martedì 30 novembre 2010

E sicuramente passerà sui nostri corpi...



"Il mondo è da rifare. Per questo bisogna vincere, resistere, sopravvivere ad ogni costo. Più saremo duri e forti, meno verrà a costare. Duri e forti anzitutto verso noi stessi. La rivoluzione è un’impresa che va realizzata sino in fondo senza debolezze. Noi siamo soltanto gli strumenti di una necessità che ci trascina, ci travolge, ci esalta e sicuramente passerà sui nostri corpi. Noi non inseguiamo nessun sogno di giustizia, noi facciamo ciò che deve essere fatto, ciò che non può non essere fatto".
(Victor Serge, La città conquistata)

Ciao, compagno.

martedì 23 novembre 2010

Comunicato PRC


Coerentemente con le idee comunistiche che ci contraddistinguono, idee di egualitarismo e di dignità umana, il Partito della Rifondazione Comunista di Fermo si è impegnato ad appoggiare la candidatura a Sindaco di Fermo della Prof.ssa Nella Brambatti, già assessore quando la nostra città era libera dalla morsa delle destre. Il PRC di Fermo è giunto a questa decisione dopo un percorso costruttivo all’interno della coalizione di centro-sinistra (un percorso che ci ha visti richiedere ed ottenere rassicurazioni riguardo l’assenza di forze coinvolte con l’attuale amministrazione comunale), che si ripropone, in maniera decisa ed unitaria, di riconquistare la nostra città, per rifondarla. Nel ribadire l’esattezza ed il convincimento di una scelta di genere, di coerenza politica e condivisa all’unanimità, i segretari ed i consiglieri del PRC ricordano ai cittadini che contrasteranno ancora lo sfruttamento e l’urbanizzazione selvaggia del territorio, il clientelismo e gli sprechi, contando di poterlo fare in rappresentanza di una nuova maggioranza che persegua il bene di tutti, e non dei pochi e soliti noti.

Giacomo Piergentili (Segretario della Federazione di Fermo)
Simone Tizi (Segretario del Circolo di Fermo)
Giorgio Benni (Capogruppo nel Consiglio Comunale di Fermo)

giovedì 18 novembre 2010

Risparmiamo il motodromo al paesaggio di Fermo


Centoventi ettari di fertile campagna e di bel paesaggio nel mezzo del quadrilatero Fermo-Sant’Elpidio a Mare-Porto Sant’Elpidio-Porto San Giorgio, stanno per essere sommersi da una coltre di cemento e asfalto nella forma di un faraonico motodromo del quale la maggior parte degli abitanti della zona, francamente, non sente il bisogno. Il Comitato per la Bellezza si unisce alla denuncia contro questa iniziativa che porta ad altro inutile consumo di suolo e di paesaggio e che colpisce una zona di alto valore paesaggistico, storico e naturalistico. Il motodromo in questione, dovrebbe infatti sorgere alle porte di Fermo, in località San Marco, a trecento metri dall’Abbazia di San Marco alle Paludi, a poca distanza da una storica torre medievale, ai margini del Parco fluviale Alexander Langer. In questo ambiente incontaminato, attualmente destinato ad agricoltura estensiva, la società Agrisea, sostenuta dal sindaco di Fermo, intende realizzare il megaimpianto sportivo che, nelle più rosee prospettive, quando sarà in piena attività, darà lavoro al massimo a quaranta addetti. Quanti posti di lavoro – anche a voler ragionare soltanto in questi termini economicistici – può invece produrre un paesaggio ben conservato sotto forma di turismo culturale, di agriturismo, di residenze qualificate in antichi borghi e casali, di agricoltura specializzata, di “immagine” internazionale? Certamente molti ma molti di più. E senza dissipare un solo ettaro di suoli liberi e di paesaggio.
Qui, invece, 120 ettari rischiano di venire ‘consumati’, asfaltati e cementificati, per creare 40 ipotetici posti di lavoro (30.000 metri quadrati a testa), in una regione che in termini di impianti dedicati al motociclismo risulta già piuttosto fornita, senza contare la relativa vicinanza con quelli di Montorio al Vomano, nel Teramano, di Magione nel Perugino e di Misano Adriatico, fra Riccione e Cattolica, nel Riminese, per non parlare poi del Mugello e Vallelunga abitualmente frequentati dai centauri marchigiani.
La preoccupazione delle associazioni ambientaliste fermane e marchigiane è dunque più che fondata e condivisibile: il pericolo che la colata di cemento si abbatta su una zona di particolare pregio è incombente. Il richiamo alla mobilitazione per la difesa del suolo e del paesaggio è un dovere civico che ogni cittadino dovrebbe ascoltare e sostenere: soltanto nel decennio 1995-2006 in Italia sono spariti sotto un coltre di cemento e asfalto terreni agricoli o boschivi liberi pari alla superficie dell’intera Umbria. Si può soltanto immaginare con raccapriccio quale enorme porzione di Bel Paese abbia fatto la stessa fine dal 1946 al 1995. Con l’aggravante che il più recente “boom” edilizio, durato dal 2000 al 2007, non ha neppure scalfito l’emergenza-casa per le giovani coppie, per gli immigrati, per i ceti più deboli, concentrandosi per lo più su condominii a caro prezzo e su seconde e terze case. Facciamo pertanto appello alla sensibilità e all’intelligenza politica di quanti alla Regione Marche, in Provincia e in Comune sono politicamente preposti alla pianificazione urbanistica e paesaggistica e alla promozione turistica affinché questo nuovo grave scempio venga risparmiato al paesaggio fermano e marchigiano la cui particolare bellezza è ormai nota a livello internazionale. Uno straordinario valore “in sé” che va tutelato e quindi attentamente preservato.

