giovedì 25 marzo 2010

Preghiera per il fermano


Per non cadere nella trappola di chi oggi ci racconta di essere sempre stato dalla parte dei Comitati servono e parlano solo i fatti. Il titolo ad effetto non è religioso, è una raccomandazione ripresa da un libro di racconti su Cernobyl dopo la crisi nucleare, un libro che testimonia che la morte sopraggiunge anche lenta, nella sofferenza della malattia provocata dall’inquinamento, lo stesso che si vorrebbe riservare ai fermani, in particolare agli abitanti della zona interessata.

Solo Massimo Rossi ha firmato, solo lui tra i candidati alla presidenza della Regione Marche. Solo Massimo Rossi è anche contro il nucleare. Solo Massimo Rossi è a favore della cittadinanza.

Solo i fatti contano, e solo Massimo Rossi - l’unico candidato Presidente presente - ha sottoscritto il patto con il Comitato Girola.

Per il bene dei nostri concittadini, per il bene dei nostri cari, per il bene di noi stessi dobbiamo scegliere solo i fatti, non le parole, non le strumentali vicinanze dei soliti partiti che non si fanno opposizione, troppo spesso sulle stesse posizioni, diversi solo per una consonate (PDL, PD).

Per tutti questi motivi votate Stefano Faggio, votate chi sostiene la candidatura di Massimo Rossi e vive nella zona interessata, a contatto con la realtà, soffrendo in prima persona.

lunedì 22 marzo 2010

mercoledì 17 marzo 2010

Le scelte marchigiane: Borsellino scarica Pd e Idv


Borsellino: “Ingannato da Di Pietro. Mai più Agende Rosse con l’Idv”

di Salvatore Borsellino, da 19luglio1992.org

Sono profondamente deluso dalla scelta di Antonio Di Pietro di appoggiare De Luca in Campania allineandosi alle posizioni del PD e della scelta effettuata nelle Marche di aderire ad una coalizione con l'UDC, con un partito cioè che è presente in parlamento solo per i voti assicurati da Cuffaro, condannato già in secondo grado per i suoi rapporti con la mafia.
Avevo creduto nelle assicurazioni che mi erano sta fatte a Vasto da Di Pietro di volere rinnovare e ripulire il suo partito per farlo diventare il partito della Società Civile, il partito dei giovani dagli ideali puri, il partito di chi ha come ideali la Verità e la Giustizia, il partito della gente onesta, un partito fatto solo di persone degne di sollevare in alto la nostra Agenda Rossa...

qui

Le prime conseguenze delle scelte scellerate del Pd e dell'Idv nelle Marche.

lunedì 15 marzo 2010

I preti e i mafiosi. Storia dei rapporti tra mafie e Chiesa cattolica


I preti e i mafiosi. Storia dei rapporti tra mafie e Chiesa cattolica un libro di Isaia Sales

Sono duecento anni che esistono le mafie in Italia. Se non sono state ancora sconfitte vuol dire che i motivi del loro "successo" non sono stati completamente individuati. Il libro affronta il tema delle responsabilità della Chiesa cattolica e dei suoi esponenti nell'affermazione delle organizzazioni mafiose, esaminando l'apporto culturale che direttamente o indirettamente la dottrina della Chiesa ha fornito al loro apparato ideologico. Come spiegare il fatto che in quattro "cattolicissime" regioni meridionali si siano sviluppate alcune delle organizzazioni criminali più spietate e potenti al mondo? Come spiegare che la maggioranza degli affiliati a queste bande di assassini si dichiarino cattolici osservanti? Che rapporto c'è tra cultura mafiosa e cultura cattolica? E perché questo rapporto non è stato mai indagato in sede storica e, invece, è sempre smentito o sottovalutato? Il libro parla di tutto questo, senza intenti scandalistici. La convinzione dell'autore è che senza il sostegno culturale della Chiesa le mafie non si sarebbero potute radicare così profondamente nel Sud del nostro Paese. Il successo di queste organizzazioni criminali rappresenta dunque un insuccesso della Chiesa cattolica ma, al tempo stesso, senza una Chiesa realmente e cristianamente antimafiosa la lotta per la sconfitta definitiva delle mafie sarà ancora lunga.

