domenica 30 novembre 2008

Memorie di un rivoluzionario



"Sin dall'infanzia, mi sembra d'aver sempre avuto, molto netto, il doppio sentimento che doveva dominarmi durante tutta la prima parte della mia vita: quello cioè di vivere in un mondo senza evasione possibile dove non restava che battersi per una evasione impossibile"


L'incipit di Memorie di un rivoluzionario di Victor Serge, uno dei capolavori della memorialistica politica di questo secolo. Ristampato dalle Edizioni e/o.


Mi sembra che se, a dodici anni, mi avessero domandato: cos’è la vita? (e me lo chiedevo spesso), avrei risposto: non lo so, ma vedo che vuol dire: penserai, lotterai, avrai fame.

"Il concetto di lotta di classe spiega la storia degli ultimi vent'anni con un'esattezza illuminante; ciò significa che essa è intellegibile solo alla luce del marxismo. Soltanto il marxismo ci permette di capire la sconfitta del socialismo in Europa [...]. Le sconfitte del movimento socialista non sono necessariamente sconfitte per il marxismo [...]. Il fatto indiscutibile che siamo sconfitti non deve scoraggiarci troppo se riusciamo a comprendere perché e come siamo stati sconfitti"


"Serge -commenta il suo maggiore studioso italiano- conosce troppo bene, per averla vissuta dall'interno, la parabola della rivoluzione per ignorare che la degenerazione burocratico-totalitaria non è il prodotto fatale di un'ideologia, bensì il risultato del progressivo isolamento della rivoluzione nei confini di un paese arretrato, e per dimenticare che l'amalgama tra la Russia di Lenin e quella di Stalin è priva di qualsiasi fondamento, giacché lo stalinismo ha potuto affermarsi sul terreno della rivoluzione solo soffocando la rivoluzione stessa, negandone i presupposti, vanificandone i fini e massacrando un'intera generazione di rivoluzionari. In definitiva, si può affermare che tutta l'opera di Serge, proprio quando più aspra e serrata si fa la critica degli orrori dello stalinismo, testimonia a favore della rivoluzione e non contro di essa"


Approfondimento


La sua vita e le sue opere verranno raccontate in un prossimo Adrenocromo...

sabato 29 novembre 2008

Come fu inventato il popolo ebraico


Come fu inventato il popolo ebraico
di Shlomo Sand *

qui e qui

* Storico, docente all'università di Tel Aviv, autore di Comment le peuple juif fut inventé, prossima pubblicazione, settembre 2008, Fayard ed.

venerdì 28 novembre 2008

Lungimiranza



Claudio Fava : «Sì a un coordinamento a sinistra, ma aperto al Pd, Idv e Ps».

Io aggiungo: perchè, vista la concezione ampia che Fava ha dell'idea di "sinistra", non allargare questo coordinamento anche a UdC, Forza Italia, AN, La Destra, La Fiamma Tricolore, Forza Nuova, Azione Sociale, Fronte Sociale Nazionale, naziskin, i fascisti di Casa Pound ....

mercoledì 26 novembre 2008

Arruolato!


«La sai l'ultima? Gramsci si è convertito in punto di morte!» Sì, è proprio l'ultima! L'ultima barzelletta, in ordine di tempo. Perché quasi ogni giorno ce n'è una, di barzelletta sul comunista sardo. Tramontate le barzellette su Totti, le barzellette su Gramsci continuano a essere una moda nazionale. Non si tratta qui di riscrivere la storia, ma semplicemente di fregarsene, della storia. Di farne carne da porco. Basta spararne una "carina", che ovviamente abbia una qualche valenza anticomunista, e subito il "Corrierone" la rilancia sul suo sito, i giornali di destra ci faranno pagine e pagine, e qualche craxiano di ferro (esistono ancora) presto ci scriverà addirittura un libro («il libro delle barzellette su Gramsci»). Così, dopo Gramsci che organizzava orge nel sanatorio russo in cui era ricoverato, dopo Gramsci che in carcere si iscrisse al Psi, dopo Gramsci che in realtà era liberale, dopo Gramsci che si è suicidato buttandosi dalla finestra della clinica Quisisana, dopo Gramsci che è stato ucciso da Togliatti e da Stalin mascherati da Diabolik nella stessa clinica (tutto questo - si badi bene - è veramente già stato detto!), ecco ora Gramsci che si è convertito alla religione cattolica nei giorni precedenti alla morte, avvenuta il 27 aprile 1937. Sempre alla Quisisana di Roma, ovviamente, un posto che avrebbe potuto ispirare Le Carrè o Agata Christie.



Guido Liguori su Liberazione del 26.11.2008:

http://www.liberazione.it/giornale_jpg.php?id_pagina=59258&pagina=1&versione=sfogliabile&zoom=no

Baader Meinhof


La Germania chiude o forse, sarebbe meglio dire, schiude i suoi anni di piombo. Il via libera alla scarcerazione di Christian Klar, concessa due giorni fa dalla corte di appello di Stoccarda, porta lo Stato federale tedesco verso il definitivo azzeramento degli strascichi penali ancora aperti della stagione della lotta armata. A differenza di quelle passate, queste ultime scarcerazioni riguardano i prigionieri che hanno rifiutato di pentirsi o dissociarsi.



Paolo Persichetti su Liberazione del 26.11.2008:

lunedì 24 novembre 2008

Il crack della finanza spiegato al popolo


La crisi economica vista da Valerio Evangelisti. Pungente, sagace e marxisticamente ortodosso.
Qui la prima parte:
e qui la seconda:

domenica 16 novembre 2008

Political science



Strategia Politica


Non piacciamo a nessuno - Non so perché
Forse non siamo perfetti, ma il cielo sa che ci proviamo
Ma dovunque, anche i nostri vecchi amici ci buttano giù
Lasciamo cadere quella grande e guardiamo che succede

Diamo loro soldi - ma ci sono grati?
No, sono malevoli e pieni d'odio
Non ci rispettano - allora sorprendiamoli
Faremo cadere quella grande e li polverizzeremo

L'Asia è sovrappopolata e l'Europa è troppo vecchia
L'Africa è troppo calda
E il Canada è troppo freddo
E il Sud America ci ha rubato il nome
Lasciamo cadere quella grande
Non rimarrà nessuno ad accusarci

Salveremo l'Australia
Non vogliamo canguri feriti
Costruiremo un parco di divertimenti per tutti gli Americani, lì
Faranno pure surf

Boom su Londra e boom su Parigi
Più stanze per me e più stanze per te
E ogni città in tutto il mondo
Sarà un'altra città americana
Oh, che pace sarà
Lasceremo tutti liberi
Indosserai un kimono giapponese
E avrò scarpe italiane per me

Tutti quanti ci odiano, ad ogni modo
Allora lasciamo cadere quella grande adesso
Lasciamo cadere quella grande adesso


Randy Newman, dall'album Sail away (1972)

giovedì 13 novembre 2008

Zompa!



Marcorè imita un Capezzone famoso "zompatore", impagabile!

mercoledì 12 novembre 2008

Il sangue degli innocenti


Diaz, l´ultima immagine dello scandalo
ecco l´uomo che porta le molotov

In una ricostruzione della Bbc si vede un uomo che introduce nella scuola le bottiglie incendiarie
di Massimo Calandri

Qui

martedì 4 novembre 2008

P2 e fascismo



Il Venerabile della P2, Licio Gelli, che torna in Tv così. Un fascista fiero di esserlo, e Berlusconi ha la tessera della P2.

sabato 1 novembre 2008

A titolo personale


Binetti: “Esclusione gay dal sacerdozio per combattere pedofilia”, è polemica

La senatrice Paola Binetti, intervistata dal “Corriere” sulla presa di posizione vaticana tesa ad escludere gli omosessuali dal sacerdozio, plaude e afferma: “Le tendenze omosessuali fortemente radicate presuppongono la presenza di un istinto che può risultare incontrollabile. Ecco: da qui scaturisce il rischio di pedofilia”.
Il movimento gay reagisce indignato. Franco Grillini risponde con una lettera a Veltroni, in cui scrive: “con le dichiarazioni di oggi della signora Paola Binetti, deputata Pd, si va decisamente al di là della pur aspra polemica tra cattolici e laici, e si entra, viceversa nel terreno dell’intollerabile insulto razzista verso le persone omosessuali. Qui, caro Walter, siamo di fronte ad una gravissima sovrapposizione tra omosessualità e pedofilia, tanto falsa quanto delittuosa”. Il presidente di Arcigay Aurelio Mancuso chiede “all’Ordine nazionale dei Medici di pronunciarsi in modo chiaro e definitivo e di prendere le distanze da queste aberranti affermazioni” e rincara: “C’è da chiedersi infine come la Binetti possa militare in un partito il cui leader, Walter Veltroni, solo una settimana fa, ha denunciato l’omofobia dilagante in Italia”. Il Circolo di cultura omosessuale Mario Mieli critica le “parole gravissime che, se forse rivelano i retropensieri delle gerarchie cattoliche” che però “non trovano nessun riscontro nella realtà e nella letteratura scientifica, ma sono anzi atte a ingenerare allarme e fomentare odio e discriminazione nei confronti delle persone omosessuali, la cui vita affettiva e sessuale non si esercita certo in istinti brutali e incontrollabili verso nessuno, tanto meno i bambini”.
Anche nel Pd emergono comunque decise prese di distanza rispetto alle parole della Binetti: Barbara Pollastrini, dicendosi “turbata”, spiega che “c’è una soglia oltre la quale diventa impossibile capirsi”, specie “in un partito che ha una sua cultura e valori che parlano chiaro a proposito del rispetto delle persone e della lettura della società”. Giorgio Tonini, senatore Pd e membro del coordinamento di partito, afferma: “è omofobia anche confondere l’orientamento omosessuale con la pedofilia: una mostruosità questa che, come è noto, può essere anche eterosessuale”. Assicura che il Pd “come tale” non può “esprimersi su una questione interna alla Chiesa come quella dell’ammissione degli omosessuale al sacerdozio”, spiegando però che “la distinzione tra peccato e reato è uno dei fondamenti della laicità”, che vale “in entrambe le direzioni”: “Non spetta alle confessioni religiose stabilire cosa è reato. Allo stesso modo non spetta alla politica decidere cosa è peccato. Naturalmente, in una società aperta, tutti possono esprimersi su tutto. Gli esponenti del Pd che hanno ritenuto di esprimere la loro opinione in materia lo hanno dunque fatto, come è ovvio, a titolo personale”.

Anche questo è il Pd. E non partecipano neanche alla raccolta firme per il referendum sul Lodo Alfano.

Boicottiamo il 4 novembre


Ripiegati su sé stessi, come vecchi mendicanti sotto i sacchi,
con le ginocchia ricurve, tossendo come streghe, imprecavamo fra la melma,
finché voltammo le spalle al bagliore dei proiettili traccianti,
e verso le nostre lontane retroviecominciammo a camminare faticosamente.
Gli uomini marciavano sonnambuli. Molti avevano perso gli scarponi,
e marciavano claudicanti, calzati di sangue. Finirono tutti zoppi; tutti ciechi;
ubriachi di fatica, sordi persino al sibilo
di stanche granate che indietro cadevano lontane.
Il gas, il gas! Svelti ragazzi! – Come in estasi annasparono,
appena in tempo infilandosi i goffi elmetti;
ma qualcuno continuava a gridare e a inciampare
e dimenarsi come un uomo in mezzo al fuoco o alla calce…
Confuso, attraverso le annebbiate lastre di vetro e la densa luce, verde
come sotto un mare, verde, lo vidi annegare.
In tutti i miei sogni, davanti ai miei occhi inermi,
si tuffa verso me, colando giù, soffocando, annegando.
Se in qualche sogno soffocante potessi anche tu metterti al passo
dietro il vagone in cui noi lo gettammo,
e vedessi i bianchi occhi contorcersi nel suo viso,
il suo viso penzolante, come un demone sazio di peccati;
se tu potessi udire, ad ogni sobbalzo, il sangue
uscire gorgogliante dai polmoni guastati dalla bava,
osceni come il cancro, sgradevoli come il vomito
di vili, incurabili piaghe su innocenti lingue,
amico mio, tu non diresti mai più con tale entusiasmo
ai bambini ardenti per qualche disperata gloria,
la vecchia menzogna: Dulce et Decorum est
Pro patria mori.
Wilfred Edward Salter Owen (18 marzo 1893 – 4 novembre 1918)