venerdì 29 ottobre 2010

Ruby baby

Ecco cosa ne pensa di noi il resto del mondo, ecco perché Berlusconi è comunque un problema da affrontare con un reale antiberlusconismo, che lo dichiari anticostituzionale, che non lo consideri un interlocutore credibile. Ecco perché serve una reale sinistra comunista ed anticapitalista che combatta la società dei consumi e dello spettacolo:




-1) El Mundo
Un escándalo erótico-festivo vuelve a salpicar a Berlusconi

-2) El Pais
Una menor marroquí implica a Berlusconi en otro turbio episodio sexual

-3) El Pais
"Liberadla, es la sobrina de Mubarak"

-4) The Guardian
Silvio Berlusconi denounces furore over links with 17-year-old girl

-5) La Libre Belgique
Nouveau scandale sexuel autour de Berlusconi en Italie

-6) Les Echos
Berlusconi: la gauche veut des explications sur un scandale sexuel

-7) Liberation
Berlusconi et la petite voleuse

-8) La Nacion
Otro escándalo sexual salpica a Berlusconi

-9) The Washington Post
Berlusconi dismisses prostitute reports as 'trash'

-10) The Telegraph
Silvio Berlusconi gave me cash after we had sex, says teenager

mercoledì 20 ottobre 2010

Il Papa PDofilo

di Alessandra Daniele

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E' terminata l'estrazione dei minatori cileni (numero jolly 33) continua invece quella dei parenti di Sarah Scazzi che avrebbero partecipato al suo omicidio. Ogni giorno se ne aggiunge uno, e le analisi del movente si diversificano. La Padania ha titolato: ''Pugliese uccisa perché voleva vivere all'occidentale''. Entro la fine di questa settimana i Misseri assassini potrebbero essere abbastanza da formare un loro gruppo parlamentare, e Bonaiuti auspica che non facciano mancare l'appoggio al governo.
Intanto lo scenario politico è in fermento come una discarica satura. Mentre i polifascisti si scindono per moltiplicarsi, le Brigate Redshirt piddine continuano a fottersi con le loro mani, lo slogan ''Rimbocchiamoci le maniche'' è infatti un chiaro riferimento al fisting. Il PD è alla ricerca dell'ennesimo nuovo leader, il cosiddetto ''Papa Straniero''. S'è parlato prima di Lapo Elkann coi fratelli Harpo e Zeppo, poi di Montezemolo, Marchionne, Marcegaglia, Bernie Madoff. In realtà i nomi più quotati, pienamente in linea coi valori del PD, sono altri. Eccoli:

Erich Priebke
Parzialmente liberatosi dai suoi precedenti impegni, condivide col PD l'alto senso dello Stato, l'intransigenza legalitaria, e il rispetto per le Forze Armate. La sua esperienza e la sua competenza sarebbero preziose sia nella soluzione finale del problema immigrazione, che in tema di lotta al terrorismo, e riguardo all'invio di bombardieri in Afghanistan proposto dal governo, che Fassino ha approvato. Inoltre, la sua leadership potrebbe migliorare i rapporti col Vaticano, instaurando con Joseph Ratzinger un'intesa basata sulle comuni radici culturali.

Il virus Ebola
Da molti anni si prodiga efficacemente per contrastare la sovrappopolazione, e limitare l'immigrazione. Il valore umanitario del suo impegno in Africa è secondo solo a quello di Walter Veltroni. La straordinaria capacità di diffusione del suo influsso sarebbe preziosa nell'annunciata campagna porta a porta del PD. Il suo intervento ridurrebbe drasticamente il numero dei disoccupati in Italia, e successivamente anche in Europa.

L'asteroide Apophis
Benché in rotta verso la Terra, da molti è ritenuto destinato a rimanere solo una meteora passeggera nell'orizzonte politico italiano. In realtà, il suo impatto potrebbe rivelarsi enorme e decisivo, modificando drasticamente il panorama istituzionale. Inoltre, le ricadute della sua discesa in campo cambierebbero notevolmente il clima politico, portando all'estinzione di molte specie di problemi, e instaurando la tanto auspicata era delle Riforme.

El Chupacabra
Pare che non esista. Proprio come il PD.

A decidere il nuovo leader saranno come sempre le primarie, nelle quali uno di questi candidati esterni - o forse tutti e quattro - sfideranno l'attuale segretario in quella che sarà anche una gara di popolarità. Pierluigi Bersani parte nettamente sfavorito.