Qui

lunedì 15 novembre 2010

Per un pugno di voti


Seguendo l’insano esempio nazionale di una menzognera politica del fare, che nasconde la “monnezza” sotto ai tappeti napoletani o lascia gli aquilani a se stessi, cacciati anche dagli alberghi dove erano stati abbandonati dopo le tendopoli e ammassati entro traballanti appartamenti obbrobriosi costruiti nella speculazione; seguendo quell’esempio – dicevo – questa imbarazzante amministrazione comunale sta preparando il terreno per le prossime elezioni, sicura di abbagliare il cittadino poco accorto con lo scintillio di progetti presentati come salvifici, ma decisamente inutili. Incurante del parere dei residenti e di molti cittadini, questi personaggi che vivono di politica continuano ad allargare lo squarcio* aperto con l’ascensore sopra il verde vicino all’Astoria – già mostro edilizio che deturpa l’immagine di Fermo per coloro che passano o che ci osservano da ogni ingresso alla città; un mostro costruito al posto di un belvedere che valorizzava il luogo, che fungeva da sosta per ammirare le nostre colline, le montagne vicine, sofficemente imbiancate d’inverno e ornate dalla luce solare d’estate. La bellezza violata impoverisce, ed allontana quei pochi turisti che ci vengono a trovare, li allontana perché il turismo vive di attrazioni, dei luoghi, dei negozi e delle proposte offerte, ed il visitatore accetta ogni tipo di scomodità pur di arrivare nei posti che vale la pena visitare. I nostri luoghi non sono né difficili da raggiungere né appetibili, così come sono oggi, abbandonati a se stessi come carrelli della spesa svuotati nei parcheggi asfaltati di “mercatoni” dell’assurdo. E lo saranno ancora meno, appetibili, dato che le brutture di cemento nei luoghi storici sono indigeste al turista, che nelle città d’arte vuole ritrovare la tradizione scordata, dispersa proprio dalle amministrazioni come la nostra.

Abbiamo cercato, noi cittadini fermani e residenti di viale Ciccolungo, di farci ascoltare da questi politici affamati, ma invano. Le nostre proteste puntuali, argomentate e sensate sono rimaste lettera morta, caduta nel vuoto delle loro idee macchiate d’opportunismo. Stanchi di essere presi per i fondelli, stanchi di essere sudditi senza voce, stanchi di questi continui scempi proviamo a scrivere ancora, al Comune come alla Provincia, alla Procura della Repubblica come alla stampa. Certi di stare dalla parte giusta, sicuri di una partecipazione sentita da tutti alziamo ancora le testa, pacificamente. Poi ci accamperemo sul viale, se sarà necessario, se quest’amministrazione rinchiusa in se stessa continuerà a fare orecchie da marcante, posizionando le ruspe prima del voto, per meri tornaconti economici ed elettorali.

* Nell’ultima Giunta è stato approvato il progetto preliminare definitivo del sistema di risalita meccanizzato che da Viale Ciccolungo sale fino a Via XX Settembre con nuovi ascensori.

Simone Tizi, un cittadino fermano residente in viale Ciccolungo

lunedì 1 novembre 2010

Dilma la rossa


Una guerrigliera marxista alla guida del Brasile - vero colosso economico, quinta potenza al mondo a breve -, mentre Chavez espropria la maggiore fabbrica siderurgica e le case delle immobiliari sfitte. Oramai Latinoamerica siamo noi, ci hanno sopravanzato. Stanno dimostrando che ci sono altri modi per amministrare la società, ben oltre il capitalismo.

Gianni Minà: "Oltre il capitalismo, il Brasile dimostra che ci sono altri modi per amministrare la società"