rapide sapienti
è volere di più.

Così mantengo la regola/dei sentimenti immobili/l'individuale etico dei tempi/com'è lontano il novecento/com'è lontano/tutto andato via col vento.

Contemporaneo
non serve capire ogni parola
lo spirito muove il corpo
e anche l'idea
democrazia dei profitti perfetti
delle nude proprietà
distese e pretese.

Contemporaneo
che parola opportuna
che moto apparente
delle idee più contrastanti
se vuoi salire all'altare maggiore
di questi tempi
niente e nessuno può fermarti.

Corro insieme a voi
corro e desidero
corro insieme a voi
contemporaneo.

Sogno con voi
un po' dei vostri
raggiungibili sogni.

Corro insieme a voi
corro e desidero
corro insieme a voi
contemporaneo.

Sogno con voi
un po' dei vostri
raggiungibili sogni.

mp3

Every sperm is sacred

Comunismo internazionale

International philosophy

mercoledì 8 ottobre 2008

martedì 7 ottobre 2008

Per ora l'Islanda



Il Lunedì Nero, come molti hanno chiamato la giornata di ieri per i disastrosi cali delle borse di tutto il mondo, ha di fatto portato sull'orlo del baratro l'Islanda. Ieri la valuta dell'Isola atlantica si è deprezzata del 23 per cento sull'euro mentre Reykjavik decideva di avviare un provvedimento senza precedenti, ossia la nazionalizzazione di tutte le banche. Da tempo il sistema finanziario ed economico islandese è in profonda crisi: una crisi che lo tsunami finanziario globale rischia di portare a un punto di non ritorno.

I nodi sono venuti al pettine, il capitalismo americano si alimentava con le guerre ma era da tempo un cadavere putrefatto che infettava il mondo (mi tocca citarmi), ed oggi ne paghiamo le conseguenze. Sarà finalmente giunta l'ora di sopravanzare certi sistemi legati alla mera logica del profitto, in mano alle banche ed ai sicari dell'economia, lo sarà?

lunedì 6 ottobre 2008

Parole in libertà


CAMORRA: BERLUSCONI, GRAZIE A NOI SPARIRA' DAL PAESE


"Il nostro impegno per debellare la camorra non finira' mai. Grazie al nostro governo sparira' dal nostro Paese". Silvio Berlusconi promette lotta dura alla camorra. "La sinistra ha parlato anche qui di dittatura, ma i nostri cittadini vogliono sicurezza", ha osservato il premier difendendo l'utilizzo dell'esercito in Campania. "Uno Stato che non usa le forze di cui dispone per combattere la criminalita' smette di essere Stato", dice il premier

Da un uomo con tanto di tessera della P2 e stallieri mafiosi ci si aspetta, ovviamente, una guerra alla camorra. Sì, certo... e c'è pure chi ci crede, mah!

Quousque tandem... ?



il Papa: "No a pillola e preservativi
Ma molti cattolici non ci seguono"

Durissima la posizione del Pontefice: "La contraccezione nega il significato stesso del matrimonio: l'amore coniugale ha un modo proprio di comunicarsi: generare dei figli"

Per fortuna i cattolici sono in diminuzione, specialmente quelli consapevoli e praticanti. Il resto è solo un mix tra tradizione ed ignoranza. Ma gli uomini della Chiesa continuano ad essere pericolosi e retrogradi, e tutta l'informazione è asservita a loro. Praticamente sono i media e la politica a tenerli ancora in vita, alla faccia dello stato laico.

Quando la morte avrà



[...] Quando la morte avrà
scacciato la paura
che per tutta la vita
ti è stata concubina
e avrà fatto di te
il più grande di noi
l'eroe che si rallegra
della guerra vicina.
Quando la morte avrà
sconfitto il compromesso
cui la meschinità
ti aveva condannato
e il lampo dei tuoi occhi
si mostrerà contento
di vivere da uomo
almeno un momento. [...]

venerdì 3 ottobre 2008

Assembramento sedizioso



Riporto una testimonianza di un mio conoscente fidato:

Notizia arrivata or ora da mia sorella che insegna alla "Casa del Sole" parco trotter di Milano, scuola elementere.
Le insegnanti distribuiscono un volantino all'entrata per sensibilizzare i genitori sul problema Gelmini-scuola, si avvicina un tizio, chiede di sapere il contenuto del volantino, poi si identifica come appartenente alla "Digos" e pretende tutti i documenti personali dell'insegnante che distribuisce volantini, la quale non può far altro che consegnarli.
In altra scuola sempre di Milano un'altra insegnante è stata addirittura multata, sempre da agenti Digos, per "assembramento sedizioso" mentre discuteva con i genitori fuori dalla scuola per i medesimi motivi.
Pare che la notizia sia stata data anche da Radiopopolare stamani.

