lunedì 30 giugno 2008

DITTATORI DEMOCRATICI?

Roma, 25 giu. - (Adnkronos) - "Non si puo' consentire a una minoranza organizzata di non rispettare la legalita'. Non si puo' consentire a questa minoranza di occupare una ferrovia, un'autostrada, un aeroporto. E' una violenza contro gli altri viaggiatori, contro i cittadini, contro le istituzioni, contro lo Stato". Prima dell'affondo contro i magistrati, Silvio Berlusconi torna a dire la sua sull'emergenza rifiuti in Campania: "Noi vogliamo garantire l'autorita' dello Stato, cosi' in Campania come ovunque. Noi dobbiamo recuperare l'autorita' dello Stato e per farlo dobbiamo usare la forza dello stato". "Ed e' per questo -avverte il Cavaliere- che il problema dei rifiuti a Napoli così come quelli della Tav e del Frejus" va risolto usando la forza dello Stato. "Le decisioni su questi problemi -insiste- vanno presi da organismi democraticamente eletti e non possono essere contrastate da minoranze organizzate a qualunque ambiente appartengano. Lo Stato con la forza il suo Esercito, impedira' che questo avvenga e garantira' nello Stato la legalita'. Uno Stato che non garantisce la sicurezza del cittadino e non difende i suoi beni e non assicura la legalita', smette di essere Stato e perde addirittura la sua legittimazione".

venerdì 27 giugno 2008

L'estate incantata


Era una mattina tranquilla e la città era ancora avvolta nel buio, infilata a letto. Il tempo diceva che era estate: il vento aveva quel certo tocco e il respiro del mondo era lungo, caldo e lento. Bastava alzarsi e sporgersi dalla finestra per sapere che quello era il primo giorno di libertà e di vita, il primo mattino d’estate.
Douglas Spaulding, dodici anni, appena sveglio, lasciò che l’estate lo cullasse nel flusso pigro dell’alba. Coricato nella stanzetta del terzo piano, col tetto della torre sopra di lui, Douglas si sentiva forte in quella stanza alta che cavalcava il vento di giugno, nella torre più imponente della città. Di sera, quando gli alberi si mescolavano in un’unica ombra, lui scoccava le sue occhiate in tutte le direzioni, come dall’alto di un faro, sull’oceano di olmi, querce e aceri mossi dal vento. E ora…
"Ragazzi!" sussurrò Douglas.
Aveva un’intera estate davanti a lui, un’intera estate da cancellare dal calendario, giorno per giorno. Gli sembrava di essere la dea Siva che aveva visto nei libri di viaggio, gli sembrava di avere anche lui cento mani con cui avrebbe raccolto mele acerbe e pesche, e naturalmente uva passa. Per vestiti avrebbe avuto gli alberi, i cespugli e i fiumi. Avrebbe gelato, volentieri, davanti alla porta del magazzino del ghiaccio, spiando la brina all’interno; e si sarebbe arrostito, con gioia, insieme ai diecimila polli della cucina della nonna.
Per il momento, tuttavia… lo aspettava un esercizio familiare.
Una volta alla settimana gli permettevano di lasciare papà, nonna e suo fratello minore Tom nella casetta attigua e di salire nella piccola torre che sovrastava la casa dei nonni, alla quale si accedeva per la lunga scala a chiocciola che lui faceva sempre di corsa, al buio. E in quella torre degna d’uno stregone si addormentava tra lampi e visioni, per risvegliarsi al mattino al tintinnio di cristallo delle bottiglie di latte. Allora bisognava compiere il rituale magico.
Si alzò, andò alla finestra e inspirò a pieni polmoni. Poi soffiò.
I lampioni stradali si spensero come candele su una torta nera. Soffiò ancora, e ancora, e cominciarono a sparire le stelle.
Douglas sorrise e puntò il dito.
Là, e poi là. Ora qui…
Rettangoli gialli si disegnarono sul vago terreno del mattino mentre nelle case accendevano delle luci. E un grappolo di finestre brillò all’improvviso a chilometri di distanza, nella campagna immersa nell’alba.
"Tutti sbadigliano. E tutti si alzano."
Sotto di lui la grande casa si stiracchiò.
"Nonno prendi la dentiera dal bicchiere!" attese un tempo ragionevole, poi: "Nonna, bisnonna, friggete le frittelle!"
Il caldo aroma della pastella fritta si diffuse nei gelidi corridoi per svegliare i pensionanti, le zie, gli zii, i cugini in visita e tutti quanti.
"Strada dove abitano i Vecchi, svegliati! Signorina Hellen Loomis, colonnello Freeleigh, signorina Bentley! Tossite, alzatevi, prendete le medicine, cominciate a muovervi! Signor Jonas, attacchi il cavallo, cominci a portare in giro il carretto!"
Le ville buie al di là del crepaccio che divideva la città spalancarono i loro maligni occhi di drago. Fra poco, nelle strade del mattino, due vecchie signore avrebbero pilotato una Macchina Verde elettrica, facendo segno a tutti i cani di scostarsi. "Signor Tridden, corra alla rimessa!" Fra poco, sovrastato da un nugolo di scintille azzurre, il tram cittadino sarebbe salpato per le vie pavimentate in rosso.
"John Huff, Charlie Woodman, siete pronti?" sussurrò Douglas in direzione della Strada dei Ragazzi. "Pronti!" a lanciare le palle da baseball nei prati umidi, a sedere sulle altalene che aspettavano, vuote, in mezzo agli alberi.
"Mamma, papà, Tom, svegliatevi."
Cominciarono a suonare le sveglie. L’orologio del municipio rimbombò. Gli uccelli si lanciarono dagli alberi come una rete che Douglas avesse gettato. E lui, direttore d’orchestra, li sentì cantare ed indicò il cielo a oriente.
Il sole spuntò dietro l’orizzonte.
Douglas si mise a braccia conserte e sorrise del sorriso di un mago. Sissignori, pensò, tutti saltano, tutti corrono quando io comando. Sarà una bella estate.
Rivolse alla città un ultimo schiocco delle dita.
Le porte delle case si spalancarono e la gente si affrettò ad uscire.
Cominciò l’estate del 1928. ...

giovedì 26 giugno 2008

Affari suoi


«Guardare il suo nuovo governo in azione è un po’ come sedersi a rivedere un brutto film»

Il Financial Times attacca Berlusconi

Editoriale del quotidiano britannico: «Una volta di più, Berlusconi si concentra su se stesso e non sull’Italia»

LONDRA (GRAN BRETAGNA) - Oh no, non un'altra volta. Potremmo tradurre così quel «Oh no, not again» apparso come titolo dell’editoriale sul Financial Times, col sottotitolo «una volta di più, Berlusconi si concentra su se stesso e non sull’Italia». Il quotidiano finanziario britannico come sempre non risparmia le parole: «Guardare il suo nuovo governo in azione è un po’ come sedersi a rivedere un brutto film». Se è «troppo presto per dare giudizi netti», però «le ultime dimostrazioni già lasciano prevedere un altro horror show». Perchè «una volta di più il premier 71enne impiega gran parte della sua energia politica a proteggersi dalle pubbliche procure d’Italia».

