lunedì 23 agosto 2010

L'opposizione che non si oppone



Ripartiamo da questa opposizione, i cittadini capiranno che è il caso di non votare.

Uno dei tanti motivi per correre da soli...

mercoledì 18 agosto 2010

Be kind


Essere gentili

ci viene sempre chiesto
di capire il punto di vista
delle altre persone
non importa quanto sia
obsoleto
assurdo o
sgradevole.

ci viene chiesto
di vedere
tutto il complesso dei loro errori
il loro spreco di vita
con
comprensione,
specialmente se hanno
una certa età.

ma gli anni sono la somma delle
nostre azioni.
quelli che sono invecchiati
male
è perché hanno
vissuto
fuori fuoco,
hanno rifiutato
di vedere.

non è colpa loro?

e allora di chi è?

mia?

mi viene chiesto di tenergli nascosto
il mio punto di vista,
per paura della loro
paura.

gli anni non sono un delitto

ma la vergogna
di aver scientemente
sprecato
la vita

in mezzo a così tante
vite
scientemente
sprecate

lo è.

Charles Bukowski

martedì 17 agosto 2010

Kossiga


Oggi è morto un uomo di merda, che porta con sé i segreti degli anni più brutti di questa giovane e mai sbocciata democrazia.


Legge Cossiga e altre nefandezze

venerdì 6 agosto 2010

Comunicato PRC Fermo


Appena finito di leggere, con disarmante disgusto, l’articolo fiume dedicato alle farneticazioni del sempre più sindacabile - e poco giudizioso - sindaco Di Ruscio, che ci illustra la sua ennesima trasformazione politica (della serie: l’importanza di una poltrona, e l’incapacità di svolgere un mestiere), noi del Partito della Rifondazione Comunista sentiamo l’obbligo, politico e morale, di garantire che nessun nostro iscritto si presterà a questi giochetti di bassa lega. E se anche qualcuno che è stato un tempo nostro tesserato dovesse prestarsvisi, questo ne denoterebbe la sua poca coerenza, ne definirebbe le sue scarse doti morali; insomma, ci troveremmo dinanzi al classico opportunista che infesta il nostro Paese, già abbondantemente infestato da gente di tale risma.

Giacomo Piergentili (Segretario della Federazione di Fermo)

Simone Tizi (Segretario del Circolo di Fermo)

Giorgio Benni (Capogruppo nel Consiglio Comunale di Fermo)

giovedì 5 agosto 2010

Nobel per la guerra


TEHERAN – Raggiunto al telefono da Radio Italia dell’IRIB, il direttore e fondatore di Emergency spiega il perché dell’odio degli americani nei confronti della sua organizzazione umanitaria, affiorato da documenti trapelati attraverso il dossier di Wikileaks. Di seguito la versione integrale dell’intervista.

Nel dossier pubblicato da Wikileaks sulla guerra in Afghanistan l’organizzazione non governativa Emergency è stata definita un’organizzazione “insopportabile “ agli Stati Uniti, perché ?

Bisognerebbe chiederlo a loro perché ritengono Emergency insopportabile, forse si capisce meglio se si vede quello che è emerso da documenti come Wikileaks soprattutto quali sono state le reazioni. Gli Stati Uniti non hanno certo negato quei documenti, erano documenti loro quindi non hanno negato la veridicità dei propri documenti; però ne sono indignati che è una cosa molto singolare; di fatto c’è chi va in giro ad ammazzare e si indigna che un’altro lo dica. In qualche modo Emergency sono anni che scrive e pubblica le storie dei feriti e i civili di guerra e sono anni che fa notare che in Afghanistan come in altri posti i civili sono il 90 o il 95% delle vittime e questo probabilmente è intollerabile per gli Stati Uniti che ci tengono invece a far passare l’idea che loro stanno combattendo il terrorismo e stanno conbattendo il grande mostro. Poi in realtà quando il terrorismo è un bambino di sei anni risulta difficile all’opinione pubblica, se informata, pensare che quello sia un terribile talebano che stia minacciando la sicurezza del pianeta. Sembra che in questa vicenda dell’arresto dei tre operatori di Emergency e della chiusura dell’ospedale il comportamento o per meglio dire la reazione del governo italiano non sia stata un granché.