Tira una brutta aria.

mercoledì 1 ottobre 2008

Revisionismi Hollywoodiani


UN FALSO STORICO ED UNA GRAVISSIMA OFFESA ALLA RESISTENZA


Il film di Spike Lee “Miracolo a Sant’Anna” indica come causa della strage del 12 agosto ’44 il tradimento di un partigiano, che guida in paese le SS per consentire la cattura del suo comandante.
La libertà di espressione e la creatività artistica sono diritti sacrosanti, ma non possono sconfinare nella menzogna e nel falso storico, per di più dopo la sentenza del Tribunale Militare di La Spezia che ha stabilito che la strage fu un’operazione pianificata a tavolino per colpire la popolazione, senza alcuna responsabilità del movimento partigiano, confermando, così, anche i risultati della ricerca storica.
La fedele ricostruzione del massacro proprio sul luogo dove avvenne, com’è quella effettuata da un regista di indubbia e meritata fama come Spike Lee, finirà per indurre gran parte degli spettatori a ritenere veritiera la vicenda cinematografica, che, invece, è una pura fantasia e una colossale falsità storica.
Sconcertante l’indifferenza con cui il problema è stato affrontato da soggetti, che, a vario titolo, dovrebbero essere sensibili a queste tematiche e che hanno dato prova di un antifascismo di maniera, ipocrita e superficiale, addirittura più interessato al “ritorno di immagine” che alla verità.
Grave è il comportamento del Sindaco di Stazzema Michele Silicani, che ha accolto a “scatola chiusa” il progetto del film, definendolo un’importante occasione per la conoscenza degli eventi e per la promozione turistica e, addirittura, un omaggio al sacrificio dei partigiani.
Disarmante quello dell’Associazione Martiri di Sant’Anna e del Comitato per le Onoranze (a quest’ultimo è affidato, per legge, il compito di valorizzare il patrimonio storico e morale della Lotta di Liberazione) che con il loro “assordante silenzio” hanno avallato l’offesa recata alla Resistenza.
Pericolosa la superficialità di enti e Stato che hanno sostenuto, magari anche economicamente, il film, attirati dal miraggio del grande regista.
Lo ripetiamo l’ANPI non ce l’ha con Spike Lee che può dire e fare ciò che vuole, ma ce l’ha con un antifascismo istituzionale e di facciata che è pronto a sacrificare anche la verità sia per vanità, sia per presunti vantaggi che ne verrebbero al territorio, sacrificando la coerenza a vantaggio dell’apparenza e dell’utile.
Fare dei distinguo su un film dedicato a Sant’Anna e denunciare che attraverso esso passa con grande clamore mediatico l’avallo ad una valutazione revisionista della Resistenza e dell’Antifascismo non vuol dire essere vecchi o tanto meno veteri, anzi all’opposto significa avere coscienza e lucidità del grave momento che sta attraversando la nostra società, proprio nel vedere venir meno valori fondamentali che sostanziano la democrazia. Esiste infatti ormai un clima sociale e culturale plebiscitario e quindi anticostituzionale, xenofobo e classista e al fondo razzista, totalmente illiberale perché superficiale verso i diritti umani, che guida l’azione di importanti forze politiche del paese, per il quale non si avverte nella sostanza una distinzione reale e profonda fra i valori del ventennio fascista e quelli democratici.


BASTA CON LE ACCUSE FALSE E TENDENZIOSE AI PARTIGIANI E CON LE OFFESE ALLA MEMORIA DEI CADUTI DELLA RESISTENZA!


Sezioni A.N.P.I. di Pietrasanta, Montignoso, Massa, Carrara, Intercomunale di Licciana Nardi, Villafranca e Pontremoli – (Viareggio, 1 ottobre 2008)

No no man


Steven Jesse Bernstein è stato un poeta punk, autore misconosciuto di un unico e grandioso disco postumo di spoken poetry. Steven Jesse è nato a Los Angeles il 4 novembre del 1950. Trasferitosi poi nel ’75 a Seattle, intraprende la sua vita artistica eccentrica fatta di letture violente, da performer sadico e pazzo. Saliva sul palco con un coltello che usava per intimorire e minacciare il pubblico, e se stesso. Ballerino drogato ed alcolista. Recitava in maniera rutilante, vomitava parole accecanti e disturbanti. Questo lavoro, Prison, è frutto dell’ammirazione che il produttore Steve Fisk aveva per quest’artista dall’esistenza breve ma significante. Fisk usa tappeti sonori di jazz, hip hop, grunge, ambient e distorsioni pesanti e scure, che fanno da cornice alla voce meravigliosamente spietata e impassibilmente cupa di Steven Jesse. L’intento fu quello di realizzare “un ambiente sonoro che sia la sua voce, intorno alla sua voce, come un’incessante ripetizione”. Il risultato è straniante ed irripetibile. E’ come la sceneggiatura di un film hard-core, i testi sono deliri metropolitani, gioventù bruciate e tormentate, visioni oniriche ed oscene della putrida miseria sociale.


Steven Jesse Bernstein - Prison (Sub Pop, 1992)


P.s. Questo brano da Prison è stato inserito come samples nella colonna sonora di Natural born killers di Oliver Stone.