PROBLEMI GIUDIZIARI - Berlusconi «vuole far approvare una legge che sospenderebbe per un anno la maggior parte delle cause con una possibile pena superiore ai dieci anni» e sta anche «cercando di introdurre una legge che darebbe immunità alle massime autorità dello Stato, lui incluso». Ma tutto ciò «sarebbe di scarso interesse se il signor Berlusconi impiegasse la stessa energia a riformare la pigra economia italiana». Secondo il FT invece ci sono segni che potrebbe ripetere «i suoi peggiori errori, lasciar crescere fuori controllo i livelli del deficit e del debito», poichè «il governo ha presentato una finanziaria che vedrà salire il debito pubblico dall’1,9% del Pil nel 2007 al 2,5% nel 2008». L’Italia conclude il Financial Times «ha bisogno di un governo serio e responsabile. Berlusconi ieri ha detto che la magistratura lo ha sottoposto a un ’calvario’ senza fine. Ma l’unico "calvario" di questa storia è quello che sopporta l’Italia, che ha bisogno di un cambio di rotta estremo nelle sue sorti economiche e politiche».

mercoledì 25 giugno 2008

This is easy



Sono diversi anni che posseggo questa fantasmagorica doppia raccolta di musica assolutamente sopra le righe e kitsch ma non l'avevo mai trovata in rete, un po' per quell'innata svogliatezza che mi contraddistingue nel mio essere blasé (rido) ed un po' perché non m'era mai capitata sottomano.

Beh, con quest'afa e il cielo d'un celeste nebuloso squarciato da un sole d'un caldo invadente e non richiesto, difficilmente si può ascoltare di meglio. In ufficio, tra refrigeratori impazziti e scarpe troppo strette che non si lasciano vincere dalle carni rigonfie di piedi sofferenti, o in giro come zombie tra le strade di un'assolata provincia non si può chiedere di più alla musica.

Dentro c'è di tutto. Sigle di telefilm persi nel tempo; tutto il calcio minuto per minuto; musica per guardare le ragazze che passano; pantere rosa; bravi Benny d'oltremanica; nate libere; colonne sonore di film improponibili che vi siete sorbiti seduti al fianco dei vostri genitori estasiati; tappeti colorati infestati da peli di cane; zampe d'elefante; chiome cotonate; sciccherie da cockatail falsamente allegri; profumi dozzinali; cravatte a pois; ragazze brille che parlano troppo; uomini dentro abiti nuovi che corrono al lavoro dentro grattacieli oscillanti in cerca dell'adulterio più facile; serate danzanti senz'arte; crooner da piano bar di quart'ordine; spettacolini osé; bar con cameriere dalle tette nude e sobbalzanti; eccetera.

Vi si stamperà un sorrisetto ebete sul volto, e una sensazione dolceamara vi accompagnerà per il resto della giornata, fino a quando non crollerete esausti su di un letto, semisvestiti.

This is easy Disc 1

I Sotterranei del Vaticano 2

Per l'ennesima volta si sono accesi i riflettori sulla scomparsa di Emanuela Orlandi. Le dichiarazioni di una testimone diretta gettano gravi ombre su figure di spicco della gerarchia vaticana e sulle relazioni di alti prelati con membri della criminalità organizzata. Noi qualche sospetto l'avevamo già avuto nei mesi scorsi allorchè vi abbiamo riferito del singolare luogo di sepoltura di Enrico De Pedis, l'ultimo capo della Banda della Magliana.

http://loscavatore.blogspot.com/2008/03/i-sotterranei-del-vaticano-1.html

martedì 24 giugno 2008

Falce e martello come la svastica


La decisione del parlamento di Vilnius, Lituania, di mettere al bando il simbolo comunista della falce e martello, equiparandolo alla svastica, è una decisione che non ci sorprende se la si legge nel contesto mondiale di rimozione di tutto ciò che potrebbe impedire il cammino del capitalismo neoliberista, oggi padrone del mondo. Allo stesso tempo, questa decisione, non ci fa perdere di vista la battaglia che in questi giorni di congresso (del Partito della Rifondazione Comunista n.d.r.) l’area dell’Ernesto stà portando avanti per salvaguardare l’esistenza di quel simbolo e del partito stesso in chiave comunista. Alla luce di questo ennesimo attacco all’alternativa di società, ogni tentativo di rimodulare l’azione della politica della sinistra italiana, che non preveda la presenza di una forza comunista capace di attrarre attorno al tema principale dell’abbattimento di questo capitalismo le altre forze progressiste di sinistra, risulta fallimentare.


Leggi tutto l'articolo di Franco Romano su:


lunedì 23 giugno 2008

Italiani brava gente, parte quarta


Spedizione punitiva della polizia contro un rom e la sua bambina

Un rumeno di etnia rom, Stelian Covaciu, è stato picchiato a sangue da quattro agenti della polizia. E' accaduto nella tarda serata di giovedì, accanto alla baracca dove vivono Stelian e la sua famiglia, a pochi passi da piazza Tirana, Milano. Soltanto martedì scorso la figlia di Stelian, Rebecca Covaciu, 12 anni, era stata aggredita da due agenti in borghese che poi avevano spintonato il padre e dato sberle al fratellino quattordicenne Jon urlando: «Zingari di merda, se non ve ne andate vi ammazziamo e distruggiamo tutto».