Vede coinvolta anche l’Italia in tutto questo?

Spero proprio che l’Italia non sia coinvolta. Certo che nella chiusura dell’ospedale, bisogna dire che l’ospedale è stato riaperto, ma in ogni caso quando il 10 aprile è successa questa cosa nell’ospedale di Emergency erano presenti i militari inglesi, e di solito tra alleati si comunica, insomma; ma siccome il nostro governo al livello internazionale è colto come il due di picche a briscola quando però la briscola è fiori perché se la briscola è picche anche il due può prendere. Quando la briscola invece è fiori il due di picche non prende mai per definizione quindi l’Italia è tenuta in nessuna considerazione e non hanno pensato neanche di informarli.

Tenendo conto del fatto che nei documenti riservati della difesa Usa pubblicati da Wikileaks si apprende che molti esplosivi sono ricavati da mine anticarro di produzione italiana e considerando il ferimento di militari italiani causato da queste mine si può dire che la guerra è come un boomerang?

Sì mi pare appropriato. La guerra per definizione è l’assenza di regole, si decide a un certo punto che si ammazza e quando si ammazza non si sta a guardare per il sottile modi e forme, non è un gioco di società; si fanno le cose più brutte, si usa qualsiasi mezzo, si usano armi anche illecite, posto che il concetto di armi lecite sia un concetto accettabile. Il modo di vedere le armi è il problema di questo pianeta però la guerra è proprio così e molto spesso la guerra è un boomerang. Basti pensare che la guerra in Afghanistan è cominciata nel 2001 per sconfiggere i talebani e adesso siamo nel 2010 e i talebani nonostante 200 mila uomini super equipaggiati e nonostante gli Stati Uniti abbiano speso nel solo mese di Febbraio di quest’anno 5.7 miliardi di dollari per la guerra in Afghanistan, nonostante tutto questo, tutti dicono che i talebani stiano vincendo, la coalizione stia perdendo e che i talebani di fatto stanno controllando 70 o 80% del territorio, piu boomerang di cosi?