Editore & Imprint: Baldini Castoldi Dalai

martedì 9 marzo 2010

Napolitano garante di Berlusconi


E’ un’altra legge vergogna, un’altra delle leggi obbrobriose che Berlusconi si è fatto fare da quando col becco strappa pezzi di carne, ha il corpo martoriato ormai della Costituzione italiana e Napolitano la firma, questa volta notte tempo, osservo, mi viene in mente la ronda di notte, sembra una catena di montaggio, o meglio di smontaggio della costituzione.

Berlusconi ha i suoi azzeccagarbugli che fa diventare onorevoli, quelli poi gli fanno le leggi, li piazzano sul tavolo del Presidente, all’occorrenza gli bussano all’uscio di casa e lo fanno alzare dal letto e lo fanno firmare senza neanche accendere i lampadari, con la torcia elettrica, io devo dire che in questo momento storico che l’Italia sta vivendo, per me Napolitano non è garante della mia Costituzione, mi pare che si sia fatto garante di Berlusconi o degli interessi di un partito politico italiano.

Dunque siccome il referente principale riposa in Tunisia dove è deceduto fuggiasco dalle leggi italiane e Berlusconi ha una grande nostalgia di Craxi, vedrei molto bene Berlusconi in Tunisia, ma se Napolitano non capisce che deve prima di tutto difendere la Costituzione con le sue forme e le sue costanze, allora nessuno lo obbliga a stare al Quirinale, non è un obbligo, è un dovere e questo dovere richiede molta attenzione, perché ormai in Italia la Costituzione è stata praticamente divorata, dopo di questo cosa ci sarà? Cosa lasciano Napolitano, Berlusconi, gli ultimi governi alle generazioni future? Ce lo diranno i giovani.

Mi chiedo una cosa di fondo: cos’è che induce persone di età molto avanzata a accettare di diventare Presidenti della Repubblica italiana? Ciampi più eletto nel 1999, era alla soglia degli 80 e se non erro anche ve lo ricorderete tutti, Fini lo propose addirittura per un secondo mandato. Napolitano è stato eletto nel 2006, dunque a 81 anni, oggi ne ha 85, come è che una persona a questa età accetta di diventare Capo dello Stato e si noti, non di un paese normale, un paese tranquillo, con gli ordinari problemi di tutti i paesi, ma un paese come il nostro, dove vige da anni il sistema anomalo di un imprenditore che ha il conflitto di interessi grosso come una montagna e i cui amici sono persone come Previti, Dell’utri, Schifani e poi è un paese che significa mafia, camorra, corruzione, P2, servizi segreti deviati. Un paese con un recente passato di bombe, di stragi e di Brigate Rosse, non è un paesino in cui si fa una vacanza quando si diventa Presidenti della Repubblica.

Tra l’altro devo dire in questo recente passato così oscuro, sono cose sulle quali Napolitano non ci ha mai detto niente pur essendo stato Ministro degli Interni e mi chiedo se quando era Ministro degli Interni non ha mai avuto accesso agli armadi, oppure lo fa per il nostro bene, per non turbare le nostre coscienze altrimenti ci prenderebbe un colpo a sapere tutto quello che i governi italiani hanno combinato da Piazza Fontana in poi!

Leggendo i giornali stamattina da qualche commentatore, da qualche grillo parlante, è già stato detto che Napolitano non poteva non firmare, poteva e come, bastava non volesse, almeno che non avesse una pistola alla tempia! Le leggi razziali nel 1938 non le firmò Mussolini, le fece firmare Vittorio Emanuele Terzo e lui le firmò, in Bulgaria non le firmò e questo fa la differenza, perché alla storia le nostre leggi razziali le ha affidate alla mano di Vittorio Emanuele III.