Dopo il pestaggio di venerdì Stelian, 40 anni, missionario evangelico pentecostale, è stato ricoverato all'ospedale San Paolo dove gli hanno riscontrato un trauma cranico e segni di forti percosse. E' stato dimesso ieri con una prognosi di sei giorni. La polizia lo ha interrogato ma Stelian non ha voluto sporgere denuncia: teme di venire espulso in quanto non ha ancora trovato una occupazione. Gli agenti che l'hanno accompagnato in ospedale a bordo dell'ambulanza gli hanno detto: «A noi puoi raccontare la verità».

La verità esce dalla bocca di Rebecca, la figlia dodicenne di Stelian. Rebecca è una bimba prodigio. Dipinge su tela e illustra la sua vita nelle baracche, tra topi e immondizia. I suoi disegni sono stati esposti e poi acquisiti in permanenza dall'Archivio storico di Napoli per la Giornata della Memoria del 2008. Per le sue doti artistiche, Rebecca ha ricevuto il premio Unicef 2008. E venerdì sera da quelle due volanti ha visto scendere anche uno dei due uomini che l'avevano aggredita martedì.

Laura Eduati su Liberazione del 22.06.2008

sabato 21 giugno 2008

Le vite degli altri


Di Florian Henckel Von Donnersmarck, giovane regista tedesco dell'ovest, ma con genitori fuggiti dall'est

Il percorso del capitano Gerd Wiesler è rassomigliante a quello di Guy Montag, il protagonista del bellissimo libro di Ray Bradbury, Fahreneith 451, poi portato sul grande schermo da Francois Truffaut. Tutti e due infatti si trasformano da perfetti e inflessibili esecutori di un sistema di controllo a paladini del ravvedimento. Il film è la storia di uno scrittore ricolmo d’idealità che soggiace a sua insaputa al controllo della Stasi, un po’ per invidia ed un po’ per amore, molto per la degenerazione d’un sogno. Sullo sfondo una gelida Germania dell’est, tristemente silente oltre ogni umana inclinazione.

Su tutti l'attore Ulric Mühe (interpreta il capitano della Stasi che si troverà a dover spiare la vita dello scrittore): intenso, duro e al contempo fragile nel sul lento cambiamento. La sua seconda moglie fu una collaboratrice della Stasi. In Germania alla presentazione del film, gli hanno chiesto come si fosse preparato per il suo personaggio. La sua risposta è stata: "Ho ricordato".

  • Un giorno di settembre, il mese azzurro,
    tranquillo sotto un giovane susino
    io tenni l'amor mio pallido e quieto
    tra le mie braccia come un dolce sogno.
    E su di noi nel bel cielo d'estate
    c'era una nube ch'io mirai a lungo:
    bianchissima nell'alto si perdeva
    e quando riguardai era sparita…
(Bertolt Brecht, Ricordo di Marie A.)

Questi primi versi della poesia di Brecht vengono recitati da Gerd Wiesler in una scena del film che segna l'inizio del suo cambiamento. Il 22 luglio del 2007 Mühe muore a soli 54 anni. Le ultime dichiarazioni le rilasciò in pubblico di ritorno dalla cerimonia degli Oscar, con Le vite degli altri premiato come miglior film straniero: "Sì, ho un cancro, mi sto sottoponendo alle opportune terapie e spero che presto starò meglio".

Working in the Coal Mine



[...] “Il punk arrivò sulle scene e mi trovò lì per caso. Così come trovò per caso lì gente come Joe Strummer, Nick Lowe, i Damned, Sting e molti altri. Tutti giovani che avevano già sulle spalle esperienze precise ma che la forza del punk spazzò via. Poi – puntualizza – crescendo, certe suggestioni tornano a galla. E' anche vero – mi dirà, per riprendere il discorso interrotto, il giorno dopo – che dei nomi citati alcuni non persero mai del tutto il connotato iniziale. Pensa Joe Strummer. Amava Lee Dorsey allo sfinimento, una volta percorremmo a piedi tanti chilometri per andarlo a vedere suonare, e, ogni qual volta poté, suonava la sue canzoni e le incideva (“junko partner”).”

(Elvis Costello)

Working in the coal mine è una canzone scritta dall'immenso Allen Toussaint, cantore del Sud e delle sue affascinanti contraddizioni. Di seguito riporto la versione di Lee Dorsey (1966), amato alla follia da Strummer; e quella dei Devo (singolo inserito sulla versione cd di New Traditionalists), poi inserita nella colonna sonora del film animato Heavy Metal:

Lee Dorsey

e:

Devo


Cabaret Voltaire - Seconds Too Late

Seminali!

venerdì 20 giugno 2008

Lettera di Evo Morales all'Europa


Il presidente della Bolivia scrive ai governi europei a proposito della Direttiva rimpatrio. E ricorda quando erano gli europei a migrare, in America del nord e in America latina. «La mia solidarietà va ai 'clandestini'»

Fino alla fine della Seconda Guerra Mondiale, l’Europa fu un continente d’emigranti. Decine di milioni di europei partirono verso l’America per colonizzare, sfuggire alla miseria, alle crisi finanziere, alle guerre, ai totalitarismi europei ad alle persecuzioni inflitte minoranze etniche. Oggi, sto seguendo con molta preoccupazione il processo d’approvazione della cosiddetta «direttiva rimpatrio». Il testo convalidato, il passato 5 giugno dai Ministri degli interni dei 27 paesi dell’Unione Europea, dovrà essere sottoposto al voto del Parlamento Europeo il 18 giugno. Ho l’impressione che questa direttiva indurisca in maniera drastica le condizioni di detenzione e d’espulsione degli emigranti senza documenti, indipendentemente dal loro tempo di permanenza nei paesi europei, dalla loro condizione lavorativa, dai loro legami familiari, dalla loro volontà d’integrazione e dal raggiungimento della stessa.
Leggi il testo integrale su:

Scoperte


Oggi ho scoperto che la legge non è uguale per tutti e che uno Stato, per le esigenze giudiziarie del proprio premier, può abdicare da uno dei suoi poteri fondamentali, quello di rendere giustizia. Autori di gravi reati quali il sequestro di persona, l'estorsione, la rapina, lo stupro, l'associazione per delinquere, le frodi fiscali, la corruzione, l'abuso d'ufficio, la detenzione di materiale pedopornografico, le molestie e maltrattamenti in famiglia, gli omicidi colposi per colpa medica o a seguito di incidenti stradali, il traffico di rifiuti, beneficeranno della sospensione dei processi voluta dalla nuova maggioranza.
Oggi ho scoperto che le vite non sono tutte uguali. La mia vita, quella dei miei cari, quella di molti di voi, vale meno della vita di un carabiniere, di un poliziotto, di un finanziere, di un agente di pubblica sicurezza. Me lo ha detto la nuova maggioranza che, con il voto favorevole dell’opposizione, ha reso obbligatorio il carcere a vita per chi si macchia dell’omicidio di un appartenente alle forze dell’ordine.
Oggi ho scoperto che si può strappare soltanto qualche cosa che è stato cucito o tessuto insieme. Mi chiedo, allora, il perché dell’affermazione del signor Veltroni che ha detto che questa nuova maggioranza avrebbe accumulato una "sequenza eccessiva e inaccettabile di strappi". Che cosa ha cucito o tessuto insieme al signor Berlusconi? Oggi non sono ancora riuscito a scoprirlo.

domenica 15 giugno 2008

Dittatori democratici



L’altro giorno, fingendo di avanzare un’”ipotesi di dottrina”, Giovanni Sartori ha messo in guardia sulla Stampa dai ”dittatori democratici” e ha spiegato: “Con Berlusconi il nostro resta un assetto costituzionale in ordine, la Carta della Prima Repubblica non è stata abolita. Perché non c’è più bisogno di rifarla: la si può svuotare dall’interno. Si impacchetta la Corte costituzionale, si paralizza la magistratura… si può lasciare tutto intatto, tutto il meccanismo di pesi e contrappesi. E di fatto impossessarsene, occuparne ogni spazio. Alla fine rimane un potere ‘transitivo’ che traversa tutto il sistema politico e comanda da solo”. Non poteva ancora sapere quel che sarebbe accaduto l’indomani: il governo non solo paralizza la magistratura, ma imbavaglia anche l’informazione abolendo quella giudiziaria. E, per chi non avesse ancora capito che si sta instaurando un regime, sguinzaglia pure l’esercito per le strade.

Nei giorni scorsi abbiamo illustrato i danni che il ddl Berlusconi-Ghedini-Alfano sulle intercettazioni provocherà sulle indagini e i processi. Ora è il caso di occuparci di noi giornalisti e di voi cittadini, cioè dell’informazione. Che ne esce a pezzi, fino a scomparire, per quanto riguarda le inchieste della magistratura. Il tutto nel silenzio spensierato e irresponsabile delle vestali del liberalismo e del garantismo un tanto al chilo. Che, anzi, non di rado plaudono alle nuove norme liberticide. Non si potrà più raccontare nulla, ma proprio nulla, fino all’inizio dei processi. Cioè per anni e anni. Nemmeno le notizie “non più coperte da segreto”, perché anche su quelle cala un tombale “divieto di pubblicazione” che riguarda non soltanto gli atti e le intercettazioni, ma anche il loro “contenuto”. Non si potrà più riportarli né testualmente né “per riassunto”. Nemmeno se non sono più segreti perché notificati agli indagati e ai loro avvocati. Niente di niente.

L’inchiesta sulla premiata macelleria Santa Rita, con la nuova legge, non si sarebbe mai potuta fare. Ma, anche se per assurdo si fosse fatta lo stesso, i giornali avrebbero dovuto limitarsi a comunicare che erano stati arrestati dei manager e dei medici: senza poter spiegare il perché, con quali accuse, con quali prove. Anche l’Italia, come i regimi totalitari sudamericani, conoscerà il fenomeno dei desaparecidos: la gente finirà in galera, ma non si saprà il perché. Così, se le accuse sono vere, le vittime non ne sapranno nulla (i famigliari dei pazienti uccisi nella clinica milanese, che stanno preparando una class action contro i medici assassini, sarebbero ignari di tutto e lo resterebbero fino all’apertura del processo, campa cavallo). Se le accuse invece sono false (come nel caso di Rignano Flaminio, smontato dalla libera stampa), l’opinione pubblica non potrà più sapere che qualcuno è stato ingiustamente arrestato, né come si difende: insomma verrà meno il controllo democratico dei cittadini sulla Giustizia amministrata in nome del popolo italiano.

Chi scrive qualcosa è punito con l’arresto da 1 a 3 anni e con l’ammenda fino a 1.032 euro per ogni articolo pubblicato. Le due pene - detentiva e pecuniaria - non sono alternative, ma congiunte. Il che significa che il carcere è sempre previsto e, anche in un paese dov’è difficilissimo finire dentro (condizionale fino a 2 anni, pene alternative fino a 3), il giornalista ha ottime probabilità di finirci: alla seconda o alla terza condanna per violazione del divieto di pubblicazione (non meno di 9 mesi per volta), si superano i 2 anni e si perde la condizionale; alla quarta o alla quinta si perde anche l’accesso ai servizi sociali e non resta che la cella. Checchè ne dica l’ignorantissimo ministro ad personam Angelino Alfano.

E non basta, perché i giornalisti rischiano grosso anche sul fronte disciplinare: appena uno viene indagato per aver informato troppo i suoi lettori, la Procura deve avvertire l’Ordine dei giornalisti affinchè lo sospenda per 3 mesi dalla professione. Su due piedi, durante l’indagine, prim’ancora che venga eventualmente condannato. A ogni articolo che scrivi, smetti di lavorare per tre mesi. Se scrivi quattro articoli, non lavori per un anno, e così via. Così ti passa la voglia d’informare. Anche perché, oltre a pagare la multa, finire dentro e smettere di lavorare, rischi pure di essere licenziato.

D’ora in poi le aziende editoriali dovranno premunirsi contro eventuali pubblicazioni di materiale vietato, con appositi modelli organizzativi, perché il “nuovo” reato vien fatto rientrare nella legge 231 sulla responsabilità giuridica delle società. Significa che l’editore, per non vedere condannata anche la sua impresa, deve dimostrare di aver adottato tutte le precauzioni contro le violazioni della nuova legge. Come? Licenziando i cronisti che pubblicano troppo e i direttori che glielo consentono. Così usciranno solo le notizie che interessano agli editori: quelle che danneggiano i loro concorrenti o i loro nemici (nel qual caso l’editore si sobbarca volentieri la multa salatissima prevista dalla nuova legge, da 50 mila a 400 mila euro per ogni articolo, e accetta di buon grado il rischio di veder finire in tribunale la sua società). La libertà d’informazione dipenderà dalle guerre per bande politico-affaristiche tra grandi gruppi. E tutte le notizie non segrete non pubblicate? Andranno ad alimentare un sottobosco di ricatti incrociati e di estorsioni legalizzate: o paghi bene, o ti sputtano.

Ultima chicca: il sacrosanto diritto alla rettifica di chi si sente danneggiato o diffamato, già previsto dalla legge attuale, viene modificato nel senso che la rettifica dovrà uscire senza la replica del giornalista. Se Tizio, dalla cella di San Vittore, scrive al giornale che non è vero che è stato arrestato, il giornalista non può nemmeno rispondere che invece è vero, infatti scrive da San Vittore. A notizia vera si potrà opporre notizia falsa, senza che il lettore possa più distinguere l’una dall’altra. Tutto ciò, s’intende, se i giornalisti si lasceranno imbavagliare senza batter ciglio.

Personalmente, annuncio fin d’ora che continuerò a informare i lettori senza tacere nulla di quel che so. Continuerò a pubblicare, anche testualmente, per riassunto, nel contenuto o come mi gira, atti d’indagine e intercettazioni che riuscirò a procurarmi, come ritengo giusto e doveroso al servizio dei cittadini. Farò disobbedienza civile a questa legge illiberale e liberticida. A costo di finire in galera, di pagare multe, di essere licenziato. Al primo processo che subirò, chiederò al giudice di eccepire dinanzi alla Consulta e alla Corte europea la illegittimità della nuova legge rispetto all’articolo 21 della Costituzione e all’articolo 10 della Convenzione europea sui diritti dell’uomo e le libertà fondamentali (“Ogni persona ha diritto alla libertà d’espressione. Tale diritto include la libertà d’opinione e la libertà di ricevere o di comunicare informazioni o idee senza che vi possa essere ingerenza da parte delle autorità pubbliche…”, con possibili restrizioni solo in caso di notizie “riservate” o dannose per la sicurezza e la reputazione). Mi auguro che altri colleghi si autodenuncino preventivamente insieme a me e che la Federazione della Stampa, l’Unione Cronisti, l’associazione Articolo21, oltre ai lettori, ci sostengano in questa battaglia di libertà. Disobbedienti per informare. Arrestateci tutti.

(Marco Travaglio)

venerdì 13 giugno 2008

Sciopero generale


Ancora morti sul lavoro. Altre vite spezzate. Altri genitori senza figli, figli senza genitori, mogli senza mariti, fratelli e sorelle senza fratelli e sorelle, amici senza amici. Quando finirà questo massacro? Quando porremo fine a questi omicidi? Basta con le chiacchiere dei politici, con le finte minacce dei sindacati, con la colpevole indifferenza di Confindustria. Basta!
Sciopero generale di tutte le lavoratrici e di tutti i lavoratori.

giovedì 12 giugno 2008

Italiani brava gente, parte terza


VERONA - Un omicidio pianificato da un anno. Tancredi Valerio Volpe e Caterina Nervo, la coppia arrestata ieri sera per l'omicidio del romeno Adrian Kosmin, gia' 12 mesi fa avevano proposto di stipulare una polizza vita al 28enne che da due anni lavorava in nero per la loro ditta di trasporti, a Vigasio (Verona).

Un'azienda, quella della coppia - ora accusata di omicidio volontario premedidato e occultamento di cadavere - che negli ultimi tempi era in cattive condizioni economiche. Quando Kosmin era stato trovato venerdi' notte carbonizzato nella sua Rover 25, le cinture di sicurezza allacciate, si era pensato in un primo tempo ad un suicidio. Ma determinante per risolvere il caso e' stata la testimonianza del genitori del romeno.

''L'autotrasportatore trovato carbonizzato nella sua auto - spiega il colonnello Claudio Cogliano, comandante provinciale dei Carabinieri di Verona - aveva raccontato ai genitori, che vivono a Ladispoli (Roma), le proposte ricevute dai suoi datori di lavoro. In cambio dell'assunzione in regola chiedevano che stipulasse una polizza sulla vita, beneficiario il titolare della ditta di autotrasporti''. Gia' allora, secondo gli investigatori, i due datori di lavoro avevano prospettato a Kosmin di ''sparire in qualche modo per poi intascare l'assicurazione e dividere a meta' il premio''. Volpe, davanti ai carabinieri della compagnia di Caprino Veronese, ha ammesso l'esistenza di una polizza stipulata soltanto un mese fa: ''E' stata accesa presso un'agenzia di Isola della Scala - aggiunge Cogliano - beneficiaria Caterina Volpe e prevedeva il pagamento di 900mila euro, il premio semestrale da versare era di 644 euro''. La donna nella serata di ieri e' stata portata al comando dell'Arma a Caprino e davanti al pm Giulia Labia ha raccontato tutto. Ora si trova agli arresti domiciliari, mentre il suo compagno e' in carcere a Montorio (Verona).

La sera del 7 giugno Adrian Kosmin era stato invitato dai due a casa loro, a Vigasio, con la promessa del pagamento di un arretrato di 600 euro. Il romeno e' stato invece narcotizzato con una potente dose di sonnifero, forse letale, e poi caricato sulla sua auto da Volpe che, seguito dalla compagna con una Bmw, si e' recato a Cavaion nelle vicinanze del casello di Affi, accanto all'A22. Durante la perquisizione nella casa della coppia sono stati stata trovati la scatola con le pastiglie di sonnifero, acquistato a Bitonto (Bari) paese d'origine di Volpe, e una tazzina ancora sporca. Quando l'auto ha preso fuoco Adrian Kosmin era gia' morto o completamente privo di sensi; per questo nei suoi polmoni non sarebbero state trovate tracce di fumo. Il giovane era l'unico dipendente, anche se non in regola, della ditta. I carabinieri di Caprino, che hanno condotto le indagini, hanno scoperto l'esistenza di altre due polizze vita intestate ad un ex socio della ditta e a un ex dipendente, romeno come la vittima

L'industria della morte


MENTRE 10000 POLIZIOTTI PRESIDIANO ROMA PER LA SICUREZZA DI BUSH E DEI NOSTRI GOVERNANTI, E MENTRE NEL "SICURO" E "PROGREDITO" VENETO SI UCCIDONO OPERAI PER RISCUOTERE LA POLIZZA COME ACCADUTO AD UN OPERAIO RUMENO, 9 OPERAI OGGI 11 GIUGNO, MUOIONO NELLA NORMALITA' DI UNA GIORNATA DI LAVORO IN ITALIA.
MUOIONO IN SPREZZO A QUALSIASI SICUREZZA, ALTRO CHE PIANGERE I MORTI, LA LORO SICUREZZA E' SOLO SFRUTTAMENTO, MISERIA E MORTE PER GLI OPERAI. ORA DOPO IL SILENZIO TOMBALE DEGLI ULTIMI MESI SUI NOSTRI MORTI, FERITI E MUTILATI NELLE FABBRICHE E CANTIERI, CI INONDERANNO DI MILIONI DI PAROLE AD USO E CONSUMO DELLE LORO TV, RIDONDANTI E MESCHINI; PARLERANNO DI ERRORI UMANI, MANCANZA DI MASCHERINE, MALFUNZIONAMENTO DI VALVOLE, IMPERIZIA DEGLI OPERAI (CHI E' PRECARIO O STAGIONALE NON LI FA' I CORSI SULLA SICUREZZA ) NASCONDENDO I FATTI E IL FATTO PRINCIPALE; LAVORARE NEGLI IMPIANTI, NELLE FABBRICHE, NEI CANTIERI PER TANTISSIME ORE SETTIMANALI (PROPRIO IERI AL PARLAMENTO EUROPEO SI E' DATO LUCE VERDE ALLA POSSIBILITA' DI ARRIVARE BEN OLTRE LE 48 FINO A 65 ORE), ALL'INTENSITA' E CON LA FRENESIA SFRUTTANDO BASSI SALARI (I 1000 EURINI PER TUTTI) E CONTRATTI PRECARI DI TUTTI I TIPI (LA MEDIA NELLE AZIENDE MEDIO-GRANDI SI ATTESTA GIA' SU UN 20% DEL TOTALE DELLA FORZA-LAVORO) RICHIESTA DAI PADRONI NELLE AZIENDE, PRODUCE,E SOTTOLINEIAMO PRODUCE, ESATTAMENTE QUELLO CHE E' AVVENUTO OGGI 11 GIUGNO.
NON E' PIU' POSSIBILE LAVORARE A QUESTE CONDIZIONI E DAGLI OPERAI DEVE VENIRE UN FORTE SEGNALE CHE NON SIAMO PIU' DISPOSTI A FATICARE IN CONDIZIONI CAPESTRO.
UN SEGNALE VERSO TUTTI I PAROLAI CHE NON HANNO LA NOSTRA CONDIZIONE, L'ULTIMA PAROLA IN MATERIA DI SICUREZZA DEVE RITORNARE IN MANO AGLI OPERAI IN OGNI AZIENDA GRANDE O PICCOLA.
INOLTRE CI SI DEVE FERMARE QUANDO SUSSISTONO CONDIZIONI DI PERICOLO, I SINDACATI DI OGNI SIGLA IN OGNI ORDINE E GRADO CHE PERSISTONO A "MINIMIZZARE" I PERICOLI COI PADRONI SULLA NOSTRA PELLE VANNO PRESI A CALCI NEL CULO, SBATTUTI FUORI DAI POSTI DI LAVORO.
GLI OPERAI SI DEVONO ORGANIZZARE ANCHE NEL CAMPO DELLA POLITICA SENZA PIU' NESSUNA MEDIAZIONE DI "ELEMENTI ESTERNI" CHE SI DICHIARINO DESTRI O COMUNISTI C'IMPORTA POCO, BASTA ESPONENTI DI ALTRE CLASSI CHE "RAPPRESENTANO" GLI OPERAI, NEI SINDACATI E IN POLITICA. FALLITI , FALLIMENTO!!!LORO E LE LORO CHIACCHERE!!!, NOI CONTINUIAMO A MORIRE, LA NOSTRA CONDIZIONE PEGGIORA DI GIORNO IN GIORNO E NON VOGLIAMO PIU' ESSERE PRESI IN GIRO, IN BUONA O MALA FEDE.
IN POCHE PAROLE GLI OPERAI SI DEVONO ORGANIZZARE SU TUTTO IL DA' FARSI IN FORMA INDIPENDENTE, NON SARA' SEMPLICE PERCHE' TUTTI REMANO A ZITTIRCI, LA NOSTRA CONDIZIONE E' UNA BOMBA AD OROLOGERIA, E I BORGHESI GRANDI E PICCOLI NELLE AZIENDE LO SANNO.
DALLE GRANDI AZIENDE ALLE MEDIE E ALLE PICCOLE SI DEVE RITESSERE QUELLA RETE DI SOSTEGNO, DI INFORMAZIONE, DI LOTTA CHE SOLO GLI OPERAI ORGANIZZATI POSSONO SOSTENERE PRATICAMENTE E TEORICAMENTE.
QUESTA E' L'UNICA STRADA PER FARLA FINITA COL PROFITTO DEI PADRONI, COL LORO SISTEMA CHE PRODUCE MORTE PER NOI, MISERIA A VITA, UN ENORME SCHIAVITU' SOCIALE, POLITICA, MATERIALE.

OPERAI CONTRO SEZ. MODENA 11 GIUGNO 2008

mercoledì 11 giugno 2008

Il nuovo che avanza...



(ANSA) - WASHINGTON, 4 GIU - George W. Bush si e' congratulato con il senatore Barack Obama per avere conquistato la candidatura democratica alla Casa Bianca. 'Il presidente sa, per esperienza personale, quanto sia faticoso il processo di nomina presidenziale', ha detto la portavoce della Casa Bianca Dana Perino, salutando la 'storica impresa' di Obama. Bush non ha pero' telefonato direttamente ad Obama. Per il segretario di stato Rice, la vittoria di Obama e' uno 'sviluppo straordinario' nella storia degli Usa.

CONTRO L'IRAN - Con la nomination democratica in tasca, [Obama, ndr] ha annunciato che da presidente si impegnerà a «eliminare» la «minaccia» che il programma nucleare iraniano rappresenta per Israele e il Medio Oriente. «Non scenderò mai a compromessi quando si tratta della sicurezza del popolo israeliano», ha aggiunto raccogliendo un lungo applauso. Obama ha affermato che «farà tutto il possibile», ripetendo per tre volte la parola "tutto", per evitare che l'Iran possa entrare in possesso di un ordigno nucleare. «Non esiste più grande minaccia dell'Iran per Israele e per la pace e la stabilità nella regione», ha detto Obama. «Il pericolo posto dall'Iran è così serio e reale che il mio obiettivo sarà eliminare questa minaccia» ha aggiunto il senatore afro-americano. «Lascerò sempre - ha aggiunto Obama - la minaccia di un'azione militare sul tavolo per difendere la nostra sicurezza e quella del nostro alleato israeliano».

Da Martin Luther King a Barack Obama: mala tempora currunt...

Romanzo criminale



In occasione della sua visita a Roma, vi segnaliamo una breve biografia criminale di George W. Bush e della sua famiglia che potete trovare qui:

http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?t=49073

Pearls Before Swine


Tom Rapp oggi fa l'avvocato in uno degli studi più agguerriti di cause per i diritti civili, ma prima di mollare tutto per prendersi una laurea in legge aveva creato questa creatura esoterica che rispondeva al nome di Pearls Before Swine, dai dischi e dalle copertine affascinanti (i primi due riportavano, nell'ordine, un dettaglio da il Giardino delle Delizie di Bosch e da il Trionfo della morte di Bruegel). La sua voce ha una caratteristica saliente nella "s" sibilante, e la musica è una sorta d'acid-folk visionario ed anti-militarista.

Alla domanda su quale sia la lezione degli anni Sessanta lui oggi risponde così:

«L'amore è una cosa vera. La giustizia è una cosa vera. L'onestà è possibile e necessaria. I governi non hanno morale - devi prenderli a scarpate nel culo perché facciano le cose giuste. Non tutto è in vendita. Si può sperare anche senza dirsi bugie. E non comprare mai droga da uno sbirro».

Dal secondo disco Balaklava (1968):

Translucent Carriages

martedì 10 giugno 2008

Comus - The prisioner


Da First Utterance, one-shot datato 1971 dei Comus, meteore del folk apocalittico, adorati - e omaggiati con la cover di "Diana" - da David Tibet dei Current 93:

The prisioner

The Sound - Winning

Il suono fatale.

Joy Division - New Dawn Fades

Immensi

Sbattezziamoci insieme


Sbattezziamoci insieme: appuntamento per il 25 ottobre
Uno sbattezzo di massa, dalle Alpi alla Sicilia, per far sentire forte la voce dei cittadini italiani esasperati dal peso dato alle parole della Chiesa cattolica da politici e mezzi di informazione. Sarà questo il senso della giornata dello sbattezzo, indetta dall’Uaar per il 25 ottobre 2008, quando i nuovi sbattezzandi consegneranno, nello stesso momento in tutta Italia, le richieste di cancellazione degli effetti civili del battesimo e faranno togliere il proprio nominativo dai registri parrocchiali. La Uaar invita sin da subito i cittadini che stanno pensando allo sbattezzo ad aspettare pazientemente qualche mese e a unirsi agli altri nella giornata del 25 ottobre.
La data del 25 ottobre 2008 è una data simbolica per gli atei italiani: cinquanta anni prima, infatti, la Corte d’appello di Firenze assolse il vescovo di Prato Pietro Fiordelli dall’accusa di diffamazione, per aver definito pubblicamente i coniugi Bellandi, rei di essersi sposati con rito civile, dei “concubini”. La sentenza spiegava che i Bellandi erano battezzati e dunque sottomessi al loro pastore. In seguito alla vicenda giudiziaria, i coniugi Bellandi si trovarono isolati dalla comunità e la loro attività commerciale andò a rotoli.
La Uaar ricorda che in questi anni migliaia di persone si sono già sbattezzate, in silenzio, semplicemente inviando una raccomandata e una fotocopia del documento di identità al parroco della parrocchia che li ha battezzati da piccoli. Chi non lo ha ancora fatto ed è interessato allo sbattezzo di massa, può contattare il circolo Uaar della propria provincia.


Comunicato stampa UAAR


domenica 8 giugno 2008

L'uomo è formato dalle circostanze


"Se l'uomo è formato dalle circostanze, bisogna formare le circostanze umanamente"

(karl marx)

Orgoglio e libertà




«Carfagna nuda sui calendari e noi spogliati dei diritti». Roma è stata invasa. E "testardamente" per tornare a chiedere «parità, dignità e laicità». A giungere ieri come promesso sin nel cuore della capitale, e in modo inaspettato, sono state quasi cinquecentomila persone (10-20mila per la questura ma è ininfluente). Come previsto un corteo festoso, gioioso, pacifico, tollerante e soprattutto esplosivo. Si balla house, pop, i carri dei centri sociali lanciano anche assoli blues, rock, bande musicali itineranti improvvisano musiche gitane e si sente persino la marcia nuziale. «Siamo in cinquecentomila» urlerà infine Rossana Praitano dal palco di piazza Navona, una piazza in verità troppo piccola per contenere un fiume di gente che si riserva in strada, invade piazza Campo de' Fiori e le vie adiacenti inseguendo le note di musica tecno electro house hip hop.