INTERVISTA AUDIO

Articolo condiviso da:I Migliori Link di Ernesto Che Guevara

martedì 3 agosto 2010

Gaza: bambini che resistono


Credetemi, i bambini di Gaza sono mocciosi da record.
Sono sopravvissuti a Piombo Fuso e sopravvivono ogni giorno alla guerra in tempo di tregua.
Coperti di sangue hanno strisciato sotto le rovine di palazzi bombardati e si sono presi cura per giorni dei fratelli più piccoli, dei corpi agonizzanti dei genitori seppelliti sotto le macerie delle loro culle. Come eroi disneyani sono sgusciati fuori dal ventre della morte ancora inzaccherati dal liquido amniotico per scoprire il peso dell'ereditare la condizione di esule palestinese.
Più della metà della popolazione di questa misera Striscia di terra è composta da bambini, e sebbene nessuno di questi minori abbia mai votato per Hamas sono loro le vittime designate delle operazioni militari israeliane e più in generale dell'assedio imposto a Gaza.
Bambini che resistono. Contro le malattie: secondo un recente rapporto del Palestinian Medical Relief Society il 52 percento dei bambini di Gaza sono anemici, e soffrono di gravi carenze nutrizionali per la scarsità nella loro alimentazione di elementi quali il fosforo, il calcio e lo zinco. Anche il dato sulle malattie respiratorie è preoccupante.
Bimbi che resistono alle psicosi, a quelle lacerazioni della memoria che li riporta dinnanzi a corpi smembrati ed edifici in fiamme, a quei traumi indelebili che li rendono ansiosi e depressi, insonni e incontinenti.
Vivono in spazi sovraffollati privi di aree ricreative e hanno visto nelle strade dove giocano la carne ardere viva e decomporsi. Missili, devastazioni e morte sono evocati nei disegni quando si mette dinnanzi a loro un foglio bianco.
Se il diritto al gioco qui è un lusso, quello allo studio è prevenuto: Israele quest'anno oltre ai giocattoli ha impedito l'entrata all'interno della Striscia anche dei libri di testo per le scuole elementari.
A differenza dei loro coetanei israeliani che sono liberi di praticare sport all'aria aperta o di svagarsi con la playstation i bambini di Gaza sono resi schiavi di un padrone che si chiama fame, e li vedo ogni giorno spingere aratri nei campi, frugare nei cassonetti della monnezza in cerca di materiali di recupero. Nel caldo insopportabile di questa canicolare estate sono sopra carretti trainati da muli stracarichi di mattoni e pietre recuperati dagli edifici bombardati, o li trovi agli incroci delle strade a vendere cianfrusaglia con sguardi da vecchi stanchi di sognare verdi cortili, campi di calcio e gelati.
Non stanno giocando a nascondino quando spariscono sottoterra i nei tunnell di Rafah: col rischio di rimanere seppelliti vivi sono la manodopera economicamente e fisicamente più adatta per trafficare le merci che altrimenti non arriverebbero mai sugli scaffali dei negozi di Gaza.
Cosi qualche tempo fa si era espressa Jasmine Whitbread, Direttore Generale di Save the Children: "I bambini a Gaza hanno fame a causa dei notevoli impedimenti all'ingresso di cibo nell'area, e stanno morendo perché non possono lasciare Gaza per avere quelle cure mediche di cui hanno urgente bisogno. Centinaia di migliaia di bambini stanno crescendo senza avere un'istruzione decente perché gli edifici scolastici sono gravemente danneggiati e a causa delle restrizioni nel passaggio e rifornimento di materiali edili, non possono essere ristrutturati. Sono i bambini che stanno pagando il prezzo più caro dell'assedio".
Oltre a questi record non ricordarti, i bambini della Striscia di Gaza in sette giorni hanno infranto due primati celebrati nel Guinness.
Giovedì 22 luglio nell'area dell'aeroporto fantasma di Rafah, distrutto dall'aeronautica militare israeliana nel 2001, nell'ambito della fine dei campi estivi organizzati dall'Unrwa (agenzia Onu per i profughi palestinesi) più di 7.200 bambini hanno fatto rimbalzare simultaneamente per 5 minuti altrettanti palloni da basket mentre ieri è stato stabilito il record di quanti più aquiloni svolazzanti nello stesso istante.
Sulla spiaggia di Beit Laya, dinnanzi al confine nord con Israele, il cielo si è tappezzato di migliaia di esagoni colorati, in una sorta di celebrazione animata di quella libertà agognata anche dai più piccoli. Oltre 7mila bambini hanno fatto volare i loro aquiloni, raddoppiando il record che era stato registrato sempre a Gaza lo scorso anno.
Così si è espresso al termine dell'evento John Ging, a capo della Unrwa: "E' un successo incredibile riuscire a infrangere due record mondiali in una sola settima. Una dimostrazione di cosa possono fare i bambini di Gaza se gli è data loro una opportunità. I bambini della Striscia sono come tutti gli altri bambini del mondo, desiderano vivere una vita normale lontano dalle avversità che sono costretti ad affrontare giorno dopo giorno", ha concluso Ging, "Questa giornata di festa è l'espressione della richiesta di libertà per questi bambini."
A differenza dei palloni da basket utilizzati a Rafah, gli aquiloni che hanno sventolato ieri sopra Beit Laya non sono di produzione industriale ma confezionati dalle stesse mani di quei bambini che li hanno issati al cielo.
Alcuni presentavano fantasie sgargianti, numerosi orgogliosamente i colori della bandiera palestinese.
Un urlo visibile di resistenza dinnanzi alla torrette di sorveglianza israeliane distanti a poche centinaia di metri.

Poco dopo la registrazione del nuovo Guinness dei Primati, una nave da guerra di Tsahal (l'esercito israeliano) è apparsa all'orizzonte e si avvicinata alla costa di Beit Laya, come a ricordare che l'ora di ricreazione era finita.

Restiamo Umani
Vittorio Arrigoni da Gaza city.

lunedì 2 agosto 2010

L'assenza del governo, per la prima volta in trent'anni



"Io mi scuso per il vento che ha turbato questa dizione, questo canto, e sebbene ringrazi gli astanti ricordo un po' a tutti che ho dedicato questa mia serata, da ferito a morte, non ai morti, ma ai feriti dell'orrenda strage."

31 luglio del 1981, circa un anno dopo...