Tornando a questa legge, questa è una legge illegale perché vanifica la legge del 1988 che vieta Decreti in materia elettorale e si beffa anche dell’Art. 72 della Costituzione. Come tutte le leggi di natura totalitaria, le leggi legali ha valore retroattivo e dunque condona, ma si proietta anche nel futuro, nel senso che qualsiasi irregolarità di procedura elettorale, d’ora in poi sarà tollerata a discrezione di Berlusconi o della P2 o di non so chi, mi chiedo perché Napolitano non ha fatto per esempio un comunicato agli italiani, poteva esigere la televisione pubblica e spiegare cosa stava succedendo, che era stato messo con le spalle al muro, in un vicolo cieco e che doveva scegliere tra coloro che non avrebbero potuto votare le loro liste elettorali o firmare una legge illegale e dire anche: guardate che non sarò io a rimediare agli errori e ai pasticci procedurali dei volti stessi rappresentanti, prendetevela con loro.

Il Presidente Scalfaro a suo tempo si rivolse alla televisione, lo fece un comunicato in televisione, non si fanno soltanto i comunicati a fine anno per fare gli auguri agli italiani, ma oggi devo constatare che la televisione di Stato è oscurata da Berlusconi e forse Napolitano non ha osato far accendere di nuovo i riflettori.

Mi chiedo che Presidente sia, non so se l’Avvocato Ghedini che tutti i giorni è in televisione, avesse per Napolitano un avversario intellettuale gli direbbe: ma va là!

L’Italia è un paese in cui tutto si svolge al buio, poi cosa è successo al buio? Lo spiegano gli opinionisti, gli esegeti della stampa di Bisanzio, personalmente ritengo responsabile in prima persona Giorgio Napolitano perché in Italia non c’è mai un responsabile, il vizio di fondo che ha condotto l’Italia in questo stato di necrosi è che non c’è mai un responsabile. Non so se vi ricordate quando Ciampi firmò il lodo Schifani senza battere ciglio, gli opinionisti, gli esegeti discussero per giorni su mille cavilli di una legge che era evidente, buttava a gambe all’aria un articolo della Costituzione, secondo cui tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge, lo avrebbe capito anche un bambino, non c’è bisogno degli opinionisti, è un fatto e infatti la Corte Costituzionale, il lodo Schifani lo bocciò dopo 6 mesi, ma intanto per tutto quel tempo Berlusconi fece tutto ciò che voleva e fece saltare anche un suo processo.

Ora come se niente fosse in questa legislatura, nella legislatura presente, Berlusconi ricaccia sulla scrivania di Napolitano lo stesso lodo che Schifani aveva concepito con tanto amore a Corleone e lo ribattezza Lodo Alfano e Napolitano lo firma senza battere ciglio, non è che abbia evocato la giurisprudenza, faccio notare che perfino il più scalcagnato Avvocato di Provincia in un conflitto giuridico, invoca la corrispondenza, le sentenze precedenti, qui c’era la giurisprudenza dell’alta corte che aveva dichiarato il lodo Schifani anticostituzionale e il lodo Alfani era evidentemente una minestra riscaldata, ma ce lo ricordiamo quanti opinionisti ci hanno richiamato sopra? Stavano lì a dire: forse è un po’ meno costituzionale, è un po’ meno anticostituzionale, vediamo di quanti grammi è meno anticostituzionale, opinavano costoro, il tutto, mi pare, a difesa non tanto del firmatario della legge, Alfano, ma del controfirmatario, del Presidente della Repubblica tanto per facilitargli la strada e noto che in Italia il Presidente della Repubblica è al riparo dalle critiche, è stranissimo anche questo, perché nelle vere democrazie, negli Stati Uniti l’operato del Presidente della Repubblica è sottoposto alle giuste critiche dell’opinione pubblica, ma in Italia non si può!

Sembra lesa maestà, così come ci sono i club di Forza Italia, ci sono i club dove se osi criticare Napolitano ti fulminano, guai! Era già successo con Ciampi peraltro, a quel tempo il club agiva come una sartoria, si preoccupava della giacca, mi ricordo che la parola d’ordine era: non tirate per la giacca Ciampi, attenzione alla giacca di Ciampi!

Ma che fine fanno le giacche dei Presidenti della Repubblica quando hanno finito il loro settennato? Vengono appese a un chiodo, quello che è stato è stato! Secondo me se fosso dire così, Napolitano questa volta ha in maniera flagrante rotto i patti con gli italiani, perché oltre all’approvazione del lodo Alfano, aveva già rotto i patti con quella lettera, secondo me, deplorevole ai familiari di Craxi nella quale definisce Craxi un perseguitato, è un uomo che è stato condannato in sede definitiva da un Tribunale italiano e che peraltro si è rifugiato in un paese dittatoriale come la Tunisia!

Poi non soltanto, in quella lettera definisce grande la politica estera di Craxi, quel signore che dette miliardi di lire al suo amico Siad Barre, uno dei più feroci dittatori africani del 900 e che approvò, dichiarò legittimi in qualche modo i metodi terroristici dell'Olpe quando i dirigenti palestinesi per disperazione, ma questa è un’altra cosa, scelsero la via del terrorismo, secondo Napolitano hanno fatto una grande politica estera.

Oggi con questa legge, quando ci dice che tra le regole della legge è dovere impedire molti cittadini di votare una lista, lui sceglie di rompere le regole, perché sono una formula, rispondo che tutte le leggi che noi abbiamo sono una forma, anche la Costituzione ha una forma perché è fatta di regole e se si rompono le regole della Costituzione, si rompe la Costituzione! Napolitano come politico ha un suo percorso, come tutti i politici, per esempio fu vicino al craxismo, poi la sua corrente, con il craxismo ebbe più di un flirt glielo ha ricordato, è un uomo elegante come Gianni De Michelis che tra l’altro è stato condannato da un Tribunale italiano per corruzione, ma Berlusconi del fantasma di Craxi è la continuazione vivente e operante, con questo voglio dire che quando uno diventa Presidente della Repubblica fa un fatto implicito con gli italiani e tale patto prevede che egli diventi un’altra persona rispetto al suo passato e ciò che è stato per tutta la vita e cioè uno dice: io nel 1956 avevo un’ideologia stalinista, però oggi no, credo nella democrazia liberale e non approverei più l’invasione di un paese da parte dei carri armati e dunque posso essere capo dello Stato italiano, oppure come politico posso essere stato vicino all’ideologia del craxismo, ma ora sono il Presidente della Repubblica Italiana.

Il giorno in cui Napolitano manifesta nostalgia di Craxi in qualche modo, allora viene proprio il desiderio legittimo e democratico di invitarlo a abbandonare il Quirinale e di andare a Amamet per stare al Quirinale si devono affrontare grossi problemi, si deve pagare un biglietto, non è una vacanza il Quirinale e questo biglietto è più caro di un biglietto aereo per Amamet!

lunedì 1 marzo 2010

Incidente nucleare di Tricastin: silenzio della stampa italiana


Lo sapevate? In Francia, a Tricastin (Vaucluse) nella notte fra lunedì e martedì c’è stato un piccolo incidente nucleare: 75 kg di uranio sono stati dispersi nei fiumi e probabilmente in una falda freatica. Le società che gestiscono la centrale nucleare sono state messe sotto pressione dall’Autorità nazionale per la sicurezza nucleare (ASN). L’incidente non e’ grave (si parla di gravita’ 1 in una scala da 0 a 7), ma nella zona intorno alla centrale e’ vietata la pesca, l’uso dell’acqua dei pozzi, il bagno nei fiumi, etc…

qui

Il nucleare è una battaglia di retrovia. Occorre perseguire il solare, se non vogliamo morire o ammalarci. L'alleanza in Regione con l'UDC apre al nucleare, anche per questo è vergognosa.