Leggi tutto l'articolo su: http://www.liberazione.it/

sabato 7 giugno 2008

Erinnerung


Una giornata fredda e piovosa quel 9 aprile del 1994. Un lungo viaggio in treno per raggiungere Ferrara dove, in un piccolo teatro del centro della cittadina emiliana, si sarebbe tenuto il concerto di uno sconosciuto gruppo tedesco, gli Endraum. Un duo (Hovi e Roman) autore, fino a quel momento, di alcuni demotapes che avevano suscitato grandi aspettative tra i dark di mezza Europa. Quella sera gli Endraum avrebbero presentato il loro primo lavoro ufficiale, quel Zeitenlicht che ancora oggi rimane un capolavoro ineguagliato, sint(h)etico ed immenso.
Non è facile comunicare le emozioni provate in occasione di quel concerto. Non è facile e l’inesorabile trascorrere degli anni renderebbe questo esercizio persino doloroso. Ma questo è il potere della musica, quello di lasciarti sensazioni che puoi ritrovare intatte anche a distanza di tempo.
Pochi ebbero la fortuna di vedere gli Endraum sul palco del piccolo teatro emiliano. Pochi, ma fortunati: quella sera, per citare un autore caro al compagno Beggar, la dolcezza e la generosità di Hovi e Roman furono capaci, in quei brevi momenti, di sconfiggere la volgare ingordigia dei nostri giorni.



giovedì 5 giugno 2008

Preghiera per Cernobyl



23:10 CRONACHE Nell'impianto di Krsko, a 130 km da Trieste, perdita di liquido dal sistema di raffreddamento. Lubiana: «Nessuna fuga radioattiva nell'ambiente, il reattore è stato spento». L'Ue lancia l'allarme e precisa: «Non ci sono rischi»

Per non dimenticare:

Si vedano a questo proposito i due racconti, posti all'inizio e alla fine del libro con l'identico titolo "Una voce solitaria", due storie femminili di intensità quasi insostenibile; e questa piccola chiusa, con le parole di una contadina tornata a vivere senza autorizzazione in quella sua casa contaminata che è per lei l'unico mondo possibile: "Tu, Svetocka, non prendere nota di quello che ti racconto, e non comunicarlo alla gente. Sono cose che è impossibile comunicare. Io te le racconto soltanto perché io e te si possa piangere un poco insieme. E perché, andando via, tu ti volti a guardare la mia casetta non una volta, ma due…".

Preghiera per Cerbobyl

Svetlana

martedì 3 giugno 2008

La Nuova Classe Politica Italiana


"Non vogliamo razze straniere, oggi chiedo un salto di qualità: avere come amico dell’uomo i cani e le razze che avevano i nostri progenitori. Vogliamo quegli amici dell’uomo che accompagnavano i nostri agricoltori e rispettavano l’economia floreale"

Giancarlo Gentilini, Vicesindaco di Treviso (Lega Nord)

L'elogio della sosta


A volte l’amicizia è strana: evidenzia percorsi da intraprendere e pensieri da sviluppare. Spesso offre chiavi di lettura di libri che ti appresti a leggere. E così è stato anche in questi ultimi giorni, almeno per me.

Mi ero addentrato da poco nell’intimità dei pensieri di Bianciardi, inchiostrati da par suo tra le pagine de Il lavoro culturale, e mi sono imbattuto in un racconto adolescenziale del proprio paese d’origine. La solita contrapposizione tra le visioni emancipate dei pochi giovani “bruciati”, e quelle dei medievalisti eruditi o dei benpensanti. La solita, sì, quella generazionale, ma non solo. Infatti da una parte ci sono quei giovani visti, appunto, come generazione bruciata: decisi a rompere con le tradizioni ed a rifare tutto daccapo. Ma dall’altra ci sono sempre gli stessi giovani che si contrappongono ai benpensanti anche attraverso la condanna di ogni abuso che colpisca la libertà individuale, quella di migrazione, di affollamento, di promiscuità, di novità. E questo anche attraverso la conservazione (parrà un controsenso, ma non è) di una propria identità paesana fatta di tradizioni, cultura ed urbanistica: la nostra città era bella così e la dovevano lasciar stare, e vivere, e crescere con il suo carattere genuino, una città di sterrati, di spazi aperti, al vento e ai forestieri, come Kansas City.

Da un lato c’è la città nuova, la periferia in espansione, e dall’altro i vecchi percorsi, i vecchi luoghi d’aggregazione, i belvedere, e tutto quello che via via viene risucchiato dal nuovo, o, peggio, cade nell’oblìo, anche attraverso una scarsa attenzione nei confronti della tradizione.

Ci si chiedeva, una sera, dove fosse possibile fermarsi a leggere un giornale fresco d’acquisto se non lungo il solito ed unico marciapiede della Strada Nuova, che puntualmente si lascia vincere dai posteggi, dove ci si potesse aggregare per discutere di politica o di fatti del giorno, dove ci si potesse soffermare per interagire con i paesani ed i forestieri, quale percorso sia ancora oggi possibile, e se ve ne fossero di antichi e non più vissuti né valorizzati.

Ecco: l’idea, la proposta era di istituire un gruppo di ricerca per riscoprire vecchi percorsi ed abitudini dei nostri avi. Un manipolo di persone volenterose e competenti che riscoprano e ripropongano le nostre tradizioni, anche attraverso interviste orali, e vi aggiungano altresì nuove idee conformi allo spirito del luogo.

Insomma, lasciamo da parte i cambiamenti mirabolanti, che sono solo costi aggiuntivi, o gli scempi obbrobriosi per partecipare alle speculazioni, che portano all’annullamento sentimentale, e facciamo crescere il carattere genuino di Fermo, che torni così ad essere una grande opera di consultazione, una specie di enciclopedia, una memoria collettiva, il tutto attraverso il proprio linguaggio, riscoprendone l’essenza e quella misteriosità, che è necessaria perché un luogo trattenga a sé (Pasolini docet).

A volte basta veramente poco per migliorare il posto dove si vive, e spesso basta guardarsi dentro e riscoprirsi, o forse semplicemente conoscersi.

No, non c’è altra possibilità: bisogna lavorare da noi, in provincia, nella nostra città. (Luciano Bianciardi)

Sicurezza: dati e percezione...


SICUREZZA: ISTAT, DIMINUISCONO OMICIDI MA ITALIANI HANNO PIU' PAURA


Roma, 7 mag. (Adnkronos)- Diminuiscono gli omicidi in Italia, ma gli italiani hanno più paura. E' quanto rivela l'Istat nel volume ''100 statistiche per il Paese, indicatori per conoscere e valutare'', presentato oggi a Roma dal presidente dell'Istituto di statistica, Luigi Biggeri alla presenza del presidente del Cnel, Antonio Marzano e del ministro per l'attuazione del programma di Governo, Giulio Santagata. Gli omicidi nel nostro paese sono passati dai 13 per milione di abitanti del 2000 ai 10,3, sempre per milione di abitanti del 2005, un valore sensibilmente inferiore della media europea, pari a 14 omicidi per milione di abitanti.

Da questo sito si possono scaricare le 100 statistiche Istat:

qui