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lunedì 18 ottobre 2010

Redistribuzione

domenica 17 ottobre 2010

sabato 16 ottobre 2010

Le bestie dalla Serbia, falso evento


di Wu Ming 5

Il Demos non sa che farsene della democrazia. Questo mi viene in mente se ripenso alle scene televisive di Italia-Serbia. Non sono Valerio Marchi, e le mie analisi tendono al generale, sempre. Non sono così addentro al “fenomeno ultras” da potermi spacciare per esperto, ero solo uno che andava in curva negli anni ’80. E’ proprio in questi frangenti che la voce di Valerio manca. Non che ci sia silenzio attorno alla vicenda. Anzi, c’è il frastuono. I titoli dei giornali: “Vergogna”, “Ecco le Bestie”. Le Bestie. Cioè quelli che portano fino in fondo il discorso imperante nel campo simbolico: identità, radici, essere-qualcuno, amico-nemico. Il medesimo discorso di molti partiti al governo in Europa. Mi viene in mente che parecchi dei nazionalisti serbi in azione a Genova devono essersi trovati, da bambini, sotto i bombardamenti democratici dell’occidente, cioè del Mondo. Non è un discorso giustificazionista: chi non comprende il nemico è destinato a soccombere. Vedete bene che qui, sì, il calcio davvero non c’entra. E neanche gli ultras. E’ utile quindi un sforzo di analisi, cercare il frattempo, riflettere, ragionare: tutte cose che non si possono fare sotto la spinta urgente della cronaca.
Nell’ansia di chiudere i conti con l’egualitarismo, l’ideologia-mondo ha esaltato il discorso della soggettività fino al parossismo. Non si tratta solo di identità etnico-religiose. Pensiamo al fiorire di identità sessuali, comportamentali, sottoculturali degli ultimi anni. Ogni discorso generale sull’uomo e sul suo ruolo nel mondo viene tacciato di Totalitarismo. Il Demos non sa che farsene della democrazia: la democrazia come confronto di opinioni pilotate interessa ormai solo chi pilota le opinioni e chi è incapace di pensiero critico. Chi crede che lo sfacelo ambientale, politico, sociale e morale che va sotto il nome di capitalismo sia “naturale”, e chi di questo sfacelo si nutre. Il populismo di destra, il riaffacciarsi paradossale della bestia proletaria sulla scena europea dà una risposta feticistica e brutale a questi problemi. E’ certamente falso evento, perché la sua rivolta, declinata dentro i parlamenti, nelle TV di regime o negli stadi non può toccare il reale. E’ pericoloso, proprio perché non è alternativo alla democrazia liberale. Ci convive, pronto a sussumerla e a perseguire gli stessi scopi: ognuno al suo fottuto posto. Quello che abbiamo visto in TV, l’ultrà serbo arrampicato sulle reti, dice, oggi più che mai: socialismo o barbarie.

venerdì 15 ottobre 2010

Quella guerra che dovremmo ripudiare


Afghanistan, ecco la verità
di Gianluca Di Feo e Stefania Maurizi

I civili uccisi. Le battaglie dei parà che La Russa non ha mai rivelato. I feriti italiani tenuti nascosti. E poi le stragi di talebani, le azioni coperte degli 007, i tradimenti e i doppi giochi. Ecco il vero volto della nostra 'missione di pace'. Nei file scoperti da Wikileaks e consegnati a L'espresso
(13 ottobre 2010)
«Molti leader talebani nel distretto di Farah vogliono organizzare attacchi contro gli italiani. Gli abitanti sono favorevoli alle truppe della Nato e sostengono gli italiani perché si stanno impegnando per rendere sicura la regione. I guerriglieri hanno paura dei "veicoli neri" della Folgore mentre non temono le jeep color sabbia degli americani e delle forze occidentali. Il capo dell'intelligence locale ritiene che questo terrore nasca dalle perdite che la Folgore ha inflitto ai miliziani nelle ultime operazioni». Eccoli i due volti della guerra in Afghanistan. Quello che ci viene raccontato da anni, con i nostri soldati che lavorano per aiutare la popolazione e proteggerla dagli estremisti islamici. E quello che è sempre stato nascosto, con i reparti italiani che combattono tutti i giorni e uccidono centinaia di guerriglieri. Una sterminata serie di scontri, con raid dal cielo e anche tra le case dei villaggi. Ma anche una missione che deve fare i conti con traditori e doppiogiochisti, con militari afghani addestrati dalla Nato che invece aiutano i talebani, con sospetti sul destino di centinaia di milioni di euro di aiuti pagati anche dall'Italia per la ricostruzione del Paese e scomparsi nei ministeri di Kabul. Una cronaca di reparti con la bandiera tricolore che sparano migliaia di proiettili in centinaia di battaglie, sfidando le trappole esplosive e le imboscate, convivendo con il terrore dei kamikaze che rende ogni auto una minaccia, mentre gli elicotteri Mangusta esplodono raffiche micidiali, incassando spesso i razzi dei talebani.

"L'espresso" è in grado per la prima volta di ricostruire la guerra segreta degli italiani grazie ai nuovi documenti concessi da Wikileaks: l'organizzazione creata da Julian Assange che raccoglie atti riservati e li diffonde sul Web. Si tratta di oltre 14 mila rapporti dell'intelligence americana non ancora noti che il nostro settimanale presenta in esclusiva mondiale e che integrano i files divulgati due mesi fa: dossier che mostrano anche la lotta senza quartiere tra spie con una serie di episodi misteriosi. Funzionari italiani che sparano contro uomini dei servizi afghani e vengono poi arrestati da questi ultimi, un presunto terrorista prigioniero degli americani che viene consegnato al nostro governo e trasferito a Roma. Sono tutti documenti ufficiali, raccolti dai comandi Usa, in cui i reparti italiani spesso compaiono con i loro nomi di battaglia, Lupi, Fenice, Vampiri, Cobra, Tigre, Lince, o con gli acronimi delle loro Task Force, Center, North, South, TF45: resoconti in codice che raccontano l'orrore di battaglie e spesso anche la correttezza degli uomini che rischiano la pelle per non coinvolgere civili negli scontri. Un diario impressionante in cui sono elencate diverse centinaia di combattimenti, con decine di italiani feriti in modo più o meno grave di cui non si è mai saputo nulla. Il database parte dal 2005 e arriva fino al 31 dicembre 2009: "L'espresso" si è concentrato sulle informazioni dello scorso anno, quando rinforzi e nuove regole d'ingaggio hanno provocato l'escalation delle operazioni sotto bandiera tricolore.

Battaglie taciute
Tra maggio e dicembre la Folgore ha cambiato il volto della presenza italiana in Afghanistan. I parà, sostenuti da elicotteri da combattimento Mangusta e dai blindati dei bersaglieri, sono andati alla caccia dei talebani per riprendere il controllo di territori sperduti. E, altra differenza, hanno cominciato ad operare fianco a fianco con gli americani, oltre che con le truppe afghane. I files segnalano oltre 200 scontri in cui sono stati coinvolti i nostri soldati, ma è una raccolta parziale che contiene solo le notizie trasmesse agli Usa.

Uno dei combattimenti più discussi avviene il 31 maggio 2009 intorno alla base Colombus. Siamo a Bala Murghab sulla frontiera occidentale, il settore strategico per esportare l'oppio che finanzia i talebani. Un confine invisibile: i files segnalano inseguimenti che proseguono nel territorio turkmeno. Poco prima del tramonto, sulle postazioni italiane e su quelle degli alleati afghani cominciano a piovere razzi. I parà rispondono anche con i mortai pesanti da 120 millimetri, quattro granate potenti come cannonate. Poi arriva una coppia di elicotteri Mangusta, che spara almeno un missile Tow «neutralizzando gli avversari». Il primo rapporto del comando italiano sostiene che siano stati uccisi 25 guerriglieri: 20 dai mortai e cinque dal missile.

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giovedì 14 ottobre 2010

mercoledì 13 ottobre 2010

Er compagno scompagno


Un Gatto, che faceva er socialista
solo a lo scopo d'arivà in un posto,
se stava lavoranno un pollo arosto
ne la cucina d'un capitalista.

Quanno da un finestrino su per aria
s'affacciò un antro Gatto: - Amico mio,
pensa - je disse - che ce so' pur'io
ch'appartengo a la classe proletaria!

Io che conosco bene l'idee tue
so' certo che quer pollo che te magni,
se vengo giù, sarà diviso in due:
mezzo a te, mezzo a me... Semo compagni!

No, no - rispose er Gatto senza core -
io nun divido gnente co' nessuno:
fo er socialista quanno sto a diggiuno,
ma quanno magno so' conservatore!

Trilussa

Dedicata ai finti compagni con l'unico scopo "d'arivà in un posto"...

sabato 9 ottobre 2010

venerdì 1 ottobre 2010

Iniziativa del 6 ottobre a Fermo


In vista della manifestazione nazionale indetta dalla FIOM-CGIL per il 16 ottobre, i partiti aderenti alla Federazione della Sinistra della provincia di Fermo (PRC e PdCI) organizzano un incontro con Laura Spezia, della Segreteria Nazionale FIOM-CGIL.
Lo scopo dell’iniziativa è far conoscere la situazione del lavoro in Italia, e in particolare nelle Marche, dopo i fatti di Pomigliano e il grave attacco ai diritti dei lavoratori portato avanti dal trio Marchionne - Berlusconi - Marcegaglia. Per noi comunisti infatti quanto accaduto a Pomigliano è un’anticipazione di quello che a breve accadrà con il progressivo smantellamento dei contratti nazionali di ogni categoria.
L’incontro si terrà presso la Sala Multimediale in via Mazzini (di fronte al Comune di Fermo), il giorno 6 ottobre dalle ore 21.00.
Sostenere la causa dei lavoratori metalmeccanici significa mettere un freno all’arroganza di chi, non solo nel centrodestra, mira alla precarizzazione generalizzata del lavoro e dei diritti.

Federazione della Sinistra
Partito dei Comunisti Italiani
Partito della Rifondazione Comunista
Federazioni provinciali di